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F1, GP Russia: alla scoperta del circuito di Sochi

L’ultima creatura di Tilke costeggia gli impianti simbolo delle Olimpiadi invernali volute da Putin. E’ un circuito stretto con la curva a raggio costante più lunga del Mondiale.
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L'ultima creatura di Hermann Tilke è il primo circuito al mondo integrato in un parco olimpico. L'autodromo di Sochi si snoda per 1,7 chilometri su strade pubbliche e costeggia i luoghi simbolo dei Giochi invernali fortemente voluti da Vladimir Putin, che proprio a Sochi sta facendo costruire una sua monumentale residenza estiva. Il livello di integrazione è tale che una parte degli spettatori siederà sulle tribune del palazzo del ghiaccio "Bolshoj". Il Sochi Autodrom è il punto conclusivo della lunga campagna per lo svolgimento di un Gran Premio in Russia dopo le due edizioni pionieristiche a San Pietroburgo del 1913 e 1914 (vinte rispettivamente dal russo Suvorin e dal tedesco Scholl), e la prospettiva di una prima edizione inserita provvisoriamente nel calendario del Mondiale di F1 1983 e poi cancellata per una serie di ostacoli burocratici. È una pista stretta, a volte claustrofobica, la terza più lunga del Mondiale dopo Spa e Silverstone con i suoi 5,853 km da percorrere in senso orario con 11 curve a destra e 5 a sinistra, molte, forse troppe, delle quali a 90° per un tempo di percorrenza stimato intorno al minuto e 37 secondi.

Guida al tracciato – Tra la prima curva, una veloce a destra, e la seconda, sempre a destra, che costituisce la prima frenata del tracciato, passano 650 metri di rettilineo: è uno dei due punti in cui i piloti potranno attivare l'ala mobile raggiungendo velocità di punta di 320 kmh. La frenata della curva 2 apre al punto più affascinante e difficile del circuito, la curva a raggio costante più lunga del Mondiale, a sinistra, che si percorre in più di 8 secondi toccando velocità di 290 kmh. È una curva ancora più dura della T8 di Istanbul e della T3 di Barcellona, che eserciterà pesantissimi carichi sulla gomma anteriore destra. E i disfattisti già citano il precedente di Indianapolis 2005 quando i team gommati Michelin hanno rinunciato al Gp degli Stati Uniti perché lo schiacciamento della spalla sul curvone del catino avrebbe potuto far scoppiare gli pneumatici. “Dal punto di vista delle gomme, sarà una sfida interessante: c’è una grande varietà di curve che metteranno alla prova ogni aspetto delle prestazioni delle nostre coperture” ha spiegato Paul Hembery, direttore motorports Pirelli che porterà a Sochi le P Zero White medium e le P Zero Yellow soft. Le mescole morbide, però, potrebbero soffrire sull'asfalto scivoloso destinato a diventare via via più abrasivo con gli oli usati per produrre il bitume che tenderanno a dissolversi.

Tribuna Kvyat – L'uscita dalla T3 coincide con un'altra curva a destra sormontata dalla tribuna dedicata a Daniil Kvyat, da cui si può avere una visuale dalla T2 alla T5. “Sono rimasto stupito quando ho saputo che ci sarà una tribuna che porta il mio nome all’autodromo di Sochi” ha ammesso il russo. “Solitamente questo è un onore riservato ai piloti che si sono già ritirati, quindi è un grande privilegio”. Il circuito si snoda poi verso est, sopra il villaggio olimpico e la Adler Arena Skating Center, con una serie di tre curve a destra a 152, 175 e 187 kmh. La curva 8, a sinistra, con frenata da 254 a 146 kmh, porta i piloti sopra la Adler Arena Skating Center e lungo il rettilineo con leggera piega a destra (T9) fino all'Ice Cube Curling center. Una leggera correzione a sinistra (T10) fa da preludio a una successione di curve strette in successione, destra-sinistra-sinistra, secondo punto in cui si potrà usare il DRS. Si arriva così a un'altra delle frenate importanti, dai 233 kmh ai 109 kmh necessari per affrontare la T14, a sinistra. Si passa poi dietro il paddock, verso la stazione ferroviaria e l'ultima curva, a 180 gradi e completare il percorso con una curva a 180 gradi.

Le simulazioni Pirelli – “In termini di energia scaricata sulle gomme”, ha spiegato ancora Hembery alla luce delle simulazioni, “il circuito russo è medio e le rilevazioni indicano anche un basso livello di abrasività dell’asfalto. Per quanto riguarda il meteo, si prevedono temperature miti. Correre su un circuito nuovo è sempre emozionante; avremo un’idea di quello che ci aspetta solo lì, per questo le prove libere saranno ancora più importanti”. Le simulazioni, però, non sono tutto, come spiega il consulente tecnico Jean Alesi. “Esiste sempre una grande differenza tra la realtà e il mondo virtuale: una simulazione non potrà mai replicare ogni cosa. Quindi, sarà importante per i piloti e per gli ingegneri ispezionare attentamente il circuito: per comprendere la natura della pista, devi toccarla e sentirla. Il primo giorno, in particolare, la pista sarà molto sporca e difficile da guidare; quindi, sarà complicato avere la giusta idea sul set-up delle vetture e sulle caratteristiche degli pneumatici”.

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