Dalla friggitrice alla Rolls Royce, i cinque mezzi più bizzarri della Dakar

La Dakar, il rally più duro del mondo, ha appena chiuso i battenti: ad aggiudicarsi la vittoria finale nelle moto è stato Sam Sunderland mentre in quella riservata alle auto ha trionfato ancora una volta Stéphane Peterhansel, che scrive per la 13esima volta il suo nome sull’Albo d’Oro della competizione. Oltre ai campionissimi, però, c'è stato chi, nel corso degli anni in cui si è svolta la storica manifestazione, ha partecipato con mezzi decisamente particolari: ecco i più estrosi.
Una friggitrice nel deserto
La palma del veicolo più strano appartiene senza dubbio alla friggitrice del deserto, un pick-up Toyota sul quale venne montata una vera e propria macchina per friggere. Il team Ch’ti Friterie era sceso tra le dune con lo scopo di promuovere l’omonima attività di friggitrice ambulante e veniva alimentata con olio da cucina come carburante: arrivati al bivacco della prima tappa pilota e copilota fecero la felicità di tutti i partecipanti friggendo oltre 7 chili di patatine con la stessa vettura da cui erano appena scesi; un'operazione simpatia che fece breccia nei cuori dei concorrenti e che accesero le luci della ribalta sullo strano mezzo. La loro classifica non fu altrettanto entusiasmante tanto che chiusero solo al 58° posto, ma l'operazione pubblicitaria riuscì a meraviglia.

Vespa P200E
Era il 1980 quando al via della Parigi-Dakar si presentarono 4 Vespa P200E: non certo il mezzo più confortevole per scalare dune di sabbia e affrontare il caldo del deserto. Nonostante l'inadeguatezza del mezzo, però, due di loro – Marc Simonot e Bernard Tcherniavsky – riuscirono a concludere la manifestazione arrivando fino alla capitale senegalese. Purtroppo per loro giunsero fuori tempo massimo, ma questo nulla toglie alla straordinaria impresa: arrivare anche nei limiti stabiliti dal regolamento sarebbe stato forse troppo.
Titano, il prototipo sfortunato
Dalle due alle quattro ruote il passo è breve. Tanti gli esperimenti che si sono visti nel corso degli anni, ma quello di Emiliano Radaelli, team chef di Audi Sport Italia, e di Michele Chinotto è uno dei più interessanti. Nel 2015, infatti, la coppia si presentò ai nastri di partenza con la Titano, un prototipo a quattro ruote motrici che prende il nome dalla Repubblica di San Marino, dove venne omologato. I problemi, però, non tardarono a manifestarsi: già nel corso della prima tappa il mezzo accusò un problema elettrico. Una volta riparato il guasto il mezzo tentò di riprendere la marcia fermandosi definitivamente al km 20 della speciale, senza riuscire più a ripartire.

Thierry De Montcorgé e gli esemplari unici
Una tra le figure più istrioniche della Dakar è sicuramente Thierry De Montcorgè. Il nobile francese entrò nella storia della manifestazione per aver preso parte a due diverse edizioni con due mezzi decisamente particolari: nel 1981, infatti, dopo una scommessa con alcuni amici, si presentò al via con una Rolls Royce Corniche opportunamente modificata. La carrozzeria era stata sostituita con pannelli in poliestere mentre il cambio era stato preso in prestito da una Toyota. L'impresa stava quasi per riuscire, ma i giudici decisero di squalificarlo per una riparazione non ammessa dal severo regolamento della manifestazione quando era in tredicesima posizione. Non contento ci riprovò l'anno successivo, stavolta con un veicolo a sei ruote. La Jules II Proto era un veicolo assemblato grazie a parti prese da altre vetture come il motore, appartenuto a una Chevrolet o la trasmissione marchiata Porsche. Il sogno di giungere alla meta venne interrotto da una rottura durante la terza tappa.
L'impresa storica della Renault 4
Appartiene alla storia, invece, l'impresa dei fratelli Claude e Bernard Marreau che presero parte all'edizione 1979 con una Renault 4, non certo il mezzo più adeguato per il deserto africano. Nonostante questo, però, i due riuscirono a concludere la Dakar in tempo e quinti in classifica assoluta, secondi nelle auto. Al tempo, infatti, esisteva una sola classifica e solo a causa del regolamento non riuscirono a strappare un podio che avrebbero meritato. L'appuntamento fu solo rimandato; la stagione seguente si iscrissero nuovamente arrivando terzi assoluti.