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F1, GP Austria, monologo Mercedes nelle qualifiche-caos

Tra la pioggia e le oltre 50 posizioni di penalità distribuite tra Button, Alonso e Kvyat, le Mercedes battono anche la confusione. Naufraga invece Raikkonen, che pensa di avere tempo ancora per un altro giro e si ritrova tagliato in Q1. Terzo Vettel.
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Mercedes, sempre Mercedes, fortissimamente Mercedes. Vettel tiene, Raikkonen naufraga (18° tempo) e può dare solo la colpa a se stesso. Le Frecce d'Argento conquistano la prima fila anche nel circuito della Red Bull. Hamilton, nonostante un weekend e un sabato con qualche errore di troppo, stampa la pole numero 45 in carriera, la settima stagionale. Il duello con Rosberg accende la Q3. E' del tedesco il primo duello, con il campione del mondo che perde quattro decimi, praticamente tutti nel secondo settore. Hamilton rovina anche l'ultimo, con un fuoripista alla curva 2; il tedesco vola, firma il miglior intermedio nel secondo settore, ma sbaglia anche lui all'ultima curva e per la quarta volta dovrà accontentarsi di partire dalla piazza d'onore in prima fila. Terzo Vettel, staccato di 4 decimi, che partirà accanto a Massa. Quinto Hulkenberg, evidentemente rinvigorito dalla vittoria alla 24 Ore di Le Mans in scuderia con Tandy e Bamber, che non andava così bene in qualifica dal quarto tempo di Silverstone dell'anno scorso. Proprio all'ultimo secondo, ha bruciato Bottas, che si deve accontentare della sesta posizione. Il settimo posto è il giusto premio per la qualifica solida di Max Verstappen. L'olandese chiude settimo appena davanti a Kvyat, che però deve scontare  dieci posizioni di penalità per aver sostituito il quinto motore.

Fallimento Raikkonen – Il caos e la pioggia sparigliano destini e fortune sulle colline della Stiria. Ne fa le spese più di tutti Kimi Raikkonen, 18° e tagliato fuori in Q1 come non succedeva dal GP di Ungheria dell'anno scorso quando il muretto lo tenne troppo tempo nei box per risparmiare un treno di gomme. Nell'ultimo giro lanciato, il finlandese è stato di fatto escluso dalla Q2 da Fernando Alonso, che deve scontare 20 posizioni di penalità per aver sostituito il motore. Il finlandese pensava di avere il tempo per fare ancora un giro prima della bandiera e ha rallentato per creare dello spazio dalle monoposto che lo precedevano. Non c'è stato nessun problema, dunque, sulla macchina di Iceman, nessun inconveniente tecnico: di sicuro episodi del genere non aiutano le chances di rinnovo del contratto. E il fallimento del finlandese stona ancor di più di fronte a un Vettel primo nell'ultima sessione di libere e per una manciata di secondi in Q2 ma sempre a ridosso delle Mercedes (è terzo, staccato di 7 decimi alla fine del secondo stint).

Red Bull-Ferrari, solo utopia? – Gradualmente la pista si asciuga e i tempi si abbassano. Hamilton, finito lungo alla seconda curva nell'ultimo tentativo in Q1, continua a navigare intorno al decimo tempo anche per la prima metà del secondo stint. finché non stampa l'1:10.188 che gli vale il terzo posto in Q2. Rosberg, primo a scendere sotto l'1:10 e unico ad andare sotto l'1:09 alla fine della Q2, infila parziali record e l'unico che gli tiene testa con la pista umida è Daniil Kvyat, che prova quanto meno a risollevare parzialmente una Red Bull che più opaca non si può, almeno sul circuito di casa. A complicare ancor di più questo weekend, comunque, arrivano i piccoli problemi che Ricciardo comincia ad avvertire in frenata e con un lentissimo primo settore nell'ultimo giro lanciato, complice un'uscita decisamente lunga alla terza curva, abbandona ogni speranza di entrare tra i primi 10, così come Maldonado, che pure ieri dissertava delle sue possibilità di star davanti alle Williams. D'altra parte, va anche considerato che i primi 10 partono in gara con le gomme usate per fare il tempo in Q2, e con le condizioni meteo così variabili, il bilanciamento tra attaccare per entrare in Q3 e non rischiare bloccaggi delle ruote che potrebbero compromettere il treno di pneumatici nella prima parte di gara non è così semplice da trovare. La Red Bull, che ha optato per la sostituzione tattica del propulsore anche sulla vettura di Daniel Ricciardo, prova l'umiliazione di partire decisamente indietro in griglia nel gran premio di casa. Il proprietario della scuderia, e dell'impianto, Dieter Mateschitz ha rotto gli indugi nella guerra interna con Renault, in attesa del nuovo motore che dovrebbe essere presentato a Spa, e annunciato che potrebbe anche decidere di chiedere alla Ferrari di fornire i propulsori. Sarà vero o si tratta di una semplice provocazione? Christian Horner, intervistato da Sky Sports inglese, ha smentito la possibilità di passare dai francesi, che al momento secondo le stime pagano ancora un gap di 80 cavalli rispetto alle unità delle Mercedes, a quelli del Cavallino.

Penalità esagerate? – Lo Spielberg è destinato ad aprire serie riflessioni anche in materia di regolamenti. Perché è vero che le scuderie si sono trovate a cercare un sistema di pesi e contrappesi per limitare i costi, e sono arrivate da una parte a limitare le possibilità di sviluppo dei motori (congelamento e gettoni) e dall'altra a porre una soglia di propulsori da poter usare in ciascuna stagione. Ma le 45 posizioni di penalità accumulate da Button e Alonso creano un precedente che va anche oltre il buonsenso. Certo, ci sarà da scontare il drive through perché naturalmente non sarà possibile scontare la penalizzazione interamente in griglia, ma che senso ha dare 25 posizioni di penalità con 20 macchine iscritte al Mondiale? Al di là della forma, comunque, anche la scelta di cumulare le penalizzazioni per la sostituzione del motore con quelle per il ricambio delle singole componenti potrebbe costituire elemento di riflessione alla luce della situazione che si è venuta a creare in casa McLaren. Dove comunque, nonostante il disastro, trovano comunque il modo di ostentare sorrisi e battute su Twitter. "In questo momento partiremo più o meno… in India" scrivono. Si ride per non piangere.

GP AUSTRIA – QUALIFICHE, L'ORDINE DI ARRIVO

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