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F1, GP Cina: Shanghai, una pista veloce ma da alto carico

Lo Shanghai International Circuit, ispirato a un carattere cinese, presenta due lunghi rettilinei e cinque curve da seconda marcia. Pirelli fa debuttare le ultrasoft. La Ferrari sceglie la dotazione più aggressiva.
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Il primo back back della stagione porta la Formula 1 a un cambio radicale di scenario. Dal deserto roccioso del Bahrain allo Shanghai International Circuit, nel distretto di Jiading, a una trentina di chilometri dalla capitale. L'inversione in calendario con Sakhir è l'unica conseguenza del nuovo accordo firmato l'anno scorso per prolungare la presenza del GP di Cina fino al 2020. Il contratto scadeva l'anno scorso, ma il governo ha inserito il gran premio tra gli eventi sportivi da promuovere e valorizzare nel Programma di Sviluppo dell'Industria Sportiva di Shanghai 2016-2020. Il piano prevede di incrementare l'indotto di grandi eventi già in calendario (il Masters 1000 di tennis, i grandi appuntamenti di atletica, sport equestri biliardo, ciclismo), migliorare l'operatività di una serie eventi clou come il GP di Cina di Formula 1 e aggiungerne uno o due entro il 2020.

Una pista da alto carico

È il primo dei “tilkodromi” in calendario, progettato per ricordare l'ideogramma cinese shàng (上) che significa "sopra" o "salire" ed è alla base del nome Shanghai. Presenta due rettilinei tra i più lunghi dell’intero Mondiale: quello del traguardo da 764 metri e il backstraight da 1202 metri su cui si superano abbondantemente i 320 kmh e facilitano i sorpassi, anche grazie al DRS: furono 181 nel 2016, 54 l'anno scorso. La pista presenta però anche cinque curve da seconda marcia che possono essere affrontate al meglio solo con un alto carico aerodinamico e un compromesso efficace tra deportanza e resistenza aerodinamica. Per questo, la media oraria è inferiore rispetto a Melbourne e a Sakhir e l'impegno sui freni ridotto. I tecnici Brembo lo valutano con un indice 6, come Austin, su una scala da uno a dieci, anch se i piloti passano sul pedale 18 secondi a giro con una decelerazione media leggermente cresciuta rispetto all'anno scorso, da 3,5 a 3,7 g.

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Come si guida

La prima curva, a raggio decrescente, è una delle sfide più interessanti per i piloti. È un punto estremamente tecnico, ha sottolineato Ricciardo, perché i piloti arrivano a 322 kmh e affrontano di fatto un lungo curvone, raccordato con la 2, senza staccare il piede dal freno per 5,21 secondi complessivi. “La prima curva è molto impegnativa per le gomme anteriori” ha detto Hartley, che qui ha corso nel Mondiale WEC, “ci sono almeno una decina di opzioni e di traiettorie possibili e c'è sempre qualcuno che prova un sorpasso azzardato all'interno”.

Curva 7 e 8, occasioni di sorpasso

Le prime due curve sembrano non finire mai, si stringono e lanciano i piloti verso un tornante a destra, la 3, e le due successive curve veloci. Questo tratto, che particolarmente piace a Grosjean, segna l'inizio del secondo settore. Si inizia con una frenata impegnativa, alla 6, in cui la velocità crolla da 292 a 85 kmh in 101 metri con una decelerazione di 4,9 g. E si prosegue con la combinazione veloce della 7 e della 8, una sinistra-destra con elevata accelerazione laterale. “Queste due curve veloci a metà della pista” ha detto Magnussen, “sono la parte che preferisco di questo circuito, in cui ci sono tante occasioni per sorpassare”. Meno impegnative le staccate delle due curve successive che, dopo un allungo in piena accelerazione, conducono al terzo settore.

Un rettilineo da 1,2 km e una gran frenata

Il tratto finale su apre con la curva 11, in cui si passa dai 300 ai 100 kmh con una decelerazione leggermente inferiore rispetto alla 6 pur con un'identico spazio di frenata, per avviarsi poi verso la successione della 12 e della 13, che un po' come le prime due pieghe del tracciato si possono interpretare come un'unica curva a raggio crescente, a destra, che esalta la stabilità della vettura soprattutto nei primi giri della gara. “E' un punto davvero molto duro per l'anteriore sinistra” ha detto Hartley, preoccupato per la gestione complessiva degli pneumatici a Shanghai. Qui, ha sottolineato Grosjean, “è determinante la trazione, riuscire a dare potenza sull'acceleratore il prima possibile”. Davanti, infatti, c'è il back-straight, il rettilineo da 1,2 km in cui il motore viaggia a piena potenza per 15 secondi. Naturale che poi arrivi il contraccolpo, la frenata più dura della pista, in cui la decelerazione raggiunge i 5 g. I piloti arrivano a 327 kmh e scendono fino a 69 in soli 114 metri con un carico di 115 kg sul pedale del freno. In questo tratto è importante mantenere la traiettoria interna per ottenere la massima velocità nella percorrenza della curva 15 e arrivare così nelle migliori condizioni alla frenata della 16 che reimmette sul rettilineo di partenza.

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Le gomme, debuttano le ultrasoft

Su un circuito veloce e scorrevole, dove i carichi laterali prevalgono rispetto a quelli longitudinali, con un asfalto piuttosto liscio, Pirelli per la prima volta porterà a Shanghai le ultrasoft insieme alle soft e alle medie. “Il gap tra la medium e le mescole più morbide è piuttosto ampio e, a eccezione della hypersoft, le altre sono vicine a livello di prestazioni” ha detto Mario Isola. “Il divario tra le tre mescole nominate per Shanghai è piuttosto distanziato: ciò dovrebbe favorire un maggior numero di strategie, come si può già notare dalle diverse scelte di set di P Zero Purple ultrasoft effettuate dai Team. Questa nomination aggiunge un altro fattore di imprevedibilità a questa gara che si preannuncia spettacolare, grazie anche al meteo sempre variabile e alla presenza di diversi punti dove poter sorpassare”.

Le scelte dei piloti: Ferrari più aggressive

La Ferrari opta per una strategia più aggressiva con 8 set di ultrasoft, 3 di soft e due di medie per Vettel e Raikkonen. Diversifica le dotazioni, invece, Mercedes con 6 ultrasoft per pilota ma un treno di medie in più per Bottas. Ricciardo e Verstappen hanno selezionato 2 medie, 4 soft e 7 ultrasoft mentre Leclerc, Ocon e Perez sono gli unici con tre set di gomme bianche.

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Numeri e statistiche

La Mercedes, che per la prima volta nell'era dell'ibrido a Sakhir non ha mai portato un pilota in testa in nessuna delle sessioni di prove, ha un record in qualifica a Shanghai migliore che su ogni altro circuito del Mondiale. Qui le Frecce d'Argento vanno in pole da sei anni di fila, e partire davanti ha garantito la vittoria nove volte su 14.

Tredici volte qui è piovuto e nel 2009, uno degli undici casi nella storia della Formula 1, i piloti sono partiti dietro la safety car. Ma a Shanghai l'affidabilità è alta. L'edizione 2015 si ricorda come la sesta delle sole sette gare nella Formula 1 moderna chiusa senza nemmeno un ritiro.

Prima edizione: 2004
Vittorie dalla pole: 9 su 13
Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 6° (Michael Schumacher, 2006)

Albo d'oro piloti

Vittorie
5 – Hamilton
2 – Alonso, Rosberg
1 – Barrichello, M.Schumacher, Raikkonen, Vettel, Button

Pole position
6 – Hamilton
3 – Vettel
2 – Alonso, Rosberg
1 – Barrichello

Podi
8 – Hamilton
5 – Raikkonen, Alonso, Vettel, Rosberg
4 – Button
2 – Massa, Webber
1 – Barrichello, R.Schumacher, M.Schumacher, Fisichella, Kvyat, Verstappen

Albo d'oro costruttori

Vittorie
5 – Mercedes
4 – Ferrari
3 – McLaren
1 – Renault, Red Bull

Pole position
6 – Mercedes
3 – Red Bull
2 – Renault, McLaren
1 – Ferrari

Podi
11 – Ferrari
9 – McLaren, Mercedes
6 – Red Bull
3 – Renault
1 – BAR, Toyota, Brawn GP; Lotus

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