F1, GP Cina: tanto rumore per nulla
La grande illusione. Con Hamilton, recordman con cinque pole position a Shanghai, a fondo griglia per un guasto come non gli capitava dal GP d'Ungheria del 2014 (arrivò comunque terzo), le Ferrari sognano fino alla Q2. Poi, quando il gioco si fa duro, a giocare è ancora Rosberg, che firma la 23ma pole, una in meno di Piquet, la 56ma per le Mercedes. Ancora una volta Raikkonen, miglior intertempo nel primo e nel terzo settore in Q2, e Vettel, che va lungo all'ultima curva lanciato e paga la scelta rischiosa di concedersi solo un tentativo per la pole, si devono accontentare di una seconda fila oggi più amara che mai. Tra i due litiganti, infatti, si inserisce la vera sorpresa di giornata, Dani Ricciardo, partito così avanti per l'ultima volta a Singapore l'anno scorso. Allora, in pole, partiva Sebastian Vettel, uno dei soli due piloti, insieme a Massa, sfortunatissimo in questo weekend, capaci di togliere una pole alle Frecce d'Argento nell'era dei motori ibridi. Preoccupano i distacchi finali sul giro secco, con le Ferrari staccate ancora di 5 e 8 decimi dalle Mercedes, che fanno svanire le speranze cullate per tutto il weekend. In terza fila, poi, partiranno Valtteri Bottas – quinto – e Daniil Kvyat con la seconda Red Bull. Dietro scatteranno Perez e Sainz, che ha preceduto il compagno di squadra Verstappen, nono. Completa la top 10 Hulkenbergche si è qualificato per la Q3 ma non ha girato per l'incidente alla fine della Q2.
Q1, fuori Hamilton – La notizia della Q1 è l'esclusione di Hamilton, che chiude la prima sessione senza tempi cronometrati. Il britannico avverte dei cali di tensioni alla power unit, dovuti a un guasto all'ERS. Il britannico, rimandato comunque in pista nonostante i tecnici non avessero risolto del tutto il problema, non completa il primo giro lanciato e deve rientrare, dopo un'incomprensione con una Red Bull. L'inattività del campione del mondo nelle ultime libere di stamattina si rivela dunque un piccolo boomerang: se il problema si fosse verificato stamattina, infatti, i tecnici avrebbero avuto due ore abbondanti per cercare una soluzione. Il guasto non rovina solo le prospettive di gara di Hamilton, che partirà dal fondo della griglia, come già a Budapest e in Germania (era ventesimo) nel 2014, quando comunque riuscì a agganciare il gradino più basso del podio. "Mi piace portare la macchina al limite con poco carburante, dovrò spingere al massimo domani, e speriamo di recuperare più posizioni possibile" ha detto Hamilton, che a voler guardare in positivo ha più set di gomme nuove di tutti e qui, più ancora che a Melbourne e a Sakhir, questo può fare la differenza. L'assenza forzata del britannico dalle fasi finali delle qualifiche toglie anche dati preziosi alla Mercedes che sta programmando un pacchetto significativo di upgrades, inizialmente previsto per il GP di Spagna. La giornata è iniziata con una mezz'oretta di ritardo per l'incidente di Wehrlein, il primo a scoprire quante insidie nasconda la pista, che si è asciugata dopo la pioggia del mattino. Soprattutto sul rettilineo dei box, dove c'è la tribuna coperta e il ponte con il ristorante, rimane qualche rivolo d'acqua che il tedesco prende in pieno in accelerazione. Si scatena un effetto pendolo, Wehrlein va a sbattere sulle barriere: inevitabili le bandiere rosse. "Non penso che nel mio incidente sia stata inesperienza" ha detto. "Ero su un rettilineo. Non vedo l'ora che arrivi domani perché abbiamo una vettura che può fare bene. Possiamo recuperare certamente qualche posizione". Rosso è il colore dominante in Q1. Vettel stampa parziali record e una velocità massima di 329 kmh, identica a quella di Rosberg allo speed trap, e nel primo stint stacca di oltre tre decimi Raikkonen che espone, come già visto nelle libere, una guida molto pulita nel secondo settore.
Q2 illusione Ferrari – In Q2 la sfida comincia ad assumere contorni davvero interessanti per il Cavallino, che ha incassato alla vigilia l'ennesima dichiarazione di stima di Niki Lauda: anche le Frecce d'Argento, in fondo, hanno bisogno di un rivale per dare maggior valore ai propri trionfi. E se il rivale non c'è, o non è così vicino come si vorrebbe credere, bisogna un po' inventarlo. I tempi danno comunque ragione a Lauda e fanno sorridere Arrivabene. Raikkonen firma quello che fino a quel momento è il miglior tempo del weekend, davanti a Vettel per sette centesimi. Tuttavia, le Ferrari viaggiano con le supersoft, la più morbida delle tre mescole, e riescono a viaggiare solo un decimo meglio di Rosberg con le soft che, secondo le simulazioni, dovrebbero pagare circa un secondo rispetto alle supersoft su pista asciutta. E' comunque un segnale forte, quello di Rosberg, tanto agli avversari quanto al compagno di squadra.
Beffa Massa – Non riesce, invece, a uscire dalla spirale sfortunata di questo weekend Felipe Massa. Dopo le due gomme esplose ieri, oggi il brasiliano si ritrova tagliato fuori dalla Q3 non del tutto per colpa sua. Stavolta è Hulkenberg che nel giro di lancio perde la ruota anteriore sinistra, fissata male al mozzo della VJM09, e parcheggia la vettura a bordo pista per non danneggiare il fondo a un minuto abbondante dalla fine della Q2. Le bandiere rosse anticipano la conclusione dello stint centrale e Massa, in quel momento fuori dai 10, non riesce a completare il suo ultimo giro lanciato. La beffa è doppia, perché Hulkenberg, decimo, ha la macchina danneggiata e pur qualificato non prende parte alla Q3. Così la Williams porta in top-10 solo Bottas, l'unico a montare la nuova ala anteriore già vista, senza miglioramenti cronometrici di rilievo, a Sakhir, con il muso più corto di cinque centimetri. Un'assenza che non è ancora presenze, qualcosa in meno che non ha ancora dato qualcosa in più. Storia comune, destino che non è mezzo gaudio anche in casa Ferrari. L'occasione è sfumata, è solo l'ennesima gattopardesca replica di una storia in cui tutto cambia ma niente cambia davvero.