F1, Gp Spagna: Ferrari, sprofondo rosso nella “Formula noia”
Una rossa nostalgia. Nostalgia delle Rosse competitive che sono ormai sempre più lontane nella memoria dei tifosi. Il Mondiale del Cavallino è più il Mondiale… della marmotta. Come nel film con Bill Murray, la Ferrari sembra vivere sempre la stessa corsa, sempre uguale, sempre grigia. Il podio a Shanghai aveva illuso, ma il ritorno alla realtà è arrivato fin troppo presto.
Alonso via? – Quattro gare da comprimari, quattro indizi fanno una prova. A Barcellona, perfino la Lotus di Grosjean è partita davanti a Alonso e Raikkonen, che hanno dovuto aspettare il primo terzo di gara per riuscire a sorpassarlo. Comprensibili, a questo punto di una stagione già compromessa, i malumori dell'asturiano, che potrebbe anche decidere di non esercitare l'opzione per il rinnovo del contratto, che scade nel 2015, o addirittura lasciare il Cavallino a fine stagione. Anche se al momento non è così semplice individuare alternative appetibili: si è parlato di Mercedes, che però difficilmente si libererà di Rosberg o Hamilton, si è parlato di McLaren, ma la scuderia di Ron Dennis non è in un gran momento anche se le cose potrebbero cambiare dall'anno prossimo con il ritorno dei motori Honda.
Il malcontento di Iceman – Vedere l'unica scuderia con due ex campioni del mondo al via è mortificante. In questa situazione, il malcontento non può che aumentare. A fine gara, si lamenta anche Raikkonen, rimasto davanti ad Alonso per quasi tutto il GP. “Ma chi prende le decisioni?” sbotta con il suo ingegnere, “sembra sempre che noi siamo la seconda scelta”. Era prevedibile che, in una scuderia abituata ad avere sempre una prima e una seconda guida ben definite, la convivenza tra due primi piloti avrebbe potuto creare qualche frizione, soprattutto in assenza di risultati.
Montezemolo traccia il futuro – “Se siamo in questa situazione, è perché non abbiamo lavorato bene e dobbiamo capirne il motivo" ha detto Luca Cordero di Montezemolo, al Montmelò per stare più vicino al nuovo team principal, Mattiacci, un po' come aveva fatto nei primi mesi del 1992 quando assunse Jean Todt. “Oggi non si possono fare più test, ma non voglio fare commenti; basta vedere i tempi della GP2, li farò nelle sedi adatte. Corriamo in Formula Uno dal 1950, abbiamo vinto la prima gara nel '51 a Silverstone, abbiamo vinto più di tutti e vogliamo continuare a farlo – afferma – Tutto quello che sarà necessario fare, lo faremo. Abbiamo già iniziato. Voglio che la Ferrari ritorni a vincere". Montezemolo ha tracciato la strada, pensando anche, per non dire soprattutto, al futuro a medio e lungo termine. “Per il Canada” ha annunciato, “dovremmo avere una monoposto che faccia un ulteriore passo avanti. Dobbiamo fare un'analisi, impostare il lavoro per l'anno prossimo e quelli a venire, sia in termini di uomini che di investimento in una F.1 dove simulatore e galleria del vento sono fondamentali".
Verso il 2015 – Con una stagione di fatto bruciata prima ancora di cominciare, la Ferrari sembra già proiettata sul 2015. Impossibile pensare diversamente, impossibile nutrire qualche ambizione con una vettura instabile, che prende due secondi a giro da Mercedes e Red Bull e nei primi GP della stagione ha sofferto anche la concorrenza di Force India, Williams e Lotus. Sarà fondamentale individuare una nuova figura di riferimento per il settore tecnico. Ross Brawn resta un obiettivo primario, ma in questi giorni si è parlato molto anche di Adrian Newey. Per averlo, però, Montezemolo dovrebbe prima convincerlo a lasciare una struttura di prim'ordine come la Red Bull, che Newey praticamente governa e che lo paga a peso d'oro. Per il giornalista e scrittore Leo Turrini, la Ferrari assumerà “un tecnico motoristico dalla Mercedes specializzato sulla propulsione ibrida, un aerodinamico dallo staff della Red Bull e poi una figura apicale della squadra che potrebbe essere Pat Symonds, tecnico che conosce bene Alonso”, con cui ha lavorato ai tempi della Renault. Squalificato nel 2008 dopo lo scandalo del GP di Singapore del 2008, quando Piquet jr. lo accusò di avergli ordinato di uscire volontariamente di pista per agevolare la vittoria di Alonso, ha lavorato come consulente per la Virgin Racing, ora Marussia, e da quest'anno è tornato nel circus come capo tecnico della Williams.