F1, GP Australia: Ferrari, se il buongiorno si vede dal mattino…
Le vibrazioni della forza. Le Mercedes restano imprendibili, Rosberg ha fatto segnare il miglior tempo in entrambe le sessioni, 1.27.697 in FP2, un decimo meglio di Hamilton, Le libere di Melbourne però restituiscono una Ferrari diversa, più vicina alle Frecce d'Argento, più competitiva e costante anche nel long run. Non ci sono solo il terzo posto di Vettel (1.28.412) e il quarto di Raikkonen (1.28.842) a indurre all'ottimismo. "Il long-run è molto buono e soprattutto pare che rispetto agli avversari noi siamo quelli che abbiamo patito meno di tutti il degrado delle gomme" ha spiegato Marc Gene ai microfoni di Sky. In effetti sul passo gara, con le gomme già usate da qualche giro, Iceman rimane l'unico a scendere sotto l'1.32 insieme a Rosberg. In difficoltà le Williams, con Massa fuori gioco per un problema alla power unit, la Red Bull con Ricciardo subito out e Kvyat sesto, ma indietro sia nella long run che nella simulazione da qualifica. Ancora molto indietro, ma c'era da aspettarselo dopo i test, le McLaren: l'ingresso della Honda, che pure ha annunciato il ritorno in F1 già a fine 2013, si sta trasformando in un harakiri continuo di cui è impossibile vedere la fine. Incoraggiante, invece, il settimo posto del debuttante Carlos Sainz jr.
Ferrari e Mercedes, poche novità – L'efficienza dei motori di Maranello si legge anche dalle velocità massime raggiunte in pista. Maldonado fa segnare la più alta, 322.3 kmh, ma dietro di lui si piazzano due monoposto motorizzate Ferrari, la Sauber di Nasr e la rossa di Vettel. Il Cavallino ha scelto una politica conservativa. Non ha introdotto modifiche aerodinamiche di rilievo, che saranno testate in pista solo quando i dati in galleria del vento saranno sufficientemente solidi. L'assetto del motore e dell'ala posteriore è lo stesso visto in alcuni run a Barcellona. Poche le novità anche in casa Mercedes, che ha mantenuto le telecamere montate sul muso e il monopilone di sostegno all'ala posteriore. Spiccano i collettori più ampi, perché l'aumento di potenza dei motori passa per una sovralimentazione diversa, a impulsi.
Red Bull, nuova ala – Non si è ancora visto il muso corto della Red Bull, che non ha passato i crash test, ma Ricciardo e Kvyat hanno comunque utilizzato una nuova ala anteriore con cinque flap supplementari, con l'obiettivo di aumentare il carico aerodinamico, una costante per i tecnici di Milton Keynes, senza aumentare troppo la resistenza all'avanzamento. Ma viste le prestazioni di Kvyat nella simulazione di gara, le innovazioni non hanno prodotto i risultati sperati. L'assenza di Ricciardo, che ha saltato tutta la FP2 per un problema al motore, ha tolto una quota significativa di dati su cui lavorare ai tecnici, chiamati quest'anno a rincorrere ancor più dell'anno scorso, con il gap di potenza tra le power unit Mercedes e Renault ancora più netto dell'anno scorso e l'inserimento sperato delle Ferrari nella lotta per il podio.
Caos Sauber – In Sauber il primo weekend del Mondiale parte con uno scenario quasi beckettiano. Dopo aver vinto la causa contro il team, Van der Garde si è presentato negli uffici della Federazione per richiedere la superlicenza, ha fatto le prove sedile mentre i suoi avvocati hanno addirittura chiesto l'arresto della team principal Monisha Kaltenborn. Una posizione di forza che, insieme alla minaccia di mettere i beni sotto sequestro, ha spinto la Sauber a disertare la FP1 e avviare quelli che i legali del pilota olandese hanno definito "colloqui costruttivi". Discussioni che proseguiranno, in aula, nella mattinata australiana di domani (alle 9.30). E per allora un accordo quasi certamente si troverà.
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