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GP Bahrain: Vettel, un’impresa da campione nella Formula 1 dei ragionieri

Vettel festeggia la seconda vittoria di fila. Firma un capolavoro con 39 giri completati senza una seconda sosta con le gomme Soft. L’uomo e il campione al servizio della macchina. Raikkonen rovina tutto al secondo pit stop: si avvia con una ruota ancora non svitata e investe un meccanico. Splendido Gasly, quarto.
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Una magia per il gran premio numero 200. Un capolavoro che rischiara una sera nel deserto di festa non completa, non compiuta, non allegra. Raikkonen combina un disastro al box, si avvia con una ruota non ancora staccata e travolge un meccanico. Vettel per un po' non può fermarsi, poi non vuole, poi il tempo assume un altro valore. E allora resta, allora tira, 39 giri con un solo treno di Soft come nessuno ha mai fatto nel weekend. Soffre e contrattacca, è spada e fioretto, ragione e sentimento. Bottas dietro è più veloce ma non basta, lo attacca una sola volta, all'ultimo giro, ma non lo passa.

Gasly, splendido quarto

Sale a 50 punti Vettel, con le due Mercedes dietro, con Hamilton che arpiona il settimo podio partendo dalla quinta fila o più indietro. Ma le jour de gloire è tutto per Gasly, che abbraccia tutta la squadra come se avesse vinto. E il quarto posto per la Toro Rosso vale più di una vittoria. Finisce davanti alle Force India, davanti alle McLaren, e lo schiaffo della Honda per l'orgoglio vale doppio. Con le Red Bull fuori gioco nello stesso giro, alla ribalta salgono gli altri. Completano la zona punti Magnussen, Hulkenberg, Alonso, Vandoorne, Ericsson, gara regolare che forse aiuterà ad aumentare la considerazione per lo svedese condizionata dal suo essere pilota "pagante" e Ocon.

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Il disastro ai box Ferrari

Fare squadra vuol dire condividere le gioie e affrontare insieme i momenti duri. Raikkonen, recordman di podi qui in Bahrain, partito per la prima volta in prima fila, riparte dopo la seconda sosta ma investe un meccanico, trasportato comunque cosciente al centro medico da cui fanno allontanare giornalisti e fotografi. Gli danno il via prima del tempo, come successo a Melbourne per i due piloti Haas, l'incidente rallenta anche il secondo pit stop di Vettel che comunque guadagna più di mezzo secondo a giro su Bottas. Lo fanno partire mentre la posteriore sinistra di fatto non è ancora montata, in Mercedes annunciano subito via radio: passiamo al piano B. Non basterà. La Ferrari, che a Melbourne ha vinto di squadra con le due punte contro una, oggi mette la punta migliore contro le due Frecce d'Argento. Mette il singolo al servizio della squadra, lo lascia in pista giro dopo giro fino al trionfo. E Vettel è straordinario. Controlla, senza mai andare in sovrasterzo nonostante gomme usurate, e sfodera una difesa finale su Bottas che l'anno scorso sarebbe stata impossibile. Misura netta, questa, dei progressi con la power unit Ferrari, che hanno spinto i motoristi a cambiare le posizioni delle singole componenti per rendere il posteriore ancora più estremo.

Vettel, buona partenza

Vettel scatta bene, Raikkonen non riesce invece a difendersi da Bottas mentre ditro Gasly parte fortissimo e per una curva si mette addirittura davanti a Ricciardo. Hamilton ha poco ritmo con le gomme soft nei primi giri e si trova incastrato anche da Perez. Verstappen illude la Red Bull con un duello scintillante nella notte del deserto col campione del mondo, ma nel passarlo fora la posteriore sinistra nel contatto con l'ala anteriore dell'olandese che parcheggia proprio mentre Ricciardo scorre lentamente e cede al quarto ritiro nelle ultime sei gare. Si spegne tutto, all'improvviso, cala il buio sul volante e sull'orizzonte dell'australiano, che ha avuto un problema elettrico evidente. Scende un buio cupo su quella che dovrebbe essere la terza forza del Mondiale. Newey, di fronte al primo doppio ritiro Red Bull dal GP di Monza del 2012, non può che disperarsi: finisce la serie di 38 gare a punti di fila, la sesta più lunga della F1, la più lunga per la scuderia.

La potenza Mercdes, con l'abilitazione al DRS, ne passa tre di fila (Hulkenberg, Alonso e Ocon in bagarre, che si aprono a ventaglio) mentre Gasly va ruota a ruota con Magnussen, senza paura.

Fa la gara della vita, il francese, che fa leva da sempre su uno stile di guida aggressivo, veloce, forte in frenata. E' un calciatore mancato, grande amico già da piccolo di Ocon, che un giorno a otto anni prova il kart dell'attuale stellina della Force India. Fu suo padre a invitarlo, e da quel momento Gasly abbandona definitivamente ogni sogno sotto il sole che batte sui campi di pallone.

Mercedes e Ferrari nei primi giri mantengono un ritmo paragonabile a quanto visto nelle long run al venerdì. Gradualmente, Bottas chiude il gap con Raikkonen, che scende a otto secondi dopo dodici tornate e sotto i 4 dopo 17. Hamilton, staccato di meno di 14 secondi da Vettel dopo un terzo di gara, può tentare l'undercut.

Pit stop: Vettel ferma prima, Bottas va sulle medie

Così sono le strategie a decidere la gara. Vettel, al 90mo gran premio con almeno un giro trascorso al comando, si ferma al 19mo e sceglie la gialla, la Soft, ma la Mercedes mantiene i piloti in pista. "Restiamo sul piano A" dicono gli ingegneri al campione del mondo. Raikkonen duplica la strategia, con un pit stop al giro successivo mentre Vettel con gomme fresche vola nel secondo e nel terzo settore. E guadagna oltre un secondo su Hamilton.

Un po' a sorpresa Bottas va direttamente sulle medie per andare fino alla fine. Stampa un gran giro, per staccarsi di dosso Raikkonen. Stampa anche un gran giro Vettel, alla 26ma tornata, e con il DRS sul lungo rettilineo di arrivo sorpassa Hamilton, rimasto in pista per rallentare il tedesco, rientra al giro successivo e va addirittura sulle medie. La sostanza è chiara: in Mercedes hanno sacrificato la gara del campione del mondo per consentire a Bottas più possibilità di vincere.

L'anno scorso, a parti invertite, in Mercedes avevano fatto lo stesso tenendo in pista Bottas per ostacolare, senza violare il regolamento, Vettel. Il finlandese scivolava, con la gomma consumatam rallentava a centro-curva, faceva da tappo girando anche un secondo e mezzo più lento del tedesco costretto però a lasciare tra i 6 e i 7 secondi in tre giri passati alle spalle del finlandese.

Alonso, triplo sorpasso da applausi

Incoraggiante il primo stint di Alonso. "Ho molto ritmo" dice via radio al suo ingegnere di pista che gli rivela come Gasly potrebbe avere dei problemi ai freni. Cambia strategia la McLaren, richiama lo spagnolo subito dopo il pit stop di Magnussen, stavolta senza problemi, al giro 15. Viste anche le prestazioni di Leclerc, che le usa e fa tempi migliori dei piloti del suo gruppo, Alonso rientra e monta le medie provando ad arrivare fino alla fine della gara.

L'asturiano, che dava mezzo secondo a Leclerc con le gialle nel secondo settore se si ovvervano i parziali migliori ma non faceva la differenza nei due tratti veloci, duella con Sirotkin e lo passa d'esperienza. Leclerc però soffre il confronto col compagno di squadra, che galleggia in zona punti con la media.

Ogni metro fa la differenza

Dopo il disastro al box Ferrari, i piloti continuano a chiedersi quale sia il ritmo ottimale, se la gomma reggerà fino al traguardo. Hamilton è il più veloce dei primi tre, il Cavallino medita la splendida follia, arrivare al traguardo senza una seconda sosta. Ma nessuno ha mai fatto così tanti giri con le soft come Vettel, che deve avvicinare i 40 con lo stesso treno per arrivare al traguardo senza fermarsi ancora. Lo cominciano a pensare anche in Mercedes, perché il ritmo di Vettel dopo oltre 25 giri è ancora molto buono. Perché i meccanici in Ferrari non hanno la postura, l'elettricità attiva di chi si prepara al pit stop. E allora Bottas va, senza più tempo per amministrare, libero e a tutta. Guadagna più di mezzo secondo a giro, mentre Hamilton continua a chiedere agi ingegneri di indicargli un tempo di riferimento, un ritmo da mantenere nonostante il traffico.

Nel giorno del capolavoro di Gasly, della riscossa di Ericsson, unico l'anno scorso mai a punti tra i piloti presenti a tutte le gare del Mondiale, nel giorno della delusione del cavallino Leclerc e di una McLaren solida, la tensione aumenta ad ogni giro, ad ogni metro, ad ogni chilometro. Ogni passo avanti è un passo in meno. Vettel vede Bottas ormai lì, a un passo, l'ombra grigia cresce alle spalle di Vettel. Un'ombra ingombrante, una, con l'ala mobile che può cambiare la storia. L'ultimo giro è un balletto, una danza a distanza, una lotta incandescente. Vettel gioca col destino a trecento all'ora. Chiama Bottas e lo chiude, lo sfida, si allunga, lo stacca. Con le nuove, speciali "pantofole", il tedesco amministra un treno di gomme soft per 39 giri. Risparmia gomma e benzina. E' lui l'asso pigliatutto.

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