F1, GP Australia: Ferrari e Mercedes, poche novità e molte domande
Piove. Piove sulle gomme nuove, sulla livrea gialla della Renault, sulla Red Bull che riporta il marchio Aston Martin in F1 dopo 56 anni, piove sulle Mercedes senza S-Duct e sulla Margherita di Vettel. La prima giornata di prove libere, accesa solo dal botto di Nico Rosberg nella seconda sessione, fa aumentare le domande e non dà risposte in vista delle prime qualifiche col nuovo format. E il 60% di probabilità di pioggia prevista per domani certo non incoraggia.
I tempi – Hamilton fa segnare il miglior tempo in entrambe le sessioni, ma al pomeriggio peggiora di un secondo rispetto alla mattina. Nella seconda sessione, il campione del mondo rifila mezzo secondo a Hulkenberg e più di sei decimi a Raikkonen, terzo. Vettel, senza tempo in FP1, si è accontentato di sette giri e di un anonimo ottavo posto, staccato di quasi due secondi, dietro anche alle due McLaren. Ricciardo, uscito nella sabbia alla fine della FP1, ha dato spettacolo davanti al pubblico di casa, anche sull'asfalto bagnato: ha chiuso quarto, a un decimo da Raikkonen, e confermato che la RB12 presenta ancora una volta un telaio eccellente. La pioggia, comunque, convince i piloti Renault, le due Williams e le due Sauber a rimanere per l'intera durata delle sessioni ben protette nei box. Verstappen resta fermo solo per la FP2, mentre all'opposto Pascal Werhlein, uno dei tre esordienti in questo Mondiale, ha girato più di tutti con la Manor: 25 passaggi complessivi per raccogliere informazioni utili in funzione della gara, e un 12mo tempo dietro Esteban Gutierrez, che ha fatto un ottimo lavoro con la Haas al debutto. Ma quanto valgono davvero i tempi di questa giornata segnata dalla pioggia che viene che va?
Silenzio radio – Basta poco e la pista bagnata miete la prima vittima illustre in FP2. Nico Rosberg sbatte contro il muro all'uscita della curva 4 e i box della Mercedes gli ordinano a Nico Rosberg di fermare la W07 Hybrid. "Stavamo discutendo" spiegherà poi Toto Wolff a Sky Sports, "se farlo passare alle gomme da bagnato: avevamo deciso di sì, ma non potevamo dirlo a Nico per via delle nuove regole". In base alle norme introdotte quest'anno, infatti, come conferma il tweet sulla pagina ufficiale di Pirelli Motorsports, "i team non possono fornire consigli sulle gomme da usare via radio ai piloti. Aspettatevi di sentire messaggi come: il Danubio è blu in questo periodo dell'anno".
Progressi Ferrari – Difficile anche valutare l'effettivo valore dei tempi delle due Ferrari nella prima giornata del Mondiale 2016. "Abbiamo potuto apprendere davvero poco" ha ammesso Vettel. "Le qualifiche saranno nuove per tutti. La teoria è una cosa, ma la pratica potrebbe rivelarsi molto diversa". Alla vigilia, il tedesco aveva comunque mostrato fiducia nel potenziale del Cavallino. “Abbiamo lavorato tanto, il progetto della SF16-H è iniziato molto presto, una condizione buona per fare un passo avanti importante. Dall’esterno non si possono vedere tutte le novità che ci sono su questa vettura, ma sappiamo di aver fatto un lavoro molto buono" ha detto Vettel alla vigilia. Margherita, questo il nome che ha dato quest'anno alla sua monoposto, ha alzato ufficialmente il sipario sulla nuova stagione (il tedesco è sceso in pista per primo nella sessione inaugurale della giornata). Ma quel che resta è solo una giornata interlocutoria, senza risposte vere. Una giornata che certo non basta nemmeno per intuire l'effetto del lavoro invernale dei tecnici diretti da Mattia Binotto. La Ferrari, infatti, ha speso più gettoni di sviluppo di ogni altra squadra per intervenire sulla power unit 059/5 e colmare il gap con le Frecce d'Argento: 23 i token sfruttati sui 32 totali, con gli altri nove mantenuti per gli upgrade previsti per Montreal e Monza. A Melbourne, la Ferrari si è presentata con una vettura molto simile a quella vista nell'ultimo giorno a Barcellona, con la sospensione push-rod all'anteriore, e un fondo scavato nella parte centrale per massimizzare il flusso d'aria al posteriore, una soluzione sperimentata anche dalla Toro Rosso.
La risposta Mercedes – Allo sforzo della Ferrari ha risposto la Mercedes, che ha fatto un intervento importante sulla PU106 C, spendendo 19 gettoni, uno in più della Honda, che anche dal punto di vista della durata ha mostrato evidenti passi avanti: nella prima sessione, infatti, Button, l'unico ad aver preso parte a tutti i GP d'Australia dal 2000, ha girato più di tutti (16 tornate completate). La W07 Hybrid vista all'Albert Park è di fatto identica a quella vista nella prima sessione di test a Barcellona, senza l'S-duct sul muso, quello che gli stessi tecnici hanno soprannominato Bruce, come lo squalo di Nemo, e senza le seghettature nel profilo principale al posteriore. Evidentemente, le condizioni meteo fin troppo imprevedibili hanno suggerito agli ingegneri diretti da Paddy Lowe un approccio decisamente conservativo.
Red Bull-Aston Martin – Così, in questa prima giornata bagnata, e tutt'altro che fortunata, si è parlato molto del logo Aston Martin, tornato in F1 dopo 56 anni grazie all'accordo di sponsorizzazione con la Red Bull. Il fascino dell'operazione, però, va al di là dell'apposizione di un marchio. La partnership, infatti, prevede che lo staff tecnico guidato Adrian Newey collaborerà con il gruppo Aston Martin sotto la direzione di Marek Reichman per realizzare un prototipo di auto stradale, per ora identificata dalla sigla AM-RB 001. “Da quando avevo sei anni ho sempre avuto due obiettivi nella vita: essere coinvolto nella progettazione di un auto da corsa, e di una super macchina stradale” ha commentato Newey. “Ora è arrivata l'opportunità di lavorare con Marek e ai suoi colleghi dell’Aston Martin e per me è fantastico. Avremo la possibilità di convertire la tecnologia che abbiamo sviluppato in F.1 in un nuovo contesto”.