F1 2016, mercato piloti: che sarà della McLaren?
La Formula 1 guarda a Sochi e pensa già al 2016. La prossima sarà una stagione di transizione, prima della nuova rivoluzione regolamentare prevista per il 2017. Ma all’orizzonte non mancano incognite e cambiamenti.
Che sarà della McLaren – Le accuse via radio di Suzuka, nel circuito di casa Honda, esacerbano i malumori in casa McLaren. La scuderia di Woking, che intanto ha annunciato come nuovo sponsor Chandon, il marchio di champagne del gruppo Moët Hennessy, potrebbe perdere uno o entrambi i piloti. Jenson Button ha pubblicamente smentito Ron Dennis, che aveva dato per certa la sua permanenza anche per l’anno prossimo. E il futuro di Alonso, dopo le accuse e i parziali ripensamenti via Twitter per quell’“Abbiamo un motore da GP2!” gridato via radio a tecnici ben sapendo che sarebbe diventato pubblico, non è più così certo. Dopo l’ipotesi di una clausola rescissoria già attiva dalla fine della prima stagione, lanciata da Marca ma improbabile anche alla luce dell’ingaggio dell’asturiano, il più alto del circus, i rumors però continuano. Alimentati anche da Flavio Briatore, da sempre coinvolto nel management del bi-campione del mondo di Oviedo, convinto che se nel 2016 la McLaren non dovesse lottare per il podio, Alonso lascerebbe la Formula 1.
Due posti per quattro – La McLaren ha al momento quattro piloti sotto contratto. Oltre ai due titolari, cercano una chance anche Kevin Magnussen e Stoffel Vandoorne, che potrebbe diventare campione del mondo in GP2 già a Sochi. Se il belga, che in questa categoria ha ottenuto otto pole e vinto più di tutti, non dovesse trovare un posto in Formula 1, ha commentato il team principal della sua attuale scuderia, Vasseur, sarebbe una smentita assoluta per tutto il sistema delle serie minori. Ma i volanti liberi non sono poi così tanti, a parte quello lasciato libero da Grosjean in Renault, che però sta puntando Button per il rientro in F1 da costruttore.
L’asse Ferrari-Haas – Il francese, infatti, è stato annunciato dalla Haas del team principal Gunther Steiner, che avrà i motori Ferrari, e già presentato in questi giorni, molto prima dunque della fine della stagione. La scuderia americana si presenta con ambizioni diverse dai team entrati nel circus dopo il “bando Mosley” del 2010, anche perché la posizione di Gene Haas nell’industria dell’automazione e l’aiuto del Cavallino garantiscono capitali non indifferenti. E il legame con la Ferrari potrebbe ulteriormente rafforzarsi. È molto vicino, infatti, l’ingaggio di Esteban Gutierrez, attuale terzo pilota di Maranello. Due indizi che dimostrerebbero come il Cavallino starebbe valutando anche la loro candidatura per il post-Raikkonen. Tuttavia, se il francese, 29 anni, ha comunque raccolto 10 podi in 78 gare, il messicano si porta dietro sponsor non da poco ma ha un passato fatto di 38 gran premi e solo 6 punti. Sullo sfondo resta una domanda: perché alla Haas non è finito Raffaele Marciello, 20 anni e un grande potenziale? È evidente che vada discusso il futuro della Ferrari Drivers Academy, perché il modello per svezzare giovani piloti resta quello di casa Red Bull. E a parte il compianto Jules Bianchi, non ci sono stati altri piloti in grado di emergere dalla scuola del Cavallino, di cui attualmente fanno parte Raffale Marciello (pilota GP2 e riserva Sauber), Antonio Fuoco (pilota GP3), Lance Stroll (Formula 3 europea) e il cinese Guan Yu Zhou (F4 italiana). “A fine anno decideremo chi può restare e chi deve partire – ha dichiarato Maurizio Arrivabene ad Autosport, smentendo ogni ipotesi di chiusura della FDA.
Red Bull-Ferrari – La scuderia austriaca, che ha cercato invano di accordarsi per la fornitura dei motori con Mercedes, potrebbe rivolgersi alla Ferrari, ma questa è storia nota. Come è noto che tra i papabili per il dopo-Raikkonen uno dei primi nomi è quello di Max Verstappen: sarebbe una vera rivoluzione per il Cavallino, che negli ultimi vent'anni ha ingaggiato un solo pilota sotto i 27, Felipe Massa. L’olandese, che resterà l’ultimo ad essere entrato in Formula 1 prima di aver compiuto 18 anni, nelle prime 14 gare ha fatto 20 punti in più del compagno di squadra, l’altro figlio d’arte Sainz, capace comunque di batterlo nove volte in qualifica. “Dovevamo prendere una decisione come Mercedes su cosa avremmo fatto per i motori perché non sapevamo se la Lotus sarebbe rimasta o no. E allora abbiamo deciso di darli alla Manor” ha spiegato Niki Lauda. “Hanno avuto un approccio sbagliato, che non è piaciuto ai vertici della Mercedes” ha aggiunto, intervistato da Repubblica. “Le porte si sono sbarrate. Vadano con Maranello, non c’interessa”. Mateschitz, che avrebbe voluto creare una partnership con Aston Martin e Mercedes, ha lasciato intendere che l’accordo con il nuovo fornitore non dovrebbe superare i tre anni, il tempo che servirebbe al gruppo Volkswagen Audi per entrare in Formula 1, secondo uno scenario, decisamente credibile, rilanciato anche da Eddie Jordan su Sky Sports UK. In attesa delle decisioni della casa madre resta anche la Toro Rosso. Helmut Marko ha spiegato ad Auto Motor und Sport che Faenza ha necessità di conoscere il motore per il 2016 con più anticipo rispetto alla casa madre. “Dobbiamo iniziare a inizio ottobre con il progetto della macchina” ha spiegato alla tv austriaca Orf, “altrimenti non sarà pronta in tempo”. Legarsi alla Red Bull sarebbe un vantaggio per Cesare Fiorio, perché da un lato aiuterebbe e stimolerebbe la ricerca tecnica a Maranello, e dall’altra toglierebbe alla Mercedes un importante punto di riferimento per gli sviluppi del motore. E poi, il Cavallino potrebbe trovare così un partner forte in sede di discussione sui futuri regolamenti.
Gomme Michelin – Discussioni che hanno portato a scegliere il 20 marzo, cinque giorni più tardi del 2015, come data di inizio del Mondiale, inizialmente fissato per il 4 aprile con le scuderie che hanno piazzato l’ultima sessione di test invernali dal 15 al 18 marzo e saranno ora costrette a rivedere tutta la schedule. In ballo, per il futuro, c’è soprattutto la fornitura delle gomme per il triennio 2017-2019. Michelin ha promesso pneumatici in grado di riportare la F1 alle origini e consentire ai piloti di guadagnare tre secondi a giro rispetto alle mescole Pirelli e di esprimere il loro talento. “Abbiamo spiegato a Ecclestone che non siamo contrari ai pit stop multipli”, uno dei presupposti dell’accordo con Pirelli nel 2011, ha spiegato il direttore Pascal Couasnon alla BBC. “Vogliamo portare in pista gomme che aiutino i piloti a guidare al 100%, che siano più vicini a quelli da strada ma tecnologicamente migliori”, che non perdano grip e prestazioni nel corso dello stint. Ecclestone ha espresso il suo supporto per l’attuale fornitore. Ma i piloti, soprattutto dopo l’incidente di Rosberg a Spa e la decisione di alzare la pressione minima a Suzuka, stanno perdendo fiducia nelle gomme Pirelli, considerate anche troppo conservative, che non possono essere spinte al limite per più di due o tre giri alla volta. “Alla fine”, ha commentato il patron del circus, “vincerà chi presenterà l’offerta più alta. Così funziona questo mondo”.