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F1, Gp Malesia: orgoglio Vettel, en plein Hamilton, i rimpianti di Williams e Ferrari

L’anno scorso fu “multi 21”, quest’anno è “default 13”: ordine di scuderia per dire a Ricciardo di arrivare dietro a Vettel? Dopo la sosta, l’australiano viene rimandato in pista con una ruota non fissata bene. Hamilton prende tutto: pole position, vittoria e giro più veloce.
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Difficile non essere impressionati dai progressi della Reb Bull in pista dopo i test a Jerez. Vettel e Ricciardo sembravano completamente fuori dai giochi un mese fa, e adesso sono al livello delle Mercedes. Ottima la tenuta del tedesco, che difende il terzo posto staccato di 8 secondi da Nico Rosberg praticamente per tutta la gara e ottiene il primo podio della sua stagione. Il quattro volte campione del mondo, dopo i problemi di software che l'hanno frenato a Melbourne e accompagnato anche nelle libere di Sepang, trova il giusto equilibrio: sa di non avere una macchina all'altezza delle Mercedes in questo momento e non cerca di strafare. "Ancora non siamo dove vogliamo essere, ma ci arriveremo" dice ai meccanici via radio ringraziandoli per l'ottimo lavoro.

Tuttavia, resta qualche ombra, qualche dubbio per l'ordine arrivato via radio a Vettel: "Default 1-3". E' un caso che 1 e 3 sono i numeri delle monoposto di Vettel e Ricciardo? E' un caso che ricordi tanto da vicino il "Multi 21" dell'anno scorso, sempre qui a Sepang? "Multi-21′ significa auto due davanti all’auto uno" spiegava Horner l'anno scorso. "Non è così complicato". L'anno scorso, tuttavia, Vettel non rispettò gli ordini di scuderia, anzi sorpassò il compagno di squadra Mark Webber, che a fine stagione lascerà la scuderia e la F1. A cavallo della seconda sosta, il vantaggio di Vettel cresce fino a otto secondi. Dai box arriva l'indicazione a Ricciardo di mantenere un gap di un paio di secondi da Vettel, l'australiano però replica: "Se succede qualcosa, voglio farne parte". E' un caso che, al pit stop, Ricciardo venga di fatto mandato in pista troppo presto, con la gomma anteriore sinistra non fissata bene, e poi venga richiamato, fatto fermare alla fine della pit lane, perché non può rientrare al box in retromarcia (sarebbe squalificato) e spinto dai meccanici?

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Ad aggiungere entropia, e a dare il la a qualche dietrologia "complottista" il sensore di flusso sulla vettura di Ricciardo a metà gara smette di funzionare, come Chris Horner spiega a Sky F1 dalla pitlane. In sostanza, come in Australia, la Red Bull usa i loro dati e non quelli del flussimetro omologato. La FIA non lo vieta, come abbiamo spiegato, a patto che i dati del sensore di scuderia, che ha una variazione nota e misurabile rispetto ai valori del sensore omologato, vengano "calibrati" considerando tale differenza in eccesso o in difetto. Sono tutti presagi negativi di un weekend destinato a finire male per l'australiano che ha un incidente al giro successivo e danneggia l'alettone anteriore prima di ricevere una penalità di 10 secondi per "unsafe release", per quell'uscita dai box con la ruota allentata che gli costerà una penalità di 10 posizioni in griglia nel prossimo Gran Premio, in Bahrain.

HAMILTON – Ottima la gara di Hamilton, che diventa il secondo pilota nella storia del GP a far segnare pole position, primo posto e giro più veloce (1.43.066, quattro secondi più lento del miglior giro del 2013, fatto registrare dalla McLaren di Perez). Per il britannico è la centesima gara a punti, agganciato Piquet al decimo posto nella classifica all-time. Più volte via radio gli dicono "spingi, non preoccuparti per il carburante, le gomme terranno". Il britannico chiede più volte indicazioni sulla gestione del motore, anche perché gira con lo stesso propulsore usato in Australia che, come rivela Autosport, aveva smesso di funzionare nel primo gran premio per un piccolo buco nel rivestimento in gomma di una delle candele. Una scelta, quella di non cambiare il motore, sostenuta dal capo ingegnere Andy Cowell, persuaso, e visto l'esito del GP a ragione, che non ci fossero danni strutturali al propulsore. "E' stato più veloce di me" ammette Rosberg, che arriva staccato di 17 secondi, frenato anche da qualche problema alle gomme posteriori in avvio e da una perdita d'olio negli ultimi giri.

GOMME – Il degrado delle gomme (partono tutti con le medie) e il raffreddamento dei motori sono le chiavi della gara. Hulkenberg gira più di tutti con le Pirelli medie nello "stint" iniziale, mentre il compagno di squadra Perez è costretto a non partire proprio. Le gomme dure tengono anche più del previsto, anche più di quanto visto nelle simulazioni di gara nelle libere di venerdì. I più veloci, comunque, restano come previsto sulle tre soste per ridurre al minimo l'uso delle dure che in termini di tempo sul giro pagano oltre mezzo secondo rispetto alla mescola più morbida.

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FERRARI – Raikkonen è meno brillante di Hulkenberg e Magnussen nei primi giri, finché il danese non lo tampona danneggiando il pneumatico posteriore sinistro del finlandese. Verrà penalizzato con uno "stop and go", così come Bianchi che ha toccato Pastor Maldonado al primo giro. E' la prima volta che questa nuova regola viene applicata nel 2014: al successivo pit stop, chi subisce questa sanzione deve rimanere fermo ai box cinque secondi in più. Alonso gira sui tempi di Vettel nella prima parte di gara, salvo perdere un secondo e mezzo dal tedesco nella tornata che precede la sua prima sosta ai box. Rientra al settimo posto ma viene infilato da Ricciardo alla curva 2: lo spagnolo le prova tutte per difendersi alla prima curva, ma lo spunto dell'australiano, che esce all'interno e ha la traiettoria migliore per entrare nella 3, la veloce a sinistra, fa la differenza. A quattro giri dalla fine, nello stesso settore, Alonso difende il quarto posto con una perfetta manovra e l'uscita ideale alla curva 3 dall'attacco della Force India di Hulkenberg, che l'aveva tenuto dietro per più di metà gara a Melbourne.

WILLIAMS – Si conferma invece l'ottimo passo di gara delle Williams. Bottas, che parte 18mo dopo essere stato penalizzato per aver ostacolato Ricciardo in qualifica, guadagna otto posizioni in due giri e mezzo e prima della prima sosta ha un gap di soli 7 secondi su Button. Eppure dopo un terzo di gara, come mostrano i dati ufficiali del Formula One Management, hanno consumato meno carburante di tutti gli altri. Massa, che al 36mo giro ha consumato il 68% del carburante, piazza un gran sorpasso su Button alla seconda curva e sale in sesta posizione. La chiusura in settima e ottava posizione aumenta i rimpianti per quello che avrebbe potuto essere, e non è stato, con una qualifica migliore in Q2 e lascia una scia polemica. Perché a Massa arriva, a tre giri dalla fine, l'ordine di scuderia di far passare Bottas, probabilmente più "leggero" e dunque con più chance di chiudere il gap con Jenson Button. Il brasiliano però disobbedisce, chiude davanti al compagno di squadra e si lamenta a fine gara: "Non è riuscito nemmeno a passare me, non penso che potesse superare Button. Io cerco di fare il meglio per aiutare la squadra e il team dovrebbe fare altrettanto".

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