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F1, GP Malesia 2012: quando Alonso e Perez hanno fatto la storia

Alonso parte nono e vince, in una gara interrotta 40′ per il diluvio: nessuno ha mai vinto a Sepang da una posizione più bassa in griglia. Rivelazione Perez, secondo con la Sauber: è il primo messicano sul podio in F1 dal 1971. Storia e numeri del GP di Malesia.
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Kiss the rain. Il diluvio torrenziale su Sepang trasforma l'edizione 2012 del gran premio di Malesia in un domenica per uomini veri. Un giorno storico per Fernando Alonso, che parte ottavo ma vince su una Ferrari quasi inguidabile. E soprattutto per Sergio Perez, cresciuto alla Ferrari Driver Academy, che sulla Sauber con i motori del Cavallino gli ruba la scena. Col secondo posto diventa il primo messicano sul podio in Formula 1 dal 1971, dal secondo posto di Pedro Rodriguez al GP d'Olanda del 1971.

Qualifiche – In qualifica, è battaglia per due. La McLaren, con l'aiuto di soluzioni ingegneristiche per molti irregolari, monopolizza la prima fila per la seconda gara di fila: non succedeva dal 2007. Hamilton è in pole come in Australia, per il secondo GP consecutivo, come non gli capitava dal 2009, a Monza e Singapore. Sono passati quattro anni da quel marzo 2012, ma sembra davvero passato un secolo. Perché al terzo posto c'è Michael Schumacher, alla sua miglior qualifica dal ritorno in Formula 1. è solo la terza volta che la Mercedes riesce a portare una vettura fra le prime tre in griglia nella sua seconda vita in F1. Solo quarto Vettel, su una Red Bull che per la prima volta dal 2009 manca la prima fila in due gare consecutive. “Non sono stupito – ha detto Hamilton con un accenno di ghigno – Diciamo che l'anno scorso la Red Bull ha tratto un vantaggio spaventoso da gli scarichi soffiati… E adesso non ce li hanno più”.

Bandiera rossa – Dieci minuti prima della gara, si legge su Repubblica, “gli uomini della Ferrari avevano facce lugubri. Sbattuti nelle loro tute rosso acceso, sembravano detenuti incamminati lungo il braccio della morte. Sapevano di avere la quarta-quinta macchina dello schieramento, e per loro stessa ammissione avrebbero considerato il sesto posto un risultato ottimo”. Alonso infatti chiude la quarta fila, un posto davanti a Perez che eguaglia la sua miglior qualifica in carriera fino a quel momento. L'asturiano guadagna due posizioni al via, che presto diventano tre mentre Schumacher e Grosjean si toccano già nel corso del primo giro. Ma in pochi minuti si scatena il diluvio atteso e previsti. Dopo nove giri, entra la safety car e la gara viene interrotta per 40 miuti, tanto che Button trova anche il tempo per un piatto di penne al sugo. Si riparte sotto un cielo venato di rosa, su una pista allagata e con poca visibilità. La differenza tra i campioni e gli altri si vede subito.

Alonso primo – Alla prima sosta, dopo la ripartenza, la gara cambia volto. Alonso si ferma prima di tutti e rientra in testa mentre il box McLaren tarda a richiamare Hamilton che esce anche dietro Perez. La giornataccia Mclaren si completa quando Button, in un momento di foga eccessiva, va leggermente lungo al tornante e tampona Karthikeyan, 10° con l'HRT. Il resto della corsa diventa un duello per due, con Hamilton terzo (44 podi in carriera) e la Red Bull che per la prima volta dopo 24 gare di fila non riesce a trascorrere in testa nemmeno un giro. Alonso martella passaggio dopo passaggio, fino ad accumulare 8 secondi di vantaggio su Perez e addirittura 18 su Hamilton. Ma con i serbatoi via via sempre più leggeri, Alonso soffre, Perez rimonta e si ritrova subito alle spalle di Alonso a ridosso della seconda sosta, che però consente allo spagnolo di allungare di nuovo il vantaggio.

Sauber: così ho scoperto Perez- Perez, che è anche diventato il sesto più giovane di sempre a ritrovarsi in testa in un gran premio, è un'altra delle scoperte di successo di Peter Sauber dopo Massa, Raikkonen, Fisichella. “Li guardo correre, ci parlo e decido” spiega a Repubblica. “Perez ha una storia particolare. Vennero da noi degli emissari messicani di Carlos Slim, quello della Telmex (l'uomo più ricco del mondo, ndr) e ci chiesero di dare una chance a questo ragazzo. Non l' avevo mai visto prima, gli abbiamo fatto fare una prova: era molto veloce e abbiamo detto ok, proviamo. L' anno scorso ci è piaciuto e quest'anno sta andando fortissimo”.

Baby prodigio – Sulla pista umida, Perez dimostra di non essere solo un prodigio con una famiglia di piloti e uno sponsor protettivo e potente alle spalle. È figlio di un ex campione della F3 messicana, è vero, ha un fratello maggiore con un passato in Formula Nascar, ma ha scelto di inseguire il suo sogno lontano da casa. “Ho sempre dovuto lottare per dimostrare il mio valore” spiega in un'intervista di fine 2012 al Telegraph. “Non siamo una famiglia ricca, dovevo sempre cercare sponsor e sapevo che se avessi fatto male avrei perso tutto. Così sono partito presto, sono andato in Germania per correre in Formula BMW: all'epoca vivevo in un ristorante in un piccolo paesino in Baviera, Vilsbiburg, nel bel mezzo del nulla”. Passa poi tre anni a Oxford e nel 2007 diventa il più giovane campione della F3 britannica con 376 punti: a 17 anni ottiene 14 pole position, 14 vittorie, 19 podi e 20 piazzamenti complessivi in top-five. “La mia famiglia” dirà al sito della F1 nel settembre del 2012, “mi ha insegnato a lavorare duro e a dare sempre il massimo perché la vita è difficile. E mi ha sempre detto di cominciare presto a farlo, perché un giorno il momento di doverlo fare per forza arriverà, ed è meglio rendersi conto da subito di cosa voglia dire lavorare sodo”.

Finale di gara – Alla fine, scrive Marco Mensurati, “al buio, in pista è rimasto solo lui, sulla sua macchina rossa, inseguito da Sergio Perez (che) guadagnava un secondo al giro rispetto al paracarro dello spagnolo, quando di giri ne mancavano più di dieci e il distacco era di soli 6 secondi. Insomma, continuando così il sorpasso era certo”. Il messicano, partito ventiduesimo è arrivato settimo a Melbourne, fa sognare Peter Sauber e tremare il muretto del Cavallino. Ma alla fine, proprio prima di tentare l'assalto all'asturiano, mette una ruota su un cordolo e va lungo in curva. Perde così quei cinque secondi che hanno permesso ad Alonso di vincere la gara.

Checo, attenzione – Pochi secondi prima il suo ingegnere gli avrebbe detto: “Checo, attenzione, abbiamo bisogno di questa posizione”. Basta questo per generare folli teorie cospiratorie secondo cui la Sauber avrebbe voluto così proteggere la Ferrari, team "amico" e fornitore dei motori. “Gli abbiamo detto: fai attenzione, abbiamo bisogno del risultato, perché dietro di noi tutti i nostri concorrenti sono a punti”, ha detto Sauber. “Avrei detto così anche io – ha spiegato Domenicali – attaccando metteva a repentaglio quello che comunque è stato il miglior risultato nella storia del suo team”.

Che accadrà dopo – È raggiante Alonso a fine gara, anche se la vittoria non cancella i problemi. “Non siamo competitivi, né in qualifica né in gara” dice in conferenza stampa, ancora fradicio di pioggia e champagne. “Non lo eravamo in Australia, non lo siamo stati qui. Per questo vincere è stato ancora più dolce. Qui abbiamo massimizzato il potenziale. Abbiamo fatto una qualifica buona (sic) e poi grazie al sangue freddo e alle condizioni estreme che abbiamo trovato in pista abbiamo fatto il colpo grosso”. E si comincia già a parlare di Perez alla Ferrari. Ma il messicano, tifoso del Barcellona e grande amico del Chicharito Hernandez allora al Manchester United, sceglierà la McLaren. “Andrò lì per vincere il titolo, non solo per provare a vincere delle gare” diceva. Realizzerà presto, però, che è solo la scelta di tempo a essere sbagliata.

GP MALESIA – STORIA E NUMERI

Edizione numero: 18

Prima edizione: 1999 (vittoria di Eddie Irvine, Ferrari)

Gara più lunga: 2012 (2h 44m 51.812s)

Gara più breve:  2009 (55m 30.622s)

Vittorie dalla pole: 9 su 17

Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: Fernando Alonso, Ferrari, 2012 – 9°

Le vittorie Ferrari

1999 Irvine

2000 Schumacher

2001 Schumacher

2004 Schumacher

2008 Raikkonen

2012 Alonso

2015 Vettel

ALBO D'ORO PILOTI

Vittorie

4 Vettel

3 M.Schumacher, Alonso

2 Raikkonen

1 Irvine, R.Schumacher, Fisichella, Button, Hamilton

Podi

5 M.Schumacher, Alonso, Hamilton, Vettel

4 Button

3 Barrichello, Raikkonen, Heidfeld, N.Rosberg

2 Coulthard, Montoya, Webber

1 Irvine, Hakkinen, R.Schumacher, Trulli, Fisichella, Kubica, Kovalainen, Glock, Perez

Pole position

5 M.Schumacher

3  Hamilton

2 Alonso, Vettel, Massa

1 Fisichella, Button, Webber

ALBO D'ORO COSTRUTTORI

Vittorie

7 Ferrari

3 Red Bull

2 Renault, McLaren

1 Williams, Brawn, Mercedes

Podi

13 Ferrari

9 McLaren

6 Red Bull, Mercedes

5 Renault

4 Williams

3 Sauber

2 Toyota

1 Bar, Honda, Brawn GP

Pole position

7 Ferrari

3 Red Bull, Renault

1 Brawn GP, McLaren, Mercedes

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