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F1, GP Bahrain 2010: Alonso trionfa al debutto in Ferrari

E’ il primo GP con le nuove regole e il nuovo sistema di punteggio. Michael Schumacher rientra in F1 dopo tre anni. Fernando Alonso diventa il quinto pilota dopo Fangio, Andretti, Mansell e Raikkonen a vincere alla prima gara in Ferrari. Storia e numeri del GP del Bahrain.
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Se fossi il personaggio di un libro o di un film, sarei James Bond. Ho vinto il settimo mondiale al 700 gran premio, dunque 007”. Gli occhi del mondo, alla vigilia della stagione 2010, sono tutti per lui, per Michael Schumacher, che ha deciso di tornare in Formula 1 dopo tre anni. Il circus è di nuovo, come titola la Bild, lo “Schumiverso”, l’universo di Schumi.

Nuove regole – Ma non è più la sua Formula 1. In tre anni è cambiato tanto. Sono cambiate le macchine, si sono ristrette le gomme e c’è più sottosterzo, che Schumi non ha mai gradito troppo. Ssono cambiati i regolamenti, entra in vigore il nuovo sistema di punteggio che assegna 25 punti al vincitore e premia i primi 10, e per la prima volta dal 1993 sono vietati i rifornimenti di carburante in gara. Il Mondiale 2010 si apre a Sakhir. Schumacher conosce bene il circuito, è stato un consulente prezioso nella fase di realizzazione del tracciato, creazione dell’ingegner Tilke, e ha vinto la prima edizione. Per questo l’anno scorso, in occasione del gran premio numero 900 nella storia della Formula 1, gli organizzatori hanno deciso di intitolargli la prima curva, come già capitato nel 2007 al Nurburgring, quando la chicane sinistra-destra (curva 8-9) è diventata “la S di Schumacher”. Per celebrare i 60 anni della Formula 1, si corre su una configurazione diversa da quella canonica, la “Endurance Circuit”, con un ulteriore complesso di curve dopo la 4, e una lunghezza complessiva di 6,299 km.

Il debutto di Alonso – Il sipario della nuova stagione si apre con tre nuovi team, Virgin Racing, Lotus e HRT, che ha saltato tutti i test invernali e si presenta direttamente a Sakhir, senza aver nemmeno mai provato un pit stop. Non è un caso che sia proprio il rookie della scuderia spagnola, Karun Chandhok, a firmare la prima brutta figura del campionato: il debutto del pilota indiano, che in qualifica gira 10 secondi più lento dei primi, dura infatti un solo giro. Ma è un altro l’esordio che riaccende l’attenzione e l’entusiasmo. È il debutto di Fernando Alonso in Ferrari.

La griglia di partenza – In qualifica, è Sebastian Vettel, che chiuderà la stagione con il primo dei suoi quattro titoli consecutivi, a stampare la pole in extremis in Q3, davanti alle due rosse, che pure dovranno cambiare entrambi i motori prima della gara per l’eccessivo surriscaldamento. In prima fila, insieme al tedesco della Red Bull, parte Massa. Alonso è in seconda fila con Lewis Hamilton. Rosberg e Schumacher chiudono quinto e settimo, tra i due piloti Mercedes si inserisce Mark Webber. Jenson Button campione del mondo in carica, è solo ottavo.

La gara – In gara, forse anche per i nuovi regolamenti e per le temperature molto elevate, restano tutti piuttosto prudenti. Vettel difende il primo posto, Alonso infila Massa alla prima curva, e le gerarchie definite al termine del primo giro resteranno a lungo invariate, almeno in testa. Dietro i primi tre viaggiano Hamilton e Rosberg, seguiti da Schumacher e Button. Non si vedono staccate al limite, nessuno spinge al massimo per salvaguardare il motore e non spiattellare le gomme. Alonso, come spiegherà a fine gara, vuole aspettare gli ultimi dieci giri per attaccare Vettel. Non è un piano troppo audace, ma la fortuna lo aiuta lo stesso. Di colpo, Vettel perde più di un secondo dalla Ferrari, non va oltre i 270 kmh sul rettilineo d’arrivo: si pensa alla rottura dello scarico, si scoprirà che è solo un problema a una candela. Tanto basta, però, perché Alonso, Massa e Hamilton passino davanti al tedesco. Schumacher, dopo 91 vittorie e 154 piazzamenti sul podio, chiude sesto, a 44 secondi da Alonso, dietro anche al compagno di squadra, Rosberg.

Buon segno – Sul podio, sventola il rosso Ferrari. Il Cavallino festeggia la prima doppietta dal GP di Francia del 2008. Alonso, che non vinceva dal GP del Giappone dello stesso anno, firma il primo successo in rosso alla prima gara in Ferrari. Sembra proprio un buon segno. Anche nel 2006, infatti, l’ultima volta che il Mondiale si era aperto in Bahrain, Fernando vinse gara e Mondiale. “E' un giorno speciale per me” commenta l’asturiano. "Vincere è sempre particolare. Farlo con la Ferrari lo è ancora di più, vista la storia di questa squadra e viste le aspettative che ci sono quando si corre con questa macchina”.

I precedenti – Alonso entra così nella ristrettissima elite di piloti capaci di salire sul gradino più alto del podio alla prima gara in Ferrari. Ci riuscì Fangio, per primo, nel 1956: portò la rossa davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi in Argentina, in coppia con Luigi Musso, che l’anno dopo chiuse terzo il Mondiale e morì il 6 luglio 1958 per ferite riportate in un incidente alla Curva del Calvaire del Circuito di Reims. Nel 1971 alla lista si aggiunge Mario Andretti, chiamato nel team dopo la morte di Ignazio Giunti alla 1000 km di Buenos Aires. In Sudafrica, parte in seconda fila, è quarto, dietro all’altro ferrarista, Clay Regazzoni, che chiude terzo dietro a Jackie Stewart. Andretti, con la sua 312B, approfitta dei problemi alla sospensione di Denis Hulme, il neozelandese della McLaren, travolta da una crisi organizzativa e tecnica dopo la morte del fondatore, e inizia al meglio una stagione in cui, però, partecipa solo ad altre cinque gare senza mai salire sul podio. Passano altri 18 anni prima di vedere un altro esordiente trionfare alla prima in rosso. È il “Leone” Nigel Mansell, il “combattente nato, in lotta perenne con tutti, anche con se stesso” come lo ritraeva Enzo Ferrari. A Jacarepaguà, in Brasile, gran premio inaugurale del Mondiale 1989, la F1-89 presenta il cambio elettroidraulico al volante, un’idea rivoluzionaria per l’epoca, ma che preoccupa per la sua fragilità. Il britannico, sesto in griglia, che aveva collezionato 14 ritiri per guasti tecnici alla Williams, è il primo a portare sul gradino più alto del podio una macchina col cambio semiautomatico. Al traguardo precede la McLaren di Alain Prost e il brasiliano Mauricio Gugelmin, per la prima volta terzo in un GP. L’ultimo, prima di Alonso, è proprio il suo predecessore Kimi Raikkonen, in Australia, nel 2007, l’anno del suo unico trionfo Mondiale. Sembra proprio un buon segno. E poi, la Ferrari non apriva la stagione con una doppietta alla prima gara dal 2004, la miglior stagione dell’era Schumacher, campione del mondo già a Spa nel giorno della prima vittoria di Kimi all’università della Formula 1. Ma non sempre la storia si ripete.

GP BAHRAIN – STORIA E NUMERI

Edizione numero: 11

Prima edizione: 2004 (vittoria di Michael Schumacher, Ferrari)

Gara più lunga: 2014 (1h39'42″743)

Gara più breve:  2004 (1h 28m 34.875s )

Vittorie dalla pole: 4 su 10

Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: (Fernando Alonso, 2006, e Jenson Button, 2009 – 4°

Le vittorie Ferrari

2004 Schumacher

2007 Massa

2008 Massa

2010 Alonso

 

ALBO D'ORO PILOTI

Vittorie

3 Alonso

2 Massa, Vettel

1 Button, Hamilton, M.Schumacher

Pole position

2 Rosberg, M.Schumacher, Vettel

1 Alonso, Kubica, Massa, Trulli

ALBO D'ORO COSTRUTTORI

Vittorie

4 Ferrari

2 Red Bull, Renault

1 Brawn, Mercedes

Pole position

3 Ferrari

2 Mercedes, Red Bull

1 Renault, Sauber, Toyota

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