F1, GP Spagna: Ferrari, il podio non basta
"Non nascondiamoci dietro un dito, non è stata una buona gara". Non è bastato il ringraziamento di Vettel a fine gara per risollevare il morale di Maurizio Arrivabene. Non ha pagato la strategia, il tedesco non è riuscito a difendere la seconda posizione dopo la seconda sosta e si è dovuto accontentare del terzo posto. Ma sono soprattutto i 45 secondi da Rosberg che fanno riflettere. In un finale di gara tutto giocato con le gomme dure, la Mercedes è tornata di un'altra categoria, le Frecce d'Argento hanno dominato la scena e alle Rosse, nonostante un comportamento complessivo sempre poco "pesante" sugli pneumatici, è mancato lo spunto per il contrattacco.
Persi 23 secondi in 15 giri – Se davvero la Ferrari di Vettel era, come aveva annunciato Arrivabene, una SF15-T in "versione B", qualche domanda nasce spontanea. Perché la buona prima parte di gara è nata anche, per non dire soprattutto, dall'errore al primo pit-stop di Hamilton. E nella seconda, con le gomme dure, il tedesco non è mai stato davvero competitivo mentre le Mercedes hanno evidenziato tutto il loro gigantesco potenziale, apparso ancora maggiore nonostante gli upgrade aerodinamici. Forse, con la facilità che ogni giudizio dietrologico si trascina con sé, non ha pagato nemmeno la scelta di restare sulle due soste e dunque costringere Vettel a uno stint molto più lungo con una mescola evidentemente meno performante, con cui ha perso 23 secondi in 15 giri dal britannico. Magari passare al "piano C" e marcare Hamilton nella strategia delle tre soste non avrebbe cambiato la sostanza, ma avrebbe potuto consentire un distacco quanto meno inferiore.
La versione B non va ancora – Quella che si è vista a Barcellona è una Ferrari con più problemi di sottosterzo del previsto, che ha perso tanto nel terzo settore soprattutto nel lento curvone del Banc Sabadell (la 12), dove invece si è manifestata la maggiore efficienza aerodinamica delle Frecce d'Argento sia in entrata sia in uscita. Resta, anche alla luce del weekend non esaltante ma nemmeno insufficiente di Raikkonen, che comunque ha guadagnato due posizioni rispetto alla qualifica, la questione del rinnovo del finlandese. Alla vigilia della gara, in un'intervista a Sky Sports UK, Arrivabene ha smentito ogni ipotesi di contatto con Lewis Hamilton. "Siamo concentrati sullo sviluppo della macchina, vorremmo mantenere la situazione così com'è viste le prestazioni di Kimi. Al momento non stiamo parlando con nessuno". Tutto, insomma, dipende dai risultati del finlandese. "Il nostro scopo" spiegava, "è mantenere l'atmosfera attuale senza creare squilibri. Ma ci servono i punti per il Mondiale costruttori, e per vincerlo non ti basta un pilota solo". Il team principal si è comunque lasciato sfuggire che, per il futuro, un nome "caldo" rimane quello di Valtteri Bottas, tornato brillante e veloce dopo un inizio stagione scandito da un potenziale non del tutto espresso.
Il podio non può bastare – Il podio, insomma, non basta. I distacchi sono tornati quasi sui livelli dell'anno scorso, con Raikkonen staccato di un minuto da Rosberg, e la svolta, se c'è stata per il Cavallino, è di sicuro negativa. Al Montmelò, tradizionale cartina di tornasole per l'intera stagione, non a caso scelta come sede dei test invernali, la Ferrari contava di recuperare tre o quattro decimi a giro, e invece ne ha persi almeno un paio. E nonostante i differenti assetti sperimentati sulle due monoposto, tra Vettel e Raikkonen non si è vista poi questa gran differenza di prestazioni. La Mercedes, insomma, è cresciuta di più, ha lavorato meglio prima della stagione europea. Alla Ferrari non resta che rimanere sul circuito catalano per continuare a studiare il pacchetto di aggiornamenti in vista di Montecarlo.