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F1, Gp Canada: Alonso, primo posto effimero ma non troppo

Fernando Alonso chiude in testa la prima sessione del venerdì. E’ un primato che fa morale, che restituisce ottimismo. Alcune delle novità promesse dalla Ferrari per Montreal si cominciano a vedere e iniziano a dare i frutti sperati. Vettel torna davanti a Ricciardo.
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Il primo posto nella prima sessione del venerdì è sempre un traguardo aleatorio, un primato che svanisce nel vento. Il miglior tempo nelle libere è una soddisfazione labile, sfuggente, è l'equivalente del principio di indeterminatezza di Heisenberg (e non c'entra Walter White). Non dice esattamente quanto sei andato veloce rispetto agli avversari, perché in tanti testano, provano soluzioni nuove, si nascondono, cercano dati di sviluppo più che punte di prestazione. E non permette di capire esattamente a che punto sei davvero rispetto alla concorrenza. Ma per la Ferrari di quest'anno, per un Alonso guidatore immalinconito da una monoposto che lo costringe a un mondiale da ballerino di fila, anche le soddisfazioni effimere pesano e rilevano. Montreal è uno step decisivo per lo sviluppo della Ferrari, dopo le promesse di evoluzioni significative sulla F14T. Non c'è stata proprio una rivoluzione, ma certo delle novità tecniche consistenti si vedono. Alonso, che ha passato molto tempo con gli ingegneri e al simulatore per migliorare assetto e aerodinamica della monoposto, ha stampato il miglior tempo nella prima sessione, di qualche centesimo più veloce di Hamilton e con ben 9 decimi di vantaggio su Vettel. L'asturiano ha sfruttato al meglio, nei primi 90 minuti, lo stint con le super-soft, più performanti rispetto alle gomme morbide: non a caso ha fatto registrare il terzo tempo con le soft. Raikkonen, che si è concesso un viaggio in 3D, chiede molto al posteriore soprattutto nei cambi di direzione, non a caso ha riprovato anche il doppio supporto abbandonato qualche gara fa, mentre Alonso affronta le chicane sfruttando più i cordoli, chiedendo di più all'ala anteriore. La sfortuna, comunque, non ha abbandonato Iceman, tradito nella prima sessione da problemi meccanici alla power unit. Qualche inconveniente anche per l'ex ferrarista Massa, che ha dovuto abbandonare la vettura per una perdita di potenza. Prime crepe, dunque, anche per le power unit Mercedes.

Mercedes, la forza nei dettagli – Sono i dettagli che spesso fanno la differenza. Lo sanno bene in casa Mercedes. Su un circuito in cui si viaggia per il 60% del giro in piena accelerazione, con un rettilineo principale percorso in 15 secondi, gli ingegneri tedeschi hanno confermato il monkey seat già visto a Monaco. In questo modo il flusso d'aria viene deviato verso l'alto e si massimizza la deportanza dell'ala posteriore. Non è bastato, però, per chiudere in testa la prima sessione.

Red Bull, ritorno Vettel – Il quarto posto di Vettel, finalmente più veloce del compagno di squadra Ricciardo, è figlio anche delle piccole innovazioni aerodinamiche pensate per abbassare il carico in Red Bull, sia al muso, con un nuovo disegno della protuberanza pensata per non violare i limiti di altezza imposti dal regolamento tecnico, che al posteriore, con un'ala praticamente quasi piatta.

McLaren, qualche luce – Si rivedono in top-10 anche le McLaren su un circuito non troppo dissimile da quello di Melbourne, dove Magnussen e Button hanno chiuso secondo e terzo. “Abbiamo un po' più fiducia nelle curve lente” ha ammesso Magnussen, “la macchina è molto buona dal punto di vista meccanico e questo aiuta molto alle basse velocità. Anche le prestazioni dei freni sono molto positive, e in circuiti come questo è importante. Il nostro problema è che ci manca un po' di carico aerodinamico, e difatti perdiamo di più nelle curve veloci”. Difficile, se non impossibile, che la McLaren possa interrompere la serie di 25 GP senza vittorie, la serie negativa più lunga degli ultimi 17 anni, dalle 49 gare senza successi intercorse tra Adelaide 1993 (vinse Senna) e Melbourne 1997, quando si impose David Coulthard.

Sicurezza – Su un circuito segnato dagli schianti al Muro dei Campioni, tutti i commissari sono stati aggiornati e riaddestrati. Una misura presa dopo la tragedia dell'anno scorso, la morte di Mark Robinson, 38 anni, durante le operazioni di recupero e rimozione della monoposto di Esteban Gutierrez. Le indagini hanno accertato fin da subito che la modalità errata dell’intervento era dovuta a un'insufficiente formazione di Robinson. Per questo, come riporta la Montreal gazette, sia la società Octane, che organizza il Gran Premio, sia l’Automobil Club dell’isola di Notre Dame (sede della corsa), sono state multate. Tutti i commissari, quest'anno, ricordano Robinson con la fascia nera al braccio. Gutierrez, però, il pilota più coinvolto emotivamente, ha dichiarato che i piloti non stanno pensando di fare altrettanto. “Al momento come Sauber non abbiamo nulla in programma. Abbiamo fatto qualcosa l’anno scorso, è stato un brutto momento per la famiglia. Ovviamente è importante mostrare rispetto, ma alcune cose non sono completamente nelle mie mani. È qualcosa che dobbiamo fare come decisione di gruppo, come team e come sport”. Il problema, ha concluso il messicano, “riguarda l’intera procedura del sistema di sicurezza. Non è qualcosa che pesa su un singolo pilota o su una singola squadra. Riguarda tutta la Formula 1”.

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