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F1, GP Cina: Hamilton da record, ma Vettel c’è!

Hamilton migliora di mezzo secondo il record della pista. Regala alla Mercedes la 75ma pole nella storia. Vettel secondo, batte Bottas per un millesimo. Più indietro Raikkonen, che soffre il sottosterzo. Verstappen fuori in Q1 per la prima volta da Monaco 2016. Giovinazzi si schianta sul rettilineo d’arrivo. Bene Hulkenberg e Stroll.
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Il ruggito del campione. Battuto nelle libere, indietro in Q1 e Q2, quando il gioco si fa duro Hamilton reagisce. Abbatte per primo il muro dell'1.32 nella storia del circuito, firma uno strepitoso 1.31.678 e migliora di mezzo secondo il record della pista, l'1.32.238 fissato nel 2004 da Schumacher che due anni dopo qui avrebbe vinto per l'ultima volta in Formula 1. Si prende la sesta pole position e porta una Mercedes davanti a tutti in griglia per il sesto anno di fila a Shanghai, per la 75ma volta nella storia in Formula 1. Come a Melbourne, avrà accanto Vettel che per un solo millesimo riesce a stare davanti a un Bottas comunque da applausi nel suo ultimo giro. "Non ci credo, era un giro perfetto" commenta il tedesco. Più staccato Raikkonen, che perde tre decimi dal connazionale, condizionato ancora da forti problemi di sottosterzo. Su una pista in cui si viaggia per il 74% del giro con la farfalla aperta, 19% più dell'anno scorso, i quattro fanno il vuoto. Ricciardo, quinto, è indietro di un secondo rispetto a Raikkonen, e partirà davanti a Massa. In quarta fila Hulkenberg, per la prima volta in top 10 quest'anno che regala alla Renault la miglior qualifica dal 2011, e Perez; in quinta Kvyat e Stroll, entrambi per motivi diversi già in cerca di riscatto. Problemi al motore per Verstappen, fuori in Q1 per la prima volta da Monaco 2016. Peccato per Giovinazzi che va in testacoda e si schianta sul rettilineo d'arrivo alla fine della Q1 quando era già qualificato.

Ferrari, Vettel solido… e deluso

Non ci sono grandi novità aerodinamiche sulla SF70H, a parte una pancia più chiusa nella parte finale rispetto a Melbourne, e una maggiore apertura del braccio della sospensione posteriore. Interessante il primo dato che emerge dalla Q1. Vettel e Raikkonen sono gli unici a girare con le Soft, e comunque il tedesco dà due decimi a Hamilton che viaggia con le Super Soft. E' un segnale nella sfida che è insieme tecnologica e umana, aerodinamica quanto psicologica. E' un dubbio che il Cavallino semina e alimenta da subito in casa Mercedes. Dubbi che pure derivano al britannico dall'ultima sessione di libere, in cui ha firmato sì il parziale record nel primo settore ma l'errore alla curva 14 nel suo miglior giro ha fatto la differenza.

Ma la reazione finale di un campione vero cancella il sogno di una sesta pole position per il Cavallino dal 2008, l'anno dell'ultimo titolo costruttori (Monza 2010, Singapore 2010, Silverstone 2012, Hockenheim 2012, Singapore 2015). Kimi e Vettel, comunque, hanno usato due treni di Super Soft in Q2, con cui inizieranno la gara, ma ne hanno risparmiato uno in Q1 (sono entrati in pista con le morbide), e partiranno così in situazione di pareggio gomme rispetto ai rivali delle Frecce d'Argento, con tutte le strategie ancora possibili. A fine gara, rivela Autosport, Vettel si è fermato a lungo a osservare i sidepod, le pance laterali, sulle Mercedes che hanno prodotto il giro record quando contava di più. "E' stata una bella sessione" commenta comunque, "mi sono divertito. Sono felice del mio ultimo giro", in cui ha firmato il suo miglior tempo, "forse ho perso un po' la macchina all'ultima curva e ho frenato un pochino troppo presto".

La rivincita di Stroll, le incertezze della Red Bull

Dietro Ferrari e Mercedes, però, c'è il vuoto. "Dovremo giocarcela con le Williams" ammetteva un Ricciardo un po' sconsolato alla vigilia. Una profezia che fin troppo facilmente si avvera. Per una Red Bull alle prese con un weekend complicato da troppi problemi, la Williams ammira un debuttante figlio d'arte troppo presto etichettato solo come il miliardario in Formula 1 grazie ai soldi di papà. Su un circuito che non conosceva, con le monoposto più veloci di sempre, Stroll si regala un weekend solido e una terza fila che potrebbe far ricredere molti. Il marchio del privilegio è difficile da cancellare dagli occhi di chi guarda, la ricchezza si invidia e non si perdona. Ma per cambiare la storia possono bastare anche sei centesimi, quelli che gli permettono di tenere fuori dalla top 10 Sainz, tutt'altro che impeccabile nel primo settore nel suo giro migliore.

McLaren, la Q1 è una chimera

"Sto spingendo come un animale". Il messaggio via radio in Q1 di un Fernando Alonso sorprendentemente, visto il livello dei motori Honda, in Q , racconta l'atmosfera in casa McLaren. Racconta la frustrazione della Honda, che non ce la fa a ricreare una partnership dominante in un'epoca ormai passata e a trovare il punto di equilibrio con le power unit ibride, anche per errori di valutazione e sottovalutazioni. E' un motore più leggero di 10 chili e con un baricentro più basso, ha ammesso il responsabile Yusuke Hasegawa, che sulla carta dovrebbe costituire un successo ingegneristico notevole. Alla prova dei fatti, su un circuito segnato da uno dei rettilinei più lunghi del Mondiale e curvoni veloci su cui si esacerbano i punti deboli della MCL32, Alonso e Magnussen non riescono a passare il taglio in Q2. "Una qualifica solida" twitta la scuderia per il 13mo posto in griglia di Alonso. La domanda, tuttavia, sorge spontanea: quanto durerà ancora la pazienza dell'asturiano? Quanto durerà la fiducia del team verso Honda? Only time will tell, ma questo resterà uno dei filoni, dei temi chiave del Mondiale 2017.

Giovinazzi al limite… e oltre

Portare due vetture in Q2 può essere una delusione o l'esito di un sabato molto incoraggiante: dipende dai punti di vista, da che punto guardi il mondo. Dal punto della Sauber, che ha aggiunto una pinna laterale simil-Ferrari, c'è molto di buono da prendere. Anche se Giovinazzi, che aveva già guidato a Shanghai, paga il suo stile deciso in entrata di curva e non può giocarsi le sue chances per la top 10. "Sto bene, ma sono deluso, ero già in Q2 e stavo facendo un tempo anche migliore. Volevo cercare il limite, forse troppo, e sono andato sull'erba umida. Cercheremo di capire i danni per avere una macchina al 100% domani" ha detto a Sky Sports.

L'immagine della sua Sauber distrutta a pochi metri dalla linea di arrivo in Q1 è il fotogramma della sua qualifica. Supera la Q1, l'italiano, ma proprio all'ultimo giro, in uscita dall'ultima curva, va oltre il cordolo esterno e in controsterzo perde il posteriore. La dinamica, favorita anche dal vento a favore che si fa più forte dalla FP3, è identica al testacoda di Grosjean all'inizio della qualifica, anche se il francese della Haas (sesto nel 2013, nella sua migliore qualifica in Cina) se la cava solo con una foratura. Sta passando proprio dietro Giovinazzi quando il talento pugliese si intraversa: l'incidente così simile al suo frustra il suo tentativo lanciato, nei primi due settori aveva fatto registrare intermedi buoni per entrare fra i primi 10, e gli impedisce di centrare la Q2.

Il buon potenziale, però, non porterà sulle Sauber il motore Ferrari 2017 perché, ha spiegato Monisha Kalternborn, le attuali dimensioni della power unit del Cavallino non sono compatibili con gli spazi progettati per il telaio della C36. Anche se, ha ammesso la team principal, "il gap con i motori 2017 ci ha sorpreso. Ma dobbiamo aspettare due o tre gare per  capire quanto è grande davvero il divario".

E quanto bisognerà aspettare per rivedere in pista Wehrlein? Le teorie complottiste sull'assenza del tedesco, che all'inizio della prossima settimana scioglierà dopo ulteriori test la riserva sulla presenza in Bahrain, si moltiplicano. "Al suo posto, avrei gareggiato subito, non avrei lasciato che un altro prendesse il mio posto" ha detto Perez. La storia, però, è semplice, ha sottolineato Kaltenborn. "Wehrlein ha avuto l'incidente che tutti abbiamo visto alla Race of Champions, i medici gli hanno detto che non poteva allenarsi tanto. Ha avuto una forte compressione a una vertebra, e non sono cose che puoi prendere sotto gamba. Il corpo ha bisogno del suo tempo per recuperare".

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