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F1, GP Bahrain: come si guida a Sakhir

Per celebrare la decima edizione del GP del Bahrain, si partirà al tramonto. Fondamentale il bilanciamento tra carico aerodinamico e ricerca della velocità, ancor più per Ferrari e Red Bull. Attenzione alla sabbia, che fa alzare la temperatura delle gomme.
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Edizione numero 10 del GP del Bahrain, sul primo circuito del Medio Oriente. Per celebrarla, l'impianto è stato dotato di un nuovo sistema di illuminazione, simile a quello che si trova a Abu Dhabi, perché la gara si svolgerà parzialmente in notturna, con partenza all'imbrunire come le qualifiche. Il circuito di Sakhir, creazione dell'architetto tedesco Hermann Tilke, come Sepang, è stato il primo a incorporare le zone asfaltate all'esterno della pista che ora si vedono in tutte le piste. Lungo 5.4 km, conta 15 curve raccordate da quattro lunghi rettilinei e, come il circuito malese, ha una parte iniziale e finale più veloci e un settore centrale più lento e “guidato”.

LA PISTA – La curva Schumacher che apre il tracciato ricorda un po' la prima curva a Sepang. Dal rettilineo in cui toccano anche i 320 kmh, i piloti vengono sottoposti a una forza che raggiunge i 5G per perdere 250 kmh in meno di 100 metri in modo da affrontare la stretta curva a destra in prima. L'angolo è stretto, ma la pista è larga e questo rende la prima curva uno dei punti più indicati per tentare un sorpasso. La doppia sinistra-destra porta a un altro rettilineo veloce che conduce alla curva 4, una delle più insidiose del tracciato, una lenta a destra che comporta un'altra frenata molto pronunciata. L'ampiezza della pista in questo punto permette i sorpassi, anche se spesso i piloti escono un po' troppo larghi. Si riparte in accelerazione per poi affrontare la veloce S e la curva a destra, alla 8, in cui la linea di uscita di curva può penalizzare il secondo lungo rettilineo. Molto difficili le curve 9 e 10, due svolte cieche a sinistra in cui il pilota non vede l'uscita e deve frenare e girare nello stesso tempo, passando dalla quinta alla prima e cercando di non bloccare le gomme anteriori. Si passa così al complesso di curve di media velocità (11, 12 e 13, in cui è importante una buona traiettoria d'uscita per guadagnare velocità nel rettifilo seguente). Alla 14 può essere vantaggioso frenare un po' prima per inserire meglio la vettura in curva e prepararsi, dopo la 15, al chilometro di rettifilo conclusivo.

LE CHIAVI – La successione di lunghe accelerazioni e brusche frenate rende tanto più importante, e tanto più difficile, trovare il giusto bilanciamento: una vettura troppo scarica potrebbe pattinare troppo in curva e essere poco stabile in staccata, ma un carico eccessivo va a penalizzare sulla velocità di punta. Un bilanciamento che sarà ancor più cruciale per la Ferrari e per la Red Bull, le cui power unit hanno un evidente gap in termini di velocità dalla Mercedes. L'asfalto, che è lo stesso usato ad Abu Dhabi, garantisce un'ottima aderenza, ma i test invernali hanno ulteriormente evidenziato che la sabbia del deserto crea un velo sopra l'asfalto e fa scivolare di più le monoposto, aumentando le temperature delle gomme. Tuttavia, visto che si partirà al tramonto, con un graduale abbassamento della temperatura dell'aria, i battistrada potrebbero soffrire meno. Alla luce anche dei test di gennaio, non dovrebbero esserci timori sull'usura dei pneumatici Pirelli che porta a Sakhir le mescole medie e morbide.

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