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Drogometro, come funziona e perché sei fregato se sgarri al volante

Per effettuare il nuovo test bastano 8 minuti: l’automobilista deve infilare in bocca un tampone che, attraverso la saliva, fornisce una prima indicazione di positività o negatività. In caso di test positivo i risultati verranno ulteriormente analizzati e valgono come prova.
A cura di Matteo Vana
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Un nuovo strumento di controllo è pronto a sbarcare sulle strade italiane: si tratta del drogometro, un apparecchio in grado di rilevare se l'automobilista al volante ha assunto o meno sostanze stupefacenti prima di mettersi alla guida. Una novità che potrebbe salvare molte vite agendo preventivamente e stoppando tutti coloro che, incuranti del pericolo arrecato a loro stessi e soprattutto agli altri, decidono di salire al posto di guida dopo una serata fuori dagli schemi.

Il Drogometro - Foto Polizia di Stato
Il Drogometro – Foto Polizia di Stato

Ecco come funziona

L'apparecchio, testato dalle Forze dell'Ordine fin da giugno 2015, può rilevare la maggior parte delle sostanze stupefacenti come cocaina, eroina, l'anfetamina e derivati, metadone, cannabinoidi, oppiacei ed è attendibile, grazie al prelievo della saliva, come le analisi del sangue. Il suo metodo di funzionamento è molto semplice: una volta ricevuto l'alt da parte della pattuglia l'automobilista viene sottoposto a una prova con l'etilometro, per verificare se il suo tasso di alcol nel sangue rientra negli 0,5 g/litro ammessi dal Codice della Strada. Una volta effettuato l'alcoltest viene portato nel camper della Polizia dove viene effettuato il test antidroga, insieme a personale medico, e gli agenti spiegano all'automobilista cosa stanno facendo e gli fanno firmare il consenso informato. Il primo test si svolge con un tampone salivare che va tenuto in bocca e inumidito sino a quando l'indicatore "spia" si colora di blu. Un analizzatore portatile in 8 minuti dà un primo risultato generico di positività/negatività.

Qualora il test fosse positivo si procederà poi al prelievo di ulteriore saliva attraverso l'utilizzo di altri due test tamponi che verranno sigillati di fronte all'automobilista e sistemati in un frigo per essere inviati, il giorno seguente, al Centro di Ricerche di Laboratorio e di Tossicologia Forense di Roma della Polizia che effettuerà ulteriori analisi. I risultati di questi, poi, devono essere comunicati entro 10 giorni – periodo in cui la patente dell'automobilista rimane alle Forze dell'Ordine –  e valgono come elemento di prova: nel caso sia confermata la positività del soggetto la stessa Polizia invierà comunicazione di reato alla Procura della Repubblica per l'apertura del procedimento penale previsto dalla legge.

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