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F1 2015, i segreti della Red Bull RB11

La Red Bull si presenta a Jerez con livrea camouflage per nascondere le novità. Ma qualche innovazione si vede. Muso corto e pance strette caratterizzano quella che potrebbe essere l’ultima Red Bull targata Adrian Newey.
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Muso corto, pance alte, livrea camouflage per non dare vantaggi agli avversari. La Red Bull RB11, la prima dell'era post-Vettel e forse l'ultima vera monoposto targata Newey, che si dedicherà anche ad altro in futuro, si è presentata in pit-lane senza nessuna vera cerimonia di presentazione. Le principali differenze rispetto all'anno scorso, ha spiegato il nuovo direttore tecnico Rob Marshall, “sono sotto la carrozzeria, anche se le nuove norme sull’aerodinamica anteriore hanno contribuito a modificare numerose parti, non solo la forma del musetto”, che ha passato i crash test previsti dalla Fia solo sabato. “Abbiamo concentrato il massimo sforzo sulla progettazione e la costruzione delle parti” ha aggiunto Chris Horner, “anche a scapito del lavoro di messa a punto in pista e al simulatore”. La differenza, comunque, la farà ancora il motore. “L'anno scorso avevamo 70 cavalli in meno della Mercedes” ha sottolineato Newey, che sarà comunque presente ai test a Jerez e a Melbourne per guidare la transizione, “e non credo che il quadro cambierà di tanto. Però quest'anno c'è stato un lavoro molto più integrato tra Red Bull e Renault, i nostri tecnici si sono interessati di problematiche che prima riguardavano solo i motoristi. Con le nuove regole, infatti, la power unit influenza tutta la vettura”. Un lavoro che ha coinvolto uno staff diverso rispetto all'anno scorso, che ha coinvolto oltre a Marshall, Dan Fallows, capo degli aerodinamici, Paul Monaghan, capo dei veicolisti, e Pierre Wache, capo ingegneri per le performance.

Muso – Colpisce subito il muso corto, che però mantiene il piccolo bulbo nella parte inferiore da cui derivano anche i problemi nel passare i crash test. La scocca è molto alta per ottimizzare il passaggio dell'aria sotto il telaio. La sospensione si mantiene con lo schema push-rod: il triangolo superiore è allineato al braccio di sterzo mentre quello inferiore è stretto ma non ai livelli esasperati del diapason griffato Mercedes ripreso anche sulla Ferrari SF15T. Si rivedono i mozzi forati, una soluzione introdotta da Newey già nel 2012 per espellere l'aria parallelamente all'asse ruota, dichiarata inizialmente illegale, e poi ripresa nel 2013 quando la Williams ha posizionato un condotto, solidale alla vettura e non più in rotazione, che portava il flusso d'aria verso l'esterno attraverso il mozzo ruota. Il vantaggio, però, non è tanto una riduzione della resistenza, una maggiore efficienza aerodinamica (anche perché una parte del flusso poi rischia di creare vortici all'altezza del diffusore posteriore), quanto l'espulsione dei gas caldi, sporchi, e della polvere di carbonio dai dischi dei freni.

Vita snella – Rispetto alla RB10, la fiancata è pensata per massimizzare i flussi nella parte inferiore. Nonostante la bocca dei radiatori sia piuttosto grande sopra, le pance si stringono molto e vanno a degradare velocemente verso il retrotreno: di conseguenza l'aria calda dai radiatori si va a scaricare al posteriore in maniera e in misura ancora più massiccia rispetto all'anno scorso. Sotto la presa d'aria del motore, ovale, si nota una seconda apertura, più grande di quella vista sulla RB10, che riprende un po' il concetto visto sulla Toro Rosso. Al posteriore, almeno nella monoposto presentata per i test, i tecnici hanno mantenuto il monkey seat, la piccola ala collocata nella zona posteriore, nei 200 mm centrali, che ha la funzione di aggiungere qualche chilo di spinta verticale. Una soluzione che quasi tutte le monoposto hanno utilizzato l'anno scorso, per recuperare un po' di deportanza e controbilanciare così i nuovi regolamenti che hanno ridotto il carico aerodinamico delle macchine. Il monkey seat, o ala Y100, non è a contatto con l'aria, sulla Red Bull è ancorata alla struttura mobile al posteriore, e permette di spostare il flusso d'aria, e i gas di scarico, verso l'alto. In questo modo aumenta l'efficienza aerodinamica e migliora l'estrazione d'aria dal diffusore.

Obiettivo – “Il nostro obiettivo” ha concluso Horner, “è semplice: chiudere ancora di più il gap da Mercedes. Siamo stati gli unici, Mercedes esclusa, a vincere un GP nel 2014, ne abbiamo vinti 3 con Daniel. Il nostro obiettivo è quello di chiudere il gap e mettere il più possibile pressione su Mercedes. Sappiamo quello che vogliamo, sappiamo cosa vogliamo raggiungere e credo che con la RB11, con i piloti che abbiamo e con le nuove strutture create, saremo in grado di farlo”.

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