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F1, GP Azerbaigian: Baku, il circuito stradale più veloce del Mondiale

Il circuito di Baku si percorre per oltre il 50% del tempo sul giro con il gas aperto. Ha la curva più stretta del Mondiale, solo 7.6 metri di carreggiata alla 9, e più di due chilometri di rettilineo verso la prima staccata. Ferrari porta dieci treni di ultrasoft, che debuttano su questo tracciato.
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È il circuito stradale più veloce del Mondiale, con il rettilineo più lungo della stagione. Baku, ha detto Daniel Ricciardo, “è diverso dagli altri circuiti cittadini. Perché qui ci sono molti punti per sorpassare. Ma non hai margini di errore, se blocchi le ruote in frenata vai sul muro. La parte più difficile è proprio trovare il limite in frenata. Hai la prima curva, la seconda curva, poi il lungo rettilineo con il DRS. Vai al massimo, vedi il muro che si avvicina, si avvicina, si avvicina, e l'istinto è di frenare, frenare, frenare. È questa la grande sfida, è un circuito veloce dove devi essere molto bravo ad aggredire in staccata”.

I fattori chiave: basso carico e sospensioni morbide

A Baku, i piloti percorrono il 56% del tempo sul giro con il gas aperto, anche per effetto del rettilineo d'arrivo di oltre due chilometri. In qualifica l’anno scorso Lewis Hamilton ha realizzato un giro ad una media di oltre 214 kmh. I tecnici Brembo l'hanno indicato fra i tracciati mediamente impegnativi per i freni, sollecitati nelle curve tecniche come la 8 e la 15 e nei continui cambi di direzione fra la T1 e la T4. Le 11 frenate di ogni giro e l’estrema lunghezza della pista (oltre 6 km) comportano un impiego dei freni di quasi 17 secondi per giro, 6 in più del Circuit Gilles-Villeneuve di Montreal, con decelerazioni massime di 4,2 g.

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Per questo, su un tracciato con livelli di grip inizialmente bassi e crescenti via via che la pista si gomma, i team ricercano un assetto a basso carico per ricercare la massima velocità in rettilineo e un set-up morbido, non rigido, delle sospensioni per consentire di usare i cordoli e le parti asfaltate all'esterno della pista.

Un giro di pista

Passano solo 206 metri dalla pole position alla prima curva, la distanza più breve del Mondiale. Qui Daniel Ricciardo ha firmato l'anno scorso il miglior sorpasso del 2017, una manovra da manuale in cui ha passato Felipe Massa, Lance Stroll e Nico Hulkenberg.

I piloti passano in 50 metri e 1,79 secondi da 317 a 126 kmh, per uscire in una sezione molto stretta, un aspetto che rende la prima curva particolarmente delicata soprattutto nei primi giri con le gomme e i freni freddi dopo il lunghissimo rettilineo che porta alla linea del traguardo.

Le prime curve lente

Inizia qui una serie di curve a 90 gradi, fino alla 4, in successione con una zona di DRS fra la 2 e la 3 per incentivare i sorpassi nel corso della gara. Proprio alla 3 i piloti affrontano la frenata più dura: vi arrivano a 315 kmh e in soli 2,3 secondi scendono a 99 kmh con un carico di 139 kg sul pedale e una decelerazione di 4,8 g. Si percorrono poi due brevi rettilinei raccordati dalla veloce chicane sinistra-destra, curve 5 e 6, che segna la conclusione di un primo settore in cui sarà fondamentale gestire la temperatura dei freni e individuare al meglio il punto di corda in ingresso di curva.

La curva più stretta della stagione

Il secondo settore è più tortuoso, quasi avvolto su se stesso. La curva 7, dove spesso i piloti arrivano al bloccaggio delle ruote, inaugura uno dei tratti più delicati del tracciato. I piloti attraversano la città vecchia, con insidie non comuni: alla curva 9 la carreggiata si restringe a soli 7.6 metri, è il punto più stretto di tutto il Mondiale.

Questo tratto sbuca nelle curve 11 e 12, la doppia sinistra-destra dove Lewis Hamilton è andato a sbattere durante le qualifiche l'anno scorso. Un punto delicato, questo, quando il sole scende dietro l'orizzonte e individuare i punti di riferimento per entrare in curva si fa più difficile.

Oltre 2 km senza frenare

La pista poi scende verso la 13 e la 14, due curve veloci a destra, poi affrontano l'ultima delle frenate impegnative, la 15. La staccata dura 51 metri e 1,89 secondi, impone una decelerazione di 4,6 g e richiede un carico sul pedale del freno di 129 kg.

Si prosegue verso verso la 16, un'altra curva a 90 gradi, teatro della collisione fra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton in regime di safety car un anno fa.

Il terzo settore, che inizia all'uscita della 16, ultimo punto in cui si toccano i freni, si riassume di fatto nel lungo rettilineo che costeggia il viale Neftchilar, anticipato dalle ultime pieghe, curve 17-19, che rappresenta l'ultimo, fondamentale, punto di sorpasso grazie al DRS.

Le gomme: prima volta a Baku per le Ultrasoft

In Azerbaijan, dove quest'anno si corre due mesi prima rispetto al 2017, Pirelli schiera le mescole soft, supersoft e ultrasoft, che debuttano su questo tracciato. Quindi, visto che le gomme sono tutte di un grado più tenero rispetto all'anno scorso, la gamma si può considerare di due step più morbida rispetto al 2017.

“Il Gran Premio dell’Azerbaijan dovrebbe disputarsi in condizioni diverse quest’anno” ha spiegato il responsabile car racing Mario Isola per spiegare le ragioni dell'allocazione per un GP che parte alle 16 con una temperatura dell'asfalto sempre più bassa via via che la gara prosegue. Sarà difficile, aggiunge, che si raggiungano i 50 gradi dell'anno scorso. “Con i nuovi regolamenti, la nomination nel 2017 era stata forse un po’ troppo conservativa e non vennero praticamente usati i P Zero White medium. Per il 2018 abbiamo nominato mescole più morbide: ciò dovrebbe portare a un’ampia varietà di strategie, come si è visto nelle ultime due gare in Bahrain e Cina”.

Le scelte dei piloti: Ferrari più aggressiva

La Ferrari porta dieci treni di ultrasoft su tredici disponibili. Due “rosse” per Vettel, che in caso di terzo successo in quattro gare si ritroverebbe in una posizione di forza per il titolo: in 13 occasioni su 13 dal 1990 chi ha centrato tre primi posti nelle prime quattro gare ha sempre vinto il Mondiale. Due “gialle” per Raikkonen, che da 13 anni non partiva in prima fila per tre gare consecutive e potrebbe diventare il più anziano in pole dai tempi del 41enne Nigel Mansell nel 1994, e sogna la prima vittoria a 98 GP dall'ultima volta (il record, di Patrese, è di 99).

Portano dieci treni di ultrasoft anche le Sauber-Alfa Romeo e la McLaren di Vandoorne. Nove invece i set della mescola più morbida per le Mercedes, con qualche differenza fra i piloti: Hamilton abbina due soft e due supersoft, Bottas sceglie una "gialla" e tre "rosse".

Più conservativa la Red Bull, che a Baku potrebbe festeggiare i 150 podi: otto "viola", tre supersoft e due soft per entrambi i piloti. Renault, con Hulkenberg che da 58 GP non viene eliminato in Q1, la striscia più lunga di sempre, ha la minore dotazione di ultrasoft, solo sette, con quattro di supersoft e due di soft per entrambi i piloti.

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