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F1, ad Austin i piloti in pista con i guanti salvavita

Red Bull, Haas e Force India testeranno i nuovi guanti dotati di sensore biometrico in grado di rilevare il battito cardiaco e il livello di ossigeno nel sangue; grazie a questi dati, in caso di incidente grave, i soccorritori potranno intervenire nel modo più efficace.
A cura di Matteo Vana
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Max Verstappen mentre indossa i guanti - Getty images
Max Verstappen mentre indossa i guanti – Getty images

Quello della Formula 1 è un mondo in cui tecnologia e sviluppo dei componenti viaggiano a velocità elevatissime: un discorso che non riguarda solo le monoposto, ma anche i materiali utilizzati dai piloti. Molti passi in avanti sono stati fatti per quanto riguarda la sicurezza, dalla tute ignifughe fino ad arrivare alla protezione per la testa, ma adesso una nuova invenzione è pronta a fare il suo debutto.

Un sensore monitorerà battito e ossigeno nel sangue

Si tratta dei guanti biometrici che Red Bull, Haas e Force India testeranno nelle prove libere del Gran Premio degli Stati Uniti. La Fia, infatti, ha stabilito che, dalla prossima stagione, i guanti indossati dai piloti nel corso del weekend dovranno essere dotati di un sensore di 3 mm di spessore che sarà cucito al loro interno: la funzione di questo speciale rilevatore è quella di monitorare le pulsazioni cardiache e i livelli d'ossigeno del pilota, ma non solo. In caso di incidente il chip dovrebbe agevolare i soccorritori nel rilevamento remoto delle effettive condizioni di chi è al volante. I guanti in questione, infatti, sono dotati di un sensore ottico leggerissimo e di un pacco batteria separato in modo che anche a monoposto spenta possano funzionare. I dati vengono trasmessi attraverso una connessione wireless e riescono ad essere letti quando l'auto medica si trova entro 500 metri. Uno spazio non ampissimo, ma comunque sufficiente per dare la possibilità al personale di comprendere la situazione.

Un passo in avanti per la sicurezza in pista

Il progetto è stato portato avanti dall'addetto alla medical car, Alan van der Merwe, insieme al dottore del Circus, il veterano Ian Roberts. "Se si verifica un incidente importante e non vediamo la persona uscire dall'abitacolo oggi non capiamo il motivo fino a che non siamo sul posto. Questi guanti ci potrebbero permettere di avere a disposizione dei dati fino ad ora sconosciuti. Conoscere il battito cardiaco e il livello di ossigeno nel sangue ci potrebbe permettere di studiare l'approccio migliore al momento del soccorso. Avere questo genere d’informazioni, dunque, sarebbe di grande aiuto per tutti, pure per i team che a quel punto potrebbero prendere decisioni più consapevoli" ha dichiarato Alan van der Merwe. Un test importante che potrebbe aumentare in maniera decisiva la sicurezza dei piloti in pista.

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