F1, GP Malesia, il miracolo dei meccanici Ferrari
"Penso che riparare una sospensione in tre minuti sia un record del mondo". Parola di Fernando Alonso che omaggia i meccanici Ferrari, autori di un'impresa ai limiti dell'incredibile, che meriterebbero quanto meno la pole position "morale" del GP di Malesia.
L'INCIDENTE – In Q2, infatti, alla curva 9, quando Alonso tocca Kvyat, il russo della Toro Rosso diventato a Melbourne il più giovane pilota ad andare a punti nella storia della Formula 1. Il ferrarista sceglie la traiettoria esterna, va più cauto anche perché monta le intermedie mentre Kvyat, è più aggressivo avendo montato i pneumatici da bagnato. Il russo arriva velocissimo in frenata e affianca Alonso in entrata di curva, probabilmente pensando che lo spagnolo, essendo nel giro di lancio, gli lasci strada. Alonso di fatto evita la parte "gommata", la traiettoria più usata, che con la pioggia diventa particolarmente scivolosa e, come fanno in tanti, si allunga e si allarga cercando volutamente la parte più bagnata, la traiettoria meno usuale in ingresso curva, per stringere alla corda solo nella parte finale. Kvyat evidentemente fraintende le intenzioni di Alonso e pensa di passarlo. E' un'equivoco, un "incidente gara", e difatti la FIA dopo una breve indagine ha deciso di non sanzionare nessuno dei due piloti.
L'IMPRESA AI BOX FERRARI – Nell'incidente, Alonso rompe la sospensione anteriore sinistra in modo apparentemente irrimediabile. Ma niente è impossibile per i meccanici Ferrari, che lo rimandano in pista dopo sei minuti e gli consentono di lottare con i migliori: lo spagnolo è terzo fino all'ultimo secondo delle qualifiche, prima della zampata di Rosberg. “Non l’ho visto arrivare” ha detto Alonso, “ovviamente la sua è stata una mossa un po’ aggressiva considerato che era il primo giro dopo l’uscita dai box e che la visibilità era scarsa. Sentivo la macchina molto strana anche dopo l'incidente, era leggerissima nelle curve a destra e pesantissima in quelle a sinistra, a volte nemmeno con tutte e due le le mani riuscivo a farla muovere". Nonostante una convergenza forse non più ottimale, Alonso riesce a strappare una partenza in seconda fila e a finire davanti al compagno di squadra Raikkonen per la prima volta nel weekend. “E’ stato solo un contatto” spiega Kvyat, “semplicemente c’era un sacco d’acqua e non mi ha visto, tutto qua“. Tra i due, peraltro, c'era stato già un "quasi-contatto" alla prima curva qualche giro prima, quando Alonso aveva cercato di farsi vedere negli specchietti e attaccare all'interno salvo poi abortire ritrovandosi all'esterno all'ingresso della seconda svolta, a sinistra.
IL PRECEDENTE – Non è la prima volta che Alonso beneficia del gran lavoro di squadra al box della Rossa. Torna alla mente, ad esempio, il Gran Premio di Monza del 2010 quando lo spagnolo duella per la vittoria con Jenson Button: è il più veloce nel primo e terzo settore, ma il britannico rientra nel secondo grazie a un'ala più carica. Al 36mo giro il muretto McLaren richiama l'inglese ai box, Alonso spinge a fondo e rientra un giro più in là. Qui i meccanici compiono l'impresa: cambio gomme in 3″4, l'asturiano piazza la staccata alla prima variante con i pneumatici ancora freddi, sale in vetta e stampa un giro veloce dietro l'altro fino all'apoteosi e alla vittoria.