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F1, GP Monza 1971: Peter Gethin, una prima volta che fa storia

E’ la vittoria dalla più bassa posizione in griglia a Monza. E’ la gara decisa dall’arrivo più incredibile di sempre: i primi 4 racchiusi da 18 centesimi. Resta l’unica vittoria del britannico in F1. Storia di una vita al massimo, di un pilota sfiorato dalla morte, di una F1 che non c’è più. I numeri del GP.
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Un finale come non ce ne saranno più. Una prima volta che è insieme inizio e fine. È il 5 settembre 1971. A Monza si celebra l'unica vittoria in Formula 1 di Peter Gethin, l'arrivo più irripetibile della storia e l'avvio di una nuova era.

Ultima nella vecchia Monza – È l'ultima edizione che si corre sul vecchio tracciato, affascinante, precario, pericolosissimo come solo la Formula 1 di quegli anni sapeva essere: quattro rettilinei, un paio di tornanti e medie di velocità che mai più si rivedranno. Era la Formula 1 in cui la morte era una compagna di vita accettata, anche dai piloti. La morte aveva insanguinato Monza un anno prima: un freno tradisce Jochen Rindt, unico campione del mondo postumo di sempre, sulla nuova Lotus 72 alla Parabolica. Per questo, un anno dopo la Lotus si iscrive al gran premio in forma privata, con la sfortunata 56B dal motore a turbina pensata per il brasiliano Fittipaldi. E un anno dopo saranno introdotte le chicane provvisorie destinate a diventare nel 1976 le varianti dopo il rettilineo dei box, alla Roggia e alla Ascari.

Peterson per l'onore – Il Mondiale a Monza è già deciso, il titolo è di Jackie Stewart. A salvare l'onore della Lotus è chiamato Ronnie Peterson, lo svedese che si è auto-escluso dalla corsa al titolo con l'ottavo posto in Austria e che sempre a Monza morirà sette anni dopo nel caos alla prima curva. Patrese, per evitare i piloti che rientavano dopo aver messo le ruote fuori pista, tocca la McLaren di James Hunt che spinge Peterson verso le barriere, Brambilla che arriva da dietro non ce la fa evitare l'impatto con la Lotus che si incendia. I soccorsi arriveranno dopo oltre 10 minuti e tutte le colpe saranno addossate all'italiano, sospeso per un gran premio.

Getlin, la morte e la F1 – La morte ha sfiorato già due volte Peter Gethin. Il britannico, figlio di un celebre fantino del Surrey, ha iniziato a correre nel 1963. Sei anni dopo debutta in Formula 5000 su una vettura satellite della McLaren sviluppata alla Church Farm Racing, nella base di Bernard Hender, patrigno di Derek Bell, allora in Ferrari. Bruce McLaren si interessa personalmente del progetto e nel 1970 lo chiama per sostituire in Belgio Denny Hulme, che si è provocato serie ustione alle mani a Indianapolis.

Gethin parte per una sessione di test McLaren a Goodwood, per provare la M14. “Ero appena salito in macchina – ha raccontato in una vecchia intervista a Motorsport – quando ho visto il fumo”. Bruce McLaren si è schiantato con una M8D Can-Am sul rettilineo principale: è morto sul colpo. Mors tua vita mea per Gethin, che ne prende il posto.

Cacciato dalla McLaren – L'anno successivo è in squadra con Hulme, ma la M19 proprio non funziona. Teddy Mayer, l'avvocato americano nuovo team principal della squadra, incolpa soprattutto Gethin e mette sotto contratto Mark Donohue e Penske per le ultime gare della stagione. Dopo Monza, gli dice, devi trovarti un'altra squadra.

Una vita come Steve McQueen – L'11 luglio di quel 1971, Gethin corre al Norisring con una Can-Am McLaren M8D. Arriva secondo, ma non c'è nessuna voglia di festeggiare. Pedro Rodriguez, uno dei due fratelli messicani cui è intitolato il circuito su cui Schumacher ha ottenuto il primo podio in Formula 1, è morto in un incidente con Herbert Mueller al volante di una Ferrari 512. Il destino sa essere crudele: Rodriguez non correva con la sua solita BRM di categoria Can-Am perché il motore si era rotto. Il patron della gara aveva chiesto proprio a Mueller di prestargli una delle sue 512, una di quelle che aveva comprato dalla Solar Production, la casa di produzione di “Le Mans” con Steve McQueen, cui lo svizzero aveva partecipato.

Va alla BRM – Il messicano gareggiava anche in Formula 1 con la BRM. Dopo l'incidente il manager Louis Stanley lo chiama per prenderne il posto. Gethin accetta. Ha imparato almeno dal 1965, quando è entrato in Formula 3 solo perché al manager Charles Lucas piaceva la sua fidanzata, che l'abilità non basta. “Saresti libero per il Gran Premio d'Austria?” gli chiede. “Gli ho detto che sarei stato ben felice di dare il benservito alla McLaren”.

Debutto in Austria – Gethin lascia la scuderia con una gara d'anticipo rispetto alla richiesta. Il debutto con la BRM P160 non è dei migliori: in Austria è solo decimo. A Monza in qualifica non va tanto meglio: parte undicesimo. Ma il meglio deve ancora venire.

Monza, la gara – Regazzoni parte meglio di tutti, ma si riterà come l'altro ferrarista Ickx per la rottura della trasmissione. All'ottavo giro va in testa Stewart, anche lui presto tradito dal motore. Si viaggia a 240 chilometri di media, la testa della corsa cambierà 25 volte. Solo otto giri su 55 si chiudono con i piloti nelle stesse posizioni del precedente. Non ha fortuna la BRM di Siffert, in testa al ventottesimo passaggio, ma col cambio bloccato in quarta due passaggi più in là.

Si alternano al comando Peterson, Cévert e Hailwood fino al 37mo giro. Amon, partito in pole, sembra poi poter staccare tutti ma dopo una decina di giri, già costretto a rallentare per un problema a una gomma, vorrebbe staccarsi uno degli strati della visiera a strappo. Finisce per portarli via tutti e senza protezioni chiuderà sesto.

Intanto Gethin rimonta, in pista restano in dieci e in testa si forma un gruppetto numeroso. Sarà volata. Cévert attacca alla Ascari e passa in testa. Vuole arrivare all'esterno alla Parabolica e sorprende Peterson, costretto a cercare la traiettoria all'interno. Ma Gethin prende la scia di Hailwood e spinge larghissimo Cévert, che per tutto il weekend Stanley ha cercato di convincere a passare in BRM per il 1972.

Il francese lo accuserà di averlo buttato fuori pista. “Gli ho risposto che non me ne poteva interessare di meno” ha confessato Gethin, che festeggia la vittoria dalla posizione più bassa in griglia nella storia del gran premio d'Italia.

Arrivo al fotofinish – Per risolvere l'ordine d'arrivo serve il fotofinish. Tra Gethin e Peterson c'è solo un decimo di secondo. Allora non si calcolavano i centesimi, per cui è impossibile sapere se è il distacco minore di sempre, dopo gli 11 centesimi che hanno separato Schumacher e Barrichello nell'arrivo-farsa in parata a Indianapolis 2002. Tutti i primi quattro, però, sono racchiusi in 18 centesimi. Non si rivedrà mai più niente di simile. Gethin non vincerà mai più. E non si correrà più su un circuito così a Monza. La Formula 1 dei pionieri entra in una nuova stagione.

NB – La foto fa riferimento alla Race of Champions corsa da Gethin con la BRM nel 1972

GP ITALIA – STORIA E NUMERI

Prima edizione: 1950, Monza (vittoria di Nino Farina, Alfa Romeo)

Gara più lunga: 1950 (2h 51m 17.4s)

Gara più breve: 1978 (1h 07m 4.54s)

Vittorie dalla pole: 23 su 66

Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 11° (Peter Gethin, BRM, 1971)

Le vittorie Ferrari

1951 Ascari

1952 Ascari

1956 Collins

1960 P.Hill

1961 P.Hill

1964 Surtees

1966 Scarfiotti

1970 Regazzoni

1975 Regazzoni

1979 Scheckter

1988 Berger

1996 M.Schumacher

1998 M.Schumacher

2000 M.Schumacher

2002 Barrichello

2003 M.Schumacher

2004 Barrichello

2006 M.Schumacher

2010 Alonso

VITTORIE PILOTI

5 M.Schumacher

4 Piquet

3 Fangio, Moss, Peterson, Prost, Barrichello, Vettel, Hamilton

2 Ascari, P.Hill, Surtees, Stewart, Regazzoni, Lauda, Senna, D.Hill, Montoya, Alonso

1 Farina, Brooks, G.Hill, Clark, Scarfiotti, Hulme, Gethin, Fittipaldi, Andretti, Scheckter, Arnoux, Berger, Mansell, Herbert, Coulthard, Frentzen

PODI PILOTI

8 M.Schumacher

6 Alonso

5 Fangio, Piquet, Prost, Senna, Barrichello

4 P.Hill, McLaren, Regazzoni, Peterson, Fittipaldi, Lauda, Berger, Hakkinen, R.Schumacher, Button, Hamilton, Vettel

3 Farina, Ascari, Gonzalez, Moss, Ginther, Stewart, Hulme, Jones, Reutemann, Mansell, Alesi, Frentzen, Montoya, Raikkonen, Massa

2 Villoresi, Hawthorn, Brabham, Gurney, G.Hill, Clrk, Surtees, Beltoise, Scheckter, Andretti, Arnoux, Cheever, Alboreto, D.Hill, Irvine, Kubica

1 Fagioli, Serafini, Bonetto, Maglioli, Taruffi, Castellotti, Collins, Flockart, Von Trips, Brooks, Mairesse, Bandini, Scarfiotti, Parkes, Servoz-Gavin, Ickx, Rindt, Cévert, Gethin, Hailwood, Revson, Laffite, Watson, G.Villeneuve, Tambay, Patrese, Johansson, Boutsen, Brundle, Andretti, Herbert, Coulthard, Salo, Fisichella, Kovalainen, Perez, Webber, N.Rosberg

POLE PILOTI

5 Fangio, Senna

4 Hamilton

3 Clark, Surtees, M.Schumacher, Montoya, Vettel

2 Ascari, Moss, Ickx, Lauda, Andretti, Arnoux, Piquet, Alesi, Alonso

1 Lewis-Evans, P.Hill, Von Trips, Parkes, Rindt, Amon, Peterson, Lafite, Hunt, Jabouille, Patrese, Fabi, Mansell, Prost, Coulthard, D.Hill, Hakkinen, Barrichello, Raikkonen

VITTORIE COSTRUTTORI

18 Ferrari

10 McLaren

6 Williams

5 Lotus

4 Mercedes

3 BRM, Brabham

2 Maserati, Vanwall, Renault, Red Bull

1 Alfa Romeo, Cooper, Honda, Matra, March, Benetton, Jordan, Toro Rosso, Brawn GP

PODI COSTRUTTORI

65 Ferrari

26 McLaren

21 Williams

10 Lotus

8 Brabham

6 Mercedes, Cooper, BRM

5 Renault, Benetton

4 Alfa Romeo, Maserati, Matra

3 March, Red Bull

2 Vanwall, Tyrrell, Sauber, Jordan, Sauber, Brawn GP

1 Connaught, Porsche, Honda, Surtees, Ligier, Shadow, Arrows, Jaguar, BAR, Toro Rosso

POLE COSTRUTTORI

19 Ferrari

11 McLaren

7 Lotus, Williams

4 Mercedes

3 Renault

2 Alfa Romeo, Vanwall, Brabham, Benetton, Red Bull

1 Cooper, Honda, Matra, Ligier, Toro Rosso

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