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F1, GP Australia: gioia Vettel! Ferrari in prima fila dopo due anni

Era dal GP di Singapore che una Ferrari non partiva in prima fila. Vettel fa la differenza nel secondo settore. Hamilton vola: pole numero 62, la sesta in Australia. Raikkonen paga oltre un secondo. Ricciardo contro le barriere. Giovinazzi, esordio con tanti rimpianti: senza l’ultimo errore sarebbe entrato in Q2. McLaren: tunnel senza luce.
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Hamilton da record. E' di nuovo lui l'uomo da battere. Il vice campione del mondo vola (1.22.188) e firma la sesta pole position in Australia (nessuno come lui). La contro-copertina della gara, però, spetta di diritto a Vettel. Forte del miglior tempo nel secondo settore in Q2, stampa un ultimo tentativo spettacolare e in extremis riporta una Ferrari in prima fila per la prima volta dal GP di Singapore del 2015, staccato di 268 millesimi. Tutta finlandese la seconda fila con Bottas davanti a un Raikkonen lontano oltre un secondo da Hamilton. Verstappen deve accontentarsi del quinto posto e apre la terza fila con Grosjean, che non partiva così avanti da Montreal 2015. In quarta ci saranno Massa e Sainz, Kvyat e Ricciardo, finito contro le barriere al primo tentativo in Q3, completano la top 10.  Tagliati in Q1 Magnussen, Vandoorne, Stroll, Palmer e Giovinazzi, battuto in extremis dal compagno di squadra. Ericsson, però, rimane fuori dalla Q3 come Perez, condizionato da problemi al motore e da "esitazioni" al cambio dalla quarta marcia in su, Hulkenberg, Alonso, che chiude col tredicesimo tempo, e Ocon.

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Nuove regole, stessi valori

Due Mercedes, due Ferrari, due Rull, due Toro Rosso, la Williams del figliol prodigo Massa e la Haas di un soddisfattissimo Grosjean. La lineup della top-10 di questo primo GP dell'era post-Ecclestone, delle gomme larghe e dei motori più veloci di sempre, non è poi così diversa dallo spettacolo visto in tutta la scorsa stagione, nei valori e nelle gerarchie. Partiranno tutti con le ultrasoft, con un set usato solo per un tentativo lanciato, compreso Hamilton che in un primo momento sembrava avesse effettuato anche il suo secondo giro in Q2 con lo stesso treno di gomme. La vera differenza rispetto all'anno scorso sta nel brivido della velocità che si respira in ogni camera car e si traduce nei tempi record del weekend.

Ferrari, che show!

Vettel è stato l'ultimo a lasciare il paddock ieri sera. Ha affinato ogni dettaglio del set up, e le scelte hanno funzionato eccome. Primo nell'ultima sessione di libere, dimostra che il divario dalle Frecce d'Argento si più contenere anche sul giro secco quest'anno. Ha girato benissimo per tutta la qualifica nel secondo settore, il più guidato. Nel tentativo che ha permesso al Cavallino di ritrovare la prima fila dopo quasi due anni, ha detto, "ho perso qualcosa alla curva 1 e alla 9 ma in ogni caso non credo che sarei riuscito a stare davanti a Hamilton"

Raikkonen, invece, in Q2 va subito lungo al primo giro lanciato senza però rovinare un set di ultrasoft potenzialmente determinante nell'ottica di medio periodo. Ma in Q3 rimane troppo staccato anche dal compagno di squadra.

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La Red Bull non è ancora da podio

Dani Ricciardo non avrebbe voluto un finale così per la prima qualifica dell'anno nel GP di casa: va largo alla curva 14, un punto in cui raramente si finisce fuori pista, perde il controllo del posteriore e si schianta contro le barriere nel primo giro lanciato in Q3. Deve rinunciare alla lotta per la pole, o realisticamente per un posto in seconda fila, e rassegnarsi a una gara in salita.

Insegue anche Max Verstappen, che l'ha detto chiaramente: la Red Bull non è ancora una seria concorrente per il titolo. E forse nemmeno per la vittoria a Melbourne. Questioni di potenza frenano le ambizioni di una scuderia che vorrebbe un propulsore in grado di mettere le ali, come il main sponsor racconta di poter fare. Non si è dato obiettivi per questa gara e per la stagione Verstappen, non più unico teenager sulla griglia di partenza, che inizia con una prima sessione non del tutto convincente. Un bloccaggio della ruota esterna condiziona la sua Q1, ma con le ultrasoft il divario da Ferrari e Mercedes supera il mezzo secondo.

Stroll, Giovinazzi e i peccati di gioventù

E' entrato in Formula 1 "con i soldi di papà". Una responsabilità pesante per Lance Stroll. Sarà l'osservato speciale, non gli si perdonerà l'età, non avrà il tempo di adattarsi e di imparare. Deve dimostrare presto di essere degno del circus e non solo un privilegiato entrato in F1 grazie al potere del cognome e non al talento. A Melbourne, però, si è visto un pilota con una guida ancora tutta da affinare, una guida d'istinto, nervosa, con la macchina troppo instabile. Ha fatto fatica a domare la Williams, e l'incidente nell'ultima sessione di libere che porta alla sostituzione del cambio e alla prima penalizzazione (perde cinque posizioni in griglia) racconta quanto ancora abbia da imparare. "La mia prestazione non dimostra il nostro livello" spiega Stroll, comunque tagliato fuori dalla Q2.

Un errore all'ultima curva frena anche Giovinazzi, il primo italiano in Formula 1 in cinque anni. Un grande rimpianto per il talento cresciuto nella Ferrari Drivers Academy che ha esordito direttamente in FP3 e mostrava un passo e un tempo buoni per entrare in Q2. Il potenziale, dunque, c'è per l'azzurro che si ritrova in pista per la rivedibile gestione complessiva del "caso Wehrlein". L'ex Manor, infatti, ha problemi alla schiena da gennaio, dall'incidente nella Race of Champions, ma tutti hanno nascosto la reale situazione fino alla fine delle libere. Wehrlein ha confessato di non essere in forma per reggere tutta la gara: ma allora perché non fare un passo indietro subito e magari consentire alla promessa di Martina Franca di prendere confidenza con la monoposto già dal venerdì. E la differenza si sarebbe quasi certamente vista.

McLaren, un terzo fallimento annunciato

"Alla Honda sanno cosa devono fare". Al terzo anno in Formula 1, la domanda di Martin Brundle, che segue il Mondiale per Sky Sports UK, si fa sempre più pressante. E a dispetto delle rassicurazioni di facciata, le indiscrezioni che parlano di un possibile passaggio ai motori Mercedes danno la misura di quanto la pazienza del team di Woking sia vicina al suo limite. Certo, anche la scuderia che non riesce a risolvere il problema di flusso di carburante a Vandoorne dopo un bloccaggio in Q1 ha le sue responsabilità per questo che si avvia già dalla prima gara ad essere un terzo fallimento annunciato.

Alonso riesce quanto meno a centrare la Q2, e in questa situazione è il massimo che si può chiedere all'asturiano e alla vettura. "Adesso abbiamo bisogno di un po' di pioggia" ammette subito dopo la Q1 via radio. Non aveva certo bisogno, invece, del calo di potenza dopo essere salito sul cordolo che lo costringe a entrare immediatamente ai box e rinunciare alla lotta per entrare in top-10. Sul ponte sventola bandiera bianca.

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