F1, GP Giappone: disastro Vettel, rischia troppo e perde tutto! Ferrari, è resa totale
Può prendersela solo con se stesso, Sebastian Vettel, se il Mondiale è ormai praticamente chiuso. Può accusare solo quella voglia matta e disperatissima di cambiare la storia della stagione, di uscire dalla prigionia di un sogno che dalla Germania in poi vira verso l'incubo. Ha più potenza di Verstappen, prova ad accorciare i tempi per attaccarsi al treno Mercedes, ma imposta l'attacco alla Spoon, un punto dove passare è difficile se non arrivi ad affiancare chi ti sta davanti già in staccata, prima di impostare la curva. Vettel non è in quella posizione, Verstappen la sua traiettoria per quanto stretta già l'ha impostata. Quel che resta è un testacoda, una ferita alla fiancata che è una ferita all'orgoglio, è una pietra sulla corsa al Mondiale. Hamilton alla fine si diverte, festeggia la 71ma vittoria su una pista che evidentemente gli piace anche se Vettel firma il giro veloce e gli toglie il sesto Grand Chelem (vittoria, pole position, giro più veloce e gara in testa dal primo all'ultimo giro). A questo punto potrebbe prendersi il quinto titolo già a Austin.
Disastro Vettel
Vuole troppo e subito, Sebastian Vettel. E non stringe niente. Alla Spoon sente di avere la grande occasione per passare Verstappen e inserirsi terzo alle spalle delle Mercedes. "Se vedi un buco e non cerchi di infilarti, non sei più un pilota" diceva Senna. Ma è la scelta di tempo che, nella prospettiva di una rincorsa già impossibile prima figurarsi adesso, diventa la più sbagliata.
Stava costruendo la possibilità di giocarsela anche per il podio, ma si butta dentro dove non c'è spazio. Il tedesco "latino" abbandona la prospettiva di lungo periodo, come nelle ultime gare. E' la mossa da all-in, da "voglio tutto o niente del tutto" per dirla con Bruce Springsteen. E perde tutto. Verstappen che è davanti fa la sua traiettoria, il resto è una sportellata ormai inevitabile, un po' come successo con Bottas in partenza in Ungheria. Si ritrova con danni importanti nell'area dei bargeboard, le appendici che servono a incanalare i flussi d'aria sulle pance, e una macchina di conseguenza meno efficiente. Eppure, nonostante i danni, negli ultimi giri il ritmo di Vettel è nel range di quei 2-3 decimi da Hamilton che ci si poteva aspettare alla vigilia della gara.
Illusione in partenza
Quattro sorpassi nel primo giro lanciano Vettel, Verstappen accende il duello con Raikkonen e lo accompagna verso l'esterno quando taglia la pista nel rientrare dopo il lungo alla chicane: saranno cinque i secondi di penalità. Nel calor della battaglia, Vettel infila Iceman senza bisogno di ordini di scuderia e il morale gli risale con l'ingresso della safety car per pulire la pista dopo il contatto Leclerc-Magnussen. Il danese, che cambia direzione in frenata, aggiunge un altro nome alla lista piuttosto lunga dei piloti che non lo candiderebbero al premio simpatia.
La safety car sposta in avanti il primo stint sia per chi come i due Mercedes parte con le soft sia per chi ha fatto il tempo in Q2 con le rosse, le supersoft. Le temperature della pista che superano i 40 gradi, la più alta registrata nel weekend, riducono il potere euristico dei dati delle libere. "Dobbiamo rimanere fedeli a quello che crediamo sia meglio per noi" ha detto prima della gara Toto Wolff. "Le soft sono un'opzione decisamente migliore per la gara, ci dà più opportunità di overcut e di undercut. E' la maniera più logica per farle durare di più". Da manuale la strategia di Hamilton, che dopo la prima sosta monta le medie, che Pirelli indicava come la soluzione più veloce per terminare la gara.
Ricciardo, che rimonta
L'urlo dopo una qualifica da allarme rosso scatena Ricciardo. Il Sol Levante, e nella domenica di Suzuka di sole ce n'è davvero tanto, illumina la strada dell'australiano che in 15 giri da quindicesimo risale quinto. E' anche il risultato di un tracciato che, con le nuove monoposto, consente più sorpassi anche in zone senza DRS come la chicane o la 130R che si percorre a 300 all'ora come fosse un rettilineo, tanto che alcuni piloti avevano addirittura richiesto diventasse una seconda zona di attivazione dell'ala mobile.
Davanti Verstappen, che perde tanto dal compagno di squadra nel primo settore, galleggia in terza posizione senza poter attaccare le Frecce d'Argento che volano. Raikkonen, che probabilmente qualche danno l'ha subito nel contatto iniziale con Verstappen, perde mezzo secondo nel primo e altrettanto nel secondo da Ricciardo, che pure gira con le soft, con una mescola in teoria meno performante. Il divario, evidentemente risultato di danni al telaio, è il segno anche di una macchina che su una pista in passato "amica", continua a fare una fatica enorme in trazione.
Verstappen, una gara da applausi
Incassata la penalità all'inizio, Verstappen nonostante velocità non comparabili in rettilineo e nella percorrenza delle curve veloci. Si piazza in zona podio, il diciottesimo in Formula 1, e negli ultimi dieci giri si mantiene sotto il secondo di distacco da un Bottas teso, via via impreciso, evidentemente meno capace di Hamilton di fare il vuoto di motore rispetto all'olandese. "Questo motore è troppo lento" sbotta Verstappen, che rispetto alle Mercedes paga anche la maggiore resistenza all'avanzamentoin rettilineo di una Red Bull dall'assetto molto "rake", ovvero molto inclinato con il fondo più staccato da terra al posteriore e più basso davanti.
Funziona, alla sosta, per Verstappen l'alleanza involontaria con il prossimo pilota Red Bull, Gasly, che in Toro Rosso in casa Honda disegna una gara super e marca anche la differenza con un Hartley ai limiti del disastroso dopo la miglior qualifica della sua carriera. Gasly difende bene la posizione alla 130R su Raikkonen, che nella prima parte avrebbe forse potuto essere un po' più deciso nella scelta della traiettoria. In Red Bull fanno bene i conti, scelgono quel giro per fermare Verstappen che, anche grazie al duello Raikkonen-Gasly, sconta i 5 secondi e rientra comunque davanti a Iceman. Raikkonen, sfilato anche da Ricciardo dopo la sosta, continua a correre in difesa.
La Virtual Safety Car per il ritiro di Leclerc, il secondo di giornata insieme a Hulkenberg, aiuta Verstappen a ridurre lo svantaggio da Bottas che rischia a dieci giri dalla fine perché va al bloccaggio in frenata al tornante. L'olandese si infila, in mezzo resta coinvolto Alonso, doppiato, che non sa bene dove mettersi. Intanto davanti Hamilton si rimette ad alzare il ritmo davanti e chiude la porta sul Mondiale.