F1, GP Cina: ecco la vera Ferrari
Terzo all'arrivo e di nuovo terzo nel Mondiale. Alonso regala alla Ferrari una Pasqua di speranza dopo le difficoltà di inizio stagione. Su un tracciato che esalta le qualità dei piloti e la capacità di gestire la vettura e amministrare il consumo delle gomme, lo spagnolo si conferma uno dei migliori “guidatori” del Mondiale. E l'entusiasmo corre anche sui social network: #Alonso entra subito tra i primi quattro trending topic in Italia su Twitter.
VICINI ALLE MERCEDES – «Sono curioso di vedere come andrà la gara, non sono così lontano dal podio» diceva dopo le qualifiche. Mai previsione fu più azzeccata: Alonso ha sempre avuto perfettamente il polso della sua monoposto. Non è stata una gara facile, ma lo spagnolo l'ha interpretata alla grande. È partito fortissimo, è l'unico capace di guadagnare due posizioni alla prima curva, poi lavora di strategia. Passa Vettel al pit stop, spingendo al massimo nel giro che passa tra la sua prima sosta e il primo pit stop del tedesco, ha resistito a Ricciardo e tenuto a lungo dietro perfino Rosberg, sognando il secondo posto fino a 14 giri dal traguardo. Ha chiuso a 25 secondi da Hamilton e a 7 dal finlandese. Addio a quel minuto di divario che aveva penalizzato le Rosse nei primi gran premi della stagione, addio alla lotta di retroguardia che ha frenato Alonso e Raikkonen in Australia, Malesia e Bahrein. «Dobbiamo dare continuità, questa è la Ferrari» è il commento sintetico ed efficace di Mattiacci all'arrivo. Un altro passo avanti in Spagna e il sogno di lottare fino all’ultimo per la vittoria potrebbe non essere più una chimera. «E' stato un ottimo weekend, siamo più competitivi» ha detto lo spagnolo. «Il podio è una bella sorpresa, sono felice. Il Mondiale non è iniziato come avremmo voluto, ma stiamo tornando». Nelle prove libere, il gap con Hamilton si era ridotto a un solo decimo di secondo, una vicinanza evidentemente irrealistica. «Sull'asciutto, le Mercedes sono irraggiungibili» ha aggiunto Alonso, «ma le Red Bull non sono così lontane». Alonso è tornato anche sul contatto iniziale con Felipe Massa: «E' stata una bella botta, ho chiesto ai box di controllare i dati e fortunatamente era tutto a posto».
BUONA TRADIZIONE – Si conferma dunque la buona tradizione di Alonso a Shanghai: in undici partecipazioni, non è mai arrivato oltre il nono posto, ha vinto due volte e soprattutto non si è mai ritirato. Qui l'anno scorso aveva ottenuto la sua penultima vittoria in Ferrari, dominando la corsa fin dai primi giri. Partiva terzo, dietro Hamilton e la Lotus di Raikkonen, che Alonso brucia alla partenza. Lo spagnolo ha poi piazzato la zampata decisiva al quarto giro, sorpassando Hamilton in zona DRS a ridosso del traguardo e amministrando poi il vantaggio fino alla bandiera a scacchi.
LA STRADA DELLO SVILUPPO – Alla vigilia della gara il Direttore Tecnico, James Allison ha tracciato il primo bilancio della stagione e tracciato la strada per i prossimi GP: «Siamo impegnati in modo costante e con la massima dedizione in tutte le aree di potenziale sviluppo. Tutta la squadra sa bene quanto grande sia ancora la sfida che ci troviamo davanti. Non stiamo trascurando nulla: si è parlato molto dei nuovi motori, ma raramente è stato detto che migliorare dell’1% la potenza del motore dà effetti simili rispetto a un miglioramento dell’1% dell’efficienza aerodinamica». Il programma di sviluppo, spiegava Allison, è chiaro: «Continuare a lavorare sull’efficienza della F14 T: gli interventi su aerodinamica, power unit e meccanica, gara dopo gara ci aiuteranno ad avvicinare chi ora è davanti».
SCOSSA MATTIACCI – Inizia al meglio la scossa garantita dall'arrivo di Mattiacci al posto di Stefano Domenicali. Una scossa al momento solo psicologica, non certo tecnica, un segnale importante per tutta la squadra e per gli interessi della Ferrari, in pista e non solo. Al cambiamento potrebbe non essere del tutto estraneo Sergio Marchionne, felice per i brillanti risultati commerciali della Ferrari e preoccupato del possibile calo di immagine generato dalle sconfitte in pista, che potrebbero impattare anche su Maserati e Alfa Romeo. La strategia del gruppo punta infatti alla diffusione di questi due marchi negli States. E potrebbe non essere proprio un caso che sia stato scelto Marco Mattiacci, che ha prodotto ottimi risultati per la Ferrari negli Stati Uniti.