F1, Alonso vuole Button in McLaren
Manca ancora l'annuncio ufficiale, ma sembra proprio che Alonso voglia già dettare legge e condizioni in casa McLaren per il 2015. L'arrivo dell'asturiano apre una fase di cambiamenti e riflessioni a Woking. All'arrivo di Prodromou dovrebbe seguire, rivelano fonti interne, l'approdo di diversi tecnici che l'asturiano porterà con sé da Maranello. E, riferisce Autosport, Alonso preferirebbe come compagno di squadra Jenson Button rispetto al giovane Kevin Magnussen perché con la sua maggiore esperienza aiuterebbe di più a sviluppare il motore Honda e portare la McLaren a lottare per il titolo. Una considerazione più che condivisibile: a una scuderia che si prepara a un anno di grandi cambiamenti con un nuovo motore conviene una coppia di piloti esperti, che sanno come si vincono i Mondiali, per non perdere la rotta.
Button: niente da dimostrare – Il quarto posto di Interlagos potrebbe aiutare non poco la candidatura del britannico, campione del mondo 2009, che ha dichiarato comunque dopo la gara di non avere ormai più niente da dimostrare in Formula 1. "Sto lavorando bene, come ho fatto sempre negli ultimi 15 anni" ha detto, "ho sempre fatto del mio meglio, a volte è bastato e a volte no. Adesso è tutto quello che posso fare, scendere in pista, divertirmi, dare il massimo, anche se mentalmente la situazione in cui mi trovo adesso non è certo facile. Ma non posso fare di più, il mio futuro non è solo nelle mie mani". Questa settimana ci saranno una serie di incontri a Woking per scegliere se confermare Button, che avrebbe così il quinto compagno di squadra diverso negli ultimi cinque anni, o Kevin Magnussen, che ha il vantaggio da non sottovalutare di costare molto meno.
A 7 anni dallo spygate – E l'aspetto economico non è tanto secondario, se davvero l'asturiano ha strappato il contratto più lucrativo nella storia di questo sport sulla base di una scommessa sull'effettiva competitività delle power unit Honda. Quello con Alonso è senza dubbio un matrimonio di interesse: lo spagnolo cercava una via d'uscita dalla Ferrari e un team che gli garantisse chance realistiche di poter lottare per il titolo, e la McLaren aveva bisogno per rilanciarsi di un campione. Per provare a conquistare il terzo titolo in carriera, Alonso ha dimenticato il passato burrascoso a Woking, la convivenza a dir poco problematica con Hamilton e lo scandalo spygate scoperto dopo il GP degli Stati Uniti, ovvero il sabotaggio messo in atto dall'ex capo meccanico della Ferrari Nigel Stepney, morto lo scorso maggio, a Monaco per mettere fuori uso i motori del Cavallino. Stepney poi ha passato i progetti della F2007 al capo progettista della McLaren, l'amico Mike Coughlan. Progetti che Coughlan conosceva, come dimostreranno in udienza gli avvocati della Rossa che porteranno come prova le email tra Coughlan e proprio Alonso, in cui vengono citate informazioni riservate sulla distribuzione dei pesi sulla vettura di Raikkonen e sull'impianto frenante della Ferrari. Prove che costeranno alla McLaren la perdita di tutti i punti nel Mondiale costruttori.
L'unica via possibile – Alonso, che dopo quella stagione era stato vicinissimo a firmare per la Red Bull, prima di firmare un biennale con la Renault che spalancherà le porte della scuderia di Mateschitz e Chris Horner a Sebastian Vettel, suo prossimo sostituto in Ferrari, torna in McLaren con spirito diverso. E' più saggio, più esperto, e soprattutto sa che questa è la sua ultima chance di vincere un Mondiale. E' difficile, comunque, prevedere come sarà la riconciliazione con Ron Dennis a sette anni di distanza da un divorzio amaro. Molto potrebbe dipendere proprio da quanto Dennis cercherà di indirizzare e gestire lo spagnolo, perché una presenza eccessiva potrebbe creare frizioni se i risultati dovessero essere deludenti, anche in presenza di una figura di mediatore come Eric Boullier. Ma in fondo, questo è un matrimonio di convenienza. Alonso non ha altra scelta se non rimanere a casa e guardare le altre navi passare sul fiume aspettando tempi migliori. Basta questo a consentirgli anche di dettare condizioni e scegliersi il compagno di squadra prima ancora di essere arrivato? Lo dirà questa settimana. Quel che è certo, però, è che l'esempio sarà anche un po' cattivo, ma il consiglio è il migliore possibile.