Dieselgate Volkswagen, negli Usa 10mila dollari a cliente. In Europa un bel tubo
Il prezzo da pagare per risolvere la vicenda dieselgate con i proprietari delle 500mila auto coinvolte negli Usa dal dieselgate è di 10 miliardi di dollari: il Volkswagen ha acconsentito a un pesante piano di risarcimenti negli Stati Uniti e riacquisterà i veicoli equipaggiati con motore 2.0 Tdi al valore di mercato prima del settembre 2015, ovvero quando il gruppo ha ammesso l’uso di defeat device per la manipolazione dei dati sulle emissioni di ossidi di azoto (Nox), e a ciascun proprietario andranno fino a 10mila dollari. Se invece si è uno degli 8,5 milioni di clienti europei, da Volkswagen si otterrà un bel tubo. I proprietari dei veicoli oggetto di richiamo che vivono in Europa dovranno recarsi in officina per l’installazione in un “raddrizzatore” di flusso, un filtro che sarà montato davanti al sensore della massa d’aria, o per un aggiornamento del software. In base piano definito martedì negli Usa, Volkswagen stanzierà complessivamente 14,7 miliardi di dollari per risolvere la questione, compreso un accordo con due agenzie federali e con 44 Stati, tra cui New York.
Gli svantaggi in Europa
Le ragioni dietro alla grande disparità tra le soluzioni stabilite negli Stati Uniti e quelle destinate ai consumatori europei nascono da altrettanti grandi differenze nelle strutture legali e regolamentari dei diversi Paesi. L’Europa è tenuta sotto scacco da fattori che vanno dalla mancanza di class action in stile Usa fino alle autorità governative che approvano misure di correzione che negli Stati Uniti non erano state considerate sufficienti.
I principi legali statunitensi sono molto diversi dai nostri – analizza Laurent Mercie, avvocato francese che ha presentato cause civili individuale civili contro VW, a Bloomberg – C'è una tendenza naturale a voler trasporre ciò che accade negli Usa qui in Europa. E purtroppo, non è possibile”.
La mancanza di azioni legali collettive è un grande svantaggio per i consumatori europei. In Europa esistono pochi meccanismi per aggregare i reclami mentre le azioni depositate da singoli clienti o organizzazioni dei consumatori presso tribunali locali risultano essere deboli nei negoziati con Volkswagen. D’altra parte, il costruttore di Wolfsburg ha anche beneficiato di norme ambientali sui motori diesel che in Ue sono meno stringenti di quelle Usa. In Europa gli switch-off device, dispositivi di spegnimento parte del software al centro dello scandalo, e il loro uso è consentito in caso aiutino a proteggere il motore.
Rabbia tra i consumatori Ue
La disparità di trattamento tra i proprietari delle auto che hanno acquistato veicoli praticamente identici e con promesse simili riguardo ai livelli di emissioni, ha suscitato molta rabbia tra i gruppi di consumatori europei. I membri nazionali dell'Organizzazione europea dei consumatori (Beuc) di Italia, Spagna, Belgio e Austria hanno deciso di avviare azioni legali contro Volkswagen, ma il gruppo automobilistico si è rifiutato di rispondere alla ripetute richieste di risarcimento dei clienti europei.
I consumatori sono stati ampiamente ingannati da Volkswagen, e l’accordo Usa riconosce il danno subito dagli automobilisti – ha sottolineato Monique Goyens, direttore generale del Beuc, in un comunicato – È inconcepibile che i consumatori dell'Ue vengano trattati in modo diverso. Volkswagen dovrebbe ragionevolmente offrire una soluzione simile ai consumatori europei".
Volkswagen lavora a un “pacchetto”
Quanto ai diverso trattamento riservato ai consumatori dei due continenti, Volkswagen ha sottolineato che i proprietari europei dei veicoli otterranno più rapidamente una soluzione rispetto a quelli statunitensi.
Ci prendiamo cura di ogni cliente – ha detto Eric Felber, un portavoce per la casa automobilistica – I clienti degli Stati Uniti dovranno probabilmente aspettare più a lungo per una correzione approvata dalle autorità rispetto a quelli di molti altri paesi. Gli svantaggi che clienti degli Stati Uniti potrebbero dover sopportare sono significativamente più gravi e quindi non paragonabili”.
Il gruppo sta lavorando a un “pacchetto” per tutti i mercati e clienti, ha aggiunto Felber senza però fornire alcun dettaglio. Ad ogni modo, la vittoria degli Stati uniti potrebbe significare che i clienti europei si sentano il dovere di ricorrere al tribunale per ottenere un trattamento simile.
"La posizione di Volkswagen nei confronti dei proprietari di veicoli delRegno Unito è un ulteriormente oltraggio ai nostri clienti che sono delusi dal fatto che i consumatori statunitensi stiano ricevendo un trattamento preferenziale – ha commentato Bozena Michalowska, partner nel gruppo Consumer Law and Product Safety dello studio legale londinese Leigh Day – Mentre ci auguriamo di essere in grado di raggiungere una soluzione, sembra sempre più probabile che si renderà necessario il ricorso a un procedimento giudiziario”.