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F1, GP Austria, doppietta Mercedes nel regno Red Bull

Rosberg arriva di nuovo davanti a Hamilton: ora ha 29 punti di vantaggio. Bene la Williams, primo podio in carriera per Bottas. Alonso ancora quinto, soffre anche contro le Force India. E arrivano le prime frecciatine contro Raikkonen. La Red Bull fallisce in casa.
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Dopo le sorprese in qualifica, la logica torna a trionfare a Zeltweg. Sul breve circuito di proprietà di Mateschitz, azionista Red Bull, sulle colline della Stiria, è di nuovo doppietta Mercedes. Si è dunque realizzata la promessa di Niki Lauda, entrato in polemica con la Red Bull perché ha deciso di cambiare il nome della curva dedicata a lui e intitolarla allo sponsor Rauch. "Vorrà dire che faremo doppietta" diceva Lauda, e così è stato. Un trionfo che comunque ha esacerbato ulteriormente la tensione interna tra Rosberg, ancora vincitore, e Hamilton. Il britannico, partito decimo dopo gli errori in qualifica, è partito molto deciso, si è ritrovato quinto praticamente dopo mezzo giro, e ha chiuso secondo perdendo comunque altri punti dal compagno di squadra in classifica mondiale. La pressione adesso è tutta su Hamilton, considerato il pilota più veloce del mondiale che ha trovato in casa un rivale pericoloso, capace di andare sistematicamente più forte di lui tanto in qualifica quanto in gara e di arrivare sul podio in tutte le gare di questa stagione. Come ha riferito Giorgio Piola ai microfoni della Rai, a Montreal Hamilton ha disobbedito agli ordini di scuderia, agli ingegneri che gli chiedevano di spostare più verso il posteriore il bilanciamento dei freni, e provocato così l’ebollizione dell’impianto idraulico che l’ha costretto al ritiro. Così, al di là dei punti persi nei confronti di Rosberg, che ne ha 29 di vantaggio, sembra aver perso punti in scuderia, e questi potrebbero essere più difficili da recuperare.

Messaggi in codice? – Sono tornate anche le comunicazioni apparentemente in codice. Stavolta è la Mercedes a dare un messaggio difficile da decifrare negli ultimi giri: “Usate la strategia 6 di qua fino alla fine". Un messaggio che forse suggeriva una modalità più conservativa, anche perché i distacchi, vista anche la lunghezza della pista, sono più contenuti del solito, appena 8 secondi di vantaggio verso Bottas. E a Hamilton l'ingegnere riferisce poco dopo: Abbiamo due giri con il motore in modalità 2, ma usali solo se è strettamente necessario". E' stata proprio la Red Bull padrona di casa la prima a lanciare l'anno scorso ordini di scuderia in codice: allora fu "multi 2-1" a Sepang“Multi-21′ significa auto due davanti all’auto uno” spiegava Horner l’anno scorso. “Non è così complicato”. Tuttavia Vettel non rispettò gli ordini di scuderia, anzi sorpassò il compagno di squadra Mark Webber, che a fine stagione lascerà la scuderia e la F1. Quest'anno, sempre in Malesia, è stata la volta di “Default 1-3″ (1 e 3 sono i numeri delle monoposto di Vettel e Ricciardo che, al pit stop, viene di fatto mandato in pista troppo presto, con la gomma anteriore sinistra non fissata bene, e poi viene richiamato, fatto fermare alla fine della pit lane, perché non può rientrare al box in retromarcia).

Ferrari, luci e ombre – Difficile ormai trovare qualcosa di nuovo per una Ferrari in cui nulla sembra davvero funzionare, in cui nessuna delle innovazioni aerodinamiche è in grado di chiudere il gap con le altre. L'aspetto ancora più preoccupante di questo GP è che Alonso non è in grado di schiodarsi dalla quinta posizione indipendentemente dagli avversari che si ritrova di fronte. Il Mondiale era partito con la Ferrari idealmente terza scuderia dietro Mercedes e Red Bull, ma sul circuito di casa Vettel e Ricciardo hanno avuto solo problemi, con il tedesco fermo dopo un giro. Eppure Alonso ha fatto fatica a tenere il ritmo di Bottas, che ha ringraziato tutta la squadra dopo aver festeggiato il suo primo podio in F1, Massa e perfino della Force India, bella la gara di Perez partito cinque posizioni più indietro in griglia rispetto al tempo di qualifica per l'incidente di Montreal, inutile la difesa della scuderia, e arrivato davanti al compagno di squadra Hulkenberg. Proprio Massa, che aveva speronato il messicano in Canada, si è trovato di nuovo rallentato da Perez, che non aveva ancora cambiato le gomme, dopo il primo pit stop. E chissà che sarebbe successo se Massa fosse stato fatto fermare prima visto che la strategia di ritardare la sosta non ha pagato perché le Williams hanno perso quasi un secondo a giro. Croniche ormai le difficoltà di adattamento di Kimi Raikkonen, afflitto da problemi al DRS nei primi giri e mai competitivo, al di là del punticino conquistato che non può certo essere di consolazione.

ORDINE DI ARRIVO

1 Rosberg
2 Hamilton
3 Bottas
4 Massa
5 Alonso
6 Perez
7 Magnussen
8 Ricciardo
9 Hulkenberg
10 Raikkonen
11 Button
12 Maldonado
13 Sutil
14 Grosjean
15 Bianchi
16 Kobayashi
17 Chilton
18 Ericsson
19 Gutierrez

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