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F1, GP Monaco: Ferrari è allarme rosso

Ricciardo firma il miglior tempo di giornata. Vettel e Raikkonen superati anche dalle Toro Rosso col motore Ferrari dell’anno scorso. Le rosse soffrono di troppo sottosterzo: nemmeno le ultrasoft aiutano. Vettel va due volte in testacoda in PL2.
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Allarme rosso. Le Ferrari non vanno oltre il settimo posto nelle prove libere a Montecarlo. È un giovedì nero per le rosse, già scivolate in terza fila a Barcellona per la prima volta in stagione. Le tortuose stradine del Principato confermano l'attuale stato di forze: è la Red Bull la vera antagonista della Mercedes. Il miglior tempo di giornata, infatti, lo firma Ricciardo che stacca di oltre mezzo secondo Hamilton e Rosberg, secondo e terzo. Il quarto posto di Verstappen, e soprattutto il quinto e sesto di Kvyat e Sainz sulle Toro Rosso alimentate dal motore Ferrari 2015 lasciano grosse perplessità nel box del Cavallino. Il giovedì delle rosse, infatti, vira decisamente al negativo soprattutto per Vettel che nella seconda sessione prima tocca le barriere al Mirabeau poi, appena rientrato, perde il controllo alla prima curva e colpisce il guard-rail esterno alla Sainte Devote. Così, non ha praticamente modo di provare in assetto da qualifica.

Ferrari in affanno – La Ferrari, che nella prima sessione ha iniziato a lavorare più sulle gomme Supersoft, continua a soffrire nel primo settore, il più veloce, ma rispetto agli altri due. I piloti faticano a mettere in temperatura le gomme, e l'impressione complessiva è di una macchina fin troppo carica (non a caso i tecnici hanno lavorato al mattino per limare l'altezza da terra della vettura. La Rossa presenta anche bracci diversi per le sospensioni anteriori, pensati proprio per permettere un maggiore angolo di sterzata e per affrontare al meglio il tornante del Loews, la curva più lenta del Mondiale. Ma le Ferrari per tutta la giornata lamentano casi di sovrasterzo, con Raikkonen particolarmente frustrato, e il testacoda di Vettel che perde il posteriore e tocca le barriere al Mirabeau conferma le difficoltà di trovare il giusto assetto. I piloti, spiega Fisichella ai microfoni della Rai, “all'inizio sentono il grip ma poi all'improvviso perdono il posteriore” e non riescono nemmeno a trarre il vantaggio atteso dalle ultrasoft. Tanto che nel long-run Raikkonen, che gira con le soft e poca benzina, viaggia pur sempre due secondi più lento di Red Bull e Mercedes, che invece montavano ultrasoft ma con vetture più cariche.

Mercedes con nuovi freni – Il dominio della Mercedes, già evidente dal mattino con Hamilton che ha chiuso la prima sessione con un tempo più veloce di tre secondi rispetto alla PL1 dell'anno scorso. Le Frecce d'Argento, che hanno ripresentato il monkey seat già visto a Barcellona, hanno impressionato per le prestazioni (hanno ottenuto anche la velocità massima di 290 km/h) e per la continuità del lavoro: Rosberg, che sta trattando il rinnovo del contratto attraverso Gerhard Berger e non più attraverso papà Keke, ha completato 39 giri nella prima sessione, come Sainz, unico ad aver girato solo con le morbide al mattino. Ha girato più di tutti gli altri in PL1, nonostante il curioso incidente nel finale con la copertura di un tombino che salta e danneggia tanto la sua posteriore sinistra quanto l'ala anteriore della McLaren di Button. Le Mercedes, più lente nel pomeriggio rispetto al mattino nel secondo settore, potrebbe aver deciso di girare più carica in PL2 anche prima della simulazione di gara. Magari anche per testare la sesta evoluzione della presa d'aria anteriore dei freni. I tecnici di Brackley si sono concentrati su questo particolare già dall'inizio della stagione, dal GP d'Australia quando un detrito si era incastrato nella presa, ancora non protetta, sulla monoposto di Rosberg.

Show Red Bull – Rispetto alla prima sessione, si fanno evidenti i miglioramenti della Toro Rosso. Ma soprattutto cambia lo scenario per Dani Ricciardo, nervosissimo dopo la prima sessione e col miglior tempo al pomeriggio, anche per effetto del nuovo motore Renault evoluto, montato solo sulla sua monoposto, perché è lui il più avanti in classifica: questa variante, anche se a Montecarlo non si potrà apprezzare a pieno, dovrebbe garantire un miglioramento stimato in mezzo secondo nei test di Barcellona. Funziona sempre meglio, dunque, l'ala posteriore sviluppata dalla scuderia già a Barcellona e presentata a Montecarlo con modifiche sostanziali alle paratie laterali. Il risultato è la costanza di rendimento nella long-run dell'australiano, che si mantiene sull'1'19 basso, e fa risaltare la Red Bull come la vera rivale delle Mercedes.

Affanno Williams – Soffrono di eccessivo sovrasterzo, invece, le Mclaren, che presentano due versioni del monkey seat e montano un nuovo motore sulla vettura di Alonso, e soprattutto le Williams. La scuderia britannica non risolve un problema cronico che sta zavorrando le prestazioni già dall'inizio della stagione. E Bottas, sedicesimo a fine giornata, due posti dietro Massa (desolatamente 14mo) nella prima sessione deve controllare proprio un improvviso sovrasterzo sotto il tunnel, e servono due controsterzate in rapida successione per non schiantarsi sulle barriere e arrivare comunque in traiettoria alla chicane del porto.

Alchimia gomme – La giornata conferma che l'ultrasoft, una mescola pensata più per un circuito come questo che come il Montmelò dove è stata testata la scorsa settimana, può essere un fattore. Garantisce miglioramenti di 7, 8 decimi e, su vetture equilibrate, dimostra anche di poter durare per più di una decina di giri. È il caso di Ricciardo, che rimane in pista per 17 giri di fila con lo stesso treno di supersoft e rimane su tempi che variano fra l'1'18”7 e l'19 basso. Una scelta più aggressiva, però, potrebbe portare o a una strategia a due soste, piuttosto dispersiva, o ad allungare molto il secondo stint con il rischio di avere una vettura scarsamente prestazionale quando, con meno carburante, servirebbe la massima trazione e la massima velocità. La supersoft, invece, testimoniano le simulazioni di gara che qualche pilota ha voluto provare anche in mattinata, segnalano un degrado prestazionale decisamente contenuto, e in qualche caso all'aumentare dei giri, con la vettura più leggera, le prestazioni addirittura migliorano. In vista delle fondamentali qualifiche e della gara, è un fattore che potrà orientare scelte e strategie. Perché a Monaco la gara si decide al sabato.

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