F1, GP Abu Dhabi: come si guida allo Yas Marina Circuit
La stagione più lunga di sempre in Formula 1 si chiude sul “tilkodromo” di Abu Dhabi, in calendario dal 2009. Il tracciato tortuoso, lungo 5554 metri si snoda sull'isola artificiale Yas, accanto al Ferrari World, l'unico parco a tema del Cavallino nel mondo, con 21 curve (9 a destra, 12 a sinistra) di cui ben sei si percorrono a una velocità inferiore ai 100 kmh: solo a Montecarlo e a Singapore ce ne sono di più.
Incognita temperatura – “Mi piace questo circuito” racconta Kimi Raikkonen. “L’ultima parte del tracciato è molto lenta, ma c’è sempre una bella l’atmosfera, anche perché è l’ultima gara dell’anno. Si svolge in notturna e questo la rende diversa a livello di sensazioni. Le luci artificiali permettono una buona visibilità. A volte può non essere facile, ma le condizioni di guida non impediscono di avere una buona visuale, più o meno simile a quella che si ha di giorno”. L'incognita è rappresentata dalla temperatura, che si può abbassare nel corso della gara anche di 15 gradi vista la partenza alle 17 locali, mezz'ora dopo il tramonto. “Qui non è facile superare e la sfida è provarci” conclude Raikkonen. “Ci sono rettilinei piuttosto lunghi e molte curve difficili”.
Le gomme – Al mix si aggiunge il debutto delle Ultrasoft (usate per la quinta volta in stagione, la prima da Singapore) che Pirelli porta insieme a Supersoft e Soft, anche perché l’asfalto liscio porta a bassi livelli di consumo e degrado dei pneumatici. “Abu Dhabi è uno dei circuiti che conosciamo meglio, dato che in passato abbiamo effettuato molti test qui, inclusi alcuni dei più recenti sui pneumatici in dimensione 2017 che stiamo svolgendo da agosto. In effetti tutte le mescole nominate quest’anno sono molto adatte ad Abu Dhabi, aprendo a numerose opzioni in termini di strategia”.
Le scelte dei piloti – Hamilton e Rosberg avranno la stessa dotazione: 4 treni di gomme soft, 7 di ultrasoft e 2 di supersoft. Diversificate le scelte in In Ferrari. Vettel parte con 5 treni di soft, 7 di ultrasoft e 1 di supersoft; Raikkonen avrà un set in meno di “gialle” in meno e uno in più di supersoft, poco utilizzate in gara l'anno scorso (solo nel primo stint, per una decina di giri, prima di passare alle morbide). Bilanciate, infine, le scelte in Red Bull: 5 treni di soft, 6 di ultrasoft e 2 di supersoft.
Primo settore – Il tracciato inizia già con una delle frenate più impegnative. La prima curva, a destra, mette i piloti in difficoltà per la difficoltà di trovare l'esatto punto per la staccata e per la decelerazione da quasi 5g nel passare da 300 a 150 kmh (staccata da oltre 2000 kW). “Lo Yas Marina è una sfida, serve una macchina agile nei cambi di direzione a bassa velocità e con trazione nei tratti veloci come le curve 2 e 3” analizza Pat Symmonds della Williams. La seconda curva, a sinistra, inizia di fatto una esse nel punto più alto del tracciato (22 metri sul livello del mare) che proietta verso la 4, a sinistra, da percorrere a 270 kmh in settima, che richiede un perfetto bilanciamento aerodinamico.
Secondo settore – “Lo Yas Marina è una pista molto tecnica, con una velocità media relativamente bassa. Sorpassare è abbastanza difficile” ha detto Alonso. Soprattutto nel guidato secondo settore, aperto da una delle quattro frenate più potenti del tracciato (1900 kW). La variante con la 6 porta i piloti alla curva più lenta del circuito (curva 7), il tornantino che si percorre a 72 kmh dove è fondamentale la trazione. Dal tornante, uno dei punti in cui è possibile tentare l'attacco, si entra nel backstraight, il rettilineo più lungo del tracciato. Qui il motore viaggia a pieno regime per quasi 14 secondi e le vetture raggiungono i 322 kmh (346 km/h con l’ala mobile aperta), prima di una frenata da 2000 kW che le fa scendere fino alla velocità di 68 kmh. La 9, che si affronta in seconda a 100 kmh, e la 10, che passa sotto un ponte, immettono nel penultimo tratto in cui si può usare l'ala mobile.
Terzo settore – Sul rettilineo le monoposto raggiungono i 325 kmh, che diventano 335 grazie al DRS, prima di affrontare la curva 11, a sinistra, dove i piloti possono rischiare il sorpasso. Si esce dalla 11 a 96 kmh per affrontare la chicane destra-sinistra (curve 12 e 13). Dopo una breve accelerazione si giunge alla 14, una delle classiche curve ad angolo retto, a sinistra, tipiche dei tracciati disegnati da Tilke. I piloti escono a 100 kmh per affrontare una successione di curve veloci, a destra a 45 gradi (15, 16 e 17) da percorrere a oltre 270 kmh, che girano intorno al porto. Qui, tra la 17 e la 20, ha ricordato Kvyat, “c'è un ristorante molto buono, quando ci passi puoi vedere la gente che mangia e saluta”. Dalla 17 inizia invece un tratto lento, composto dalle curve 18 e 19, entrambe ad angolo retto, che portano i piloti sotto l’hotel Yas Viceroy. Si arriva così nel tratto conclusivo, con le ultime tre curve (la 19 e la 21 da affrontare in terza, la 20 in sesta) che conducono al rettilineo principale.
Le chiavi – Lo Yas Marina è un circuito di media severità per il motore, utilizzato a pieno carico per il 59% del tempo. Per completare la gara, servono 3740 cambi di marcia (la terza è il rapporto più utilizzato) e un impianto frenante solido, perché utilizzato per 21 secondi al giro e sollecitato non solo nelle quattro staccate pesanti. Le caratteristiche del tracciato richiedono un alto carico aerodinamico e allo stesso tempo un'efficiente gestione della potenza del motore e dell'unità di recupero dell'energia cinetica (che qui consente di recuperare oltre 4000 kJ al giro, uno dei valori più alti del Mondiale dopo Sochi, Baku, Silverstone e Austin). Il consumo sarà infatti un aspetto critico, secondo le simulazioni Magneti Marelli servono 98 kg di carburante per completare la gara. A Abu Dhabi, infine, l'ERS vale 2”6 al giro e fino a 12 kmh in termini di velocità di punta.