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F1, GP Belgio: la pioggia salva Hamilton, la sfortuna abbatte Raikkonen

Scende la pioggia per qualche minuto in Q3. Come in ogni qualifica ibrida “bagnata”, è pole Mercedes: la 78ma per Hamilton. Bottas partirà ultimo ma con le gialle usate perché ha tirato la Q2. Raikkonen resta ai box per gli ultimi minuti, con la pista che migliora: è sesto. Vettel secondo, ottimo terzo Ocon che rischia di stare a piedi l’anno prossimo.
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La pioggia negli ultimi minuti del Q3 affolla la pista e rinforza la logica. Nell'era dell'ibrido, sotto l'acqua vince la Mercedes. Nonostante un'uscita di pista nel penultimo giro, Hamilton piazza l'acuto e centra la pole numero 78. All'altro estremo Bottas partirà ultimo per aver cambiato il motore: ha scelto però in maniera un po' bizzarra di tirare la Q2 con la gialla e con questa, usata, partirà in gara. Pper l'eufemistica gioia degli ingegneri che hanno lavorato su un setup per tre sessioni di libere e devono di fatto buttare tutto quando conta di più, il finale è elettrico. Vettel chiude secondo. Raikkonen, il re di Spa, non può lottare negli ultimi due minuti perché costretto a restare ai box. Partirà sesto dietro Ocon, Perez e Grosjean. Ma sul passo gara la Rossa dava anche più garanzie della Mercedes, che soffriva nel primo e nel terzo settore, i più veloci.

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Ferrari, problemini e speranze

La SF71H, la più completa delle monoposto, riesce a far la differenza nel primo e nel terzo settore. E Vettel, sotto la pioggia, ne stampa uno memorabile in Q3. La Rossa richiama Raikkonen a meno di due minuti dalla fine senza più tempo di un ultimo giro lanciato, forse per qualche problema visto come scuote la testa, mentre la pista migliora e Iceman scivola dietro.

La Ferrari, comunque, riesce ad adattarsi piuttosto bene a qualsiasi circuito ed è andata particolarmente bene con le medie nelle prove libere. Vettel, primo in FP4, era rimasto prudente dopo le prime sessioni con il motore evo 3. "E' difficile sapere come siamo messi con il motore nuovo, conviene attendere il termine di questo weekend e il prossimo, dato che a Monza conta la potenza pura" ha detto.

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La fiducia dopo le prime sessioni di Raikkonen, ultimo ferrarista a vincere qui nel 2009, che ieri ha assemblato i settori migliori nella composizione del giro ideale, è una prova ulteriore del buon lavoro a Maranello durante la pausa estiva. Con tutte le mescole, la Ferrari ha fatto vedere le cose migliori sul passo di gara.

Vettel anche negli stint di qualifica sull'asciutto è sembrato avere un po' più sottosterzo in percorrenza di curva 8 e 14, nel secondo settore, rispetto a Hamilton che riesce a stare più vicino al cordolo: non è da escludere un diverso settaggio dell'anteriore. In Q2, a parità di gomma (rossa), Vettel continua infatti a perdere qualcosa anche da un Raikkonen più stabile e continuo già da venerdì.

Mercedes, il mistero dell'acqua

A Berkeley hanno lavorato molto a livello di power unit. I due piloti hanno montato i nuovi 6 cilindri evoluti, anche per pareggiare la scelta Ferrari. Bottas ha montato il quarto motore e partirà ultimo: i tecnici evidentemente ritengono che sia più probabile una rimonta qui per il finlandese che su una pista come Monza. Tuttavia, per ragioni non immediatamente evidenti, decide di chiudere il suo giro lanciato in Q2 con gomma gialla che sarà anche la gomma Mercedes ma secondo Pirelli passano sempre 7 decimi tra Supersoft e Soft e 5 tra Soft e Media. E partire ultimo, dover rimontare con una gomma usata e meno performante della concorrenza non sembra la miglior scelta possibile. A meno di non voler sacrificare la gara di Bottas per far gioco di scia con Hamilton sotto la pioggia in Q3.

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La cura dei dettagli si compone anche di un'ala posteriore che appare decisamente più flessibile della concorrenza e micro-evoluzioni come i nuovi cerchi posteriori che dovrebbero contribuire a ridurre il surriscaldamento e migliorare l'estrazione dell'aria calda. Resta questo uno dei difetti, a voler indulgere nel perfezionismo che però al livello di dettaglio richiesto dalla Formula 1 è la norma e non l'eccezione, della W09. Non a caso i tecnici scoprono anche prima dalle termocoperte le ruote posteriori, ma non sono del tutto riusciti a permettere ai piloti, almeno nelle sessioni di prove libere, di arrivare alle ultime frenate con una gomma nella finestra di temperatura ideale per andare a staccare al limite, su un tracciato che visti i lunghi rettilinei non crea grandi problemi di raffreddamento dei freni.

Bottas, senza posizioni da guadagnare, va alla ricerca di dati con i tentativi abortiti in Q2 con gomma gialla. Sarebbe stato francamente senza senso completarlo, fare il tempo, e a quel punto essere obbligato a partire con una gomma meno performante, e usata, dovendo rimontare in gara dall'ultimo posto

Leclerc bene ma non benissimo

Non si qualifica Leclerc per la Q3, ma il risultato non adombra i progressi della Sauber. Con Frédéric Vasseur, il team ha aggiunto nello staff il capo degli aerodinamici Jan Monchaux, ex Toyota, Ferrari e Audi, e il direttore tecnico Simone Resta. Il percorso della scuderia sta esaltando, secondo una corrispondenza reciproca, le prestazioni di Leclerc che, a detta del suo manager Nicolas Todt a Autosport, "si sa adattare benissimo, anche nel passaggio da una categoria all'altra. E' uno che impara in fretta, che lavora duro, è sempre uno degli ultimi a lasciare la pista".

La velocità con cui ha iniziato a far meglio del compagno di squadra è la misura anche della sensibilità di guida del monegasco della scuola Ferrari che col tempo, con le gioie e i dolori per la morte del padre e dell'amico Jules Bianchi e del padre, è diventato più forte di testa: un pilota e una persona migliore. "Ero debole mentalmente all'inizio" ha candidamente confessato Leclerc, che ha iniziato addirittura a 11 anni le prime sessioni con un mental coach. "Prima ero un ragazzo molto emotivo, ma se non avessi lavorato su questo ora sarei diverso. Mi sento più calmo e non sento la pressione. Ti toglie molto peso sulle spalle". I pesi, se dovesse davvero arrivare in Ferrari al posto di Raikkonen, arriveranno eccome.

Ocon terzo e a piedi nel 2019?

La Williams non sentiva certo il bisogno del bizzarro caso di Lance Stroll, che deve chiedere al padre azionista Williams il permesso di liberarsi e poi domandare allo stesso padre proprietario della nuova Force India se potrà avere un volante nel team appena ridenominato. E' notte fonda, senza nessuna indicazione su come uscirne. E vale anche per le due McLaren, che restano staccate di sette decimi dal taglio in Q2. Chiaro che non fosse solo colpa della Honda l'anno scorso.

Il fallimento di Vandoorne, lontano tre decimi dall'asturiano sul circuito di casa, mantiene sul filo, e l'evoluzione in Force India tengono sul filo, anche in chiave mercato 2019, Esteban Ocon. Il francese del vivaio Mercedes si è visto chiudere da Ricciardo la strada che avrebbe potuto portarlo in Renault. McLaren però ha già un accordo con Sainz, scaricato in poche stagioni da Red Bull e Renault dove ha portato miglioramenti ma non rivoluzioni. E Ocon potrebbe anche saltare un giro, magari tornando a qualche titolo a Brackley, il team difficilmente vorrà lasciarlo andare dopo aver tanto investito negli anni su di lui, per tornare nel 2020.

Ricciardo finisce la stagione?

Ricciardo, che ha ottenuto 13 punti in più di Verstappen, è sempre più un separato in casa. E i distacchi dall'olandese volante resta stabile sul mezzo secondo e oltre. "Un pilota non cerca solo una macchina che vince, ma a volte sente il desiderio di andare a scrivere una nuova storia in un altro team, come feci io venendo in Ferrari nel 1989" ha detto a Sky Alain Prost, consulente Renault che gongola per l'accordo con un pilota di quelli in grado di trainare lo sviluppo della macchina anche a stagione in corso e far salire le prestazioni di Hulkenberg che spesso si adagia sui livelli del compagno. Finirà la stagione in Red Bull o il divorzio sarà concluso prima?

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