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F1, GP Ungheria, Ricciardo, Alonso e Hamilton: che podio!

Il GP d’Ungheria stravolge tutti i pronostici. Vince Ricciardo, che oscura Vettel partito in prima fila. Grandissima gara di Alonso, secondo, e Raikkonen, sesto dopo la sua miglior gara stagionale. Fallisce Rosberg. Parte primo e arriva quarto, dietro Hamilton che ha preso il via dai box.
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Ventiquattro ore per stravolgere tutti i verdetti. Dopo l'errore grossolano di valutazione in qualifica che ha penalizzato Raikkonen, la Ferrari festeggia il secondo podio stagionale, il numero 680 nella storia, con Alonso splendido secondo. Sul circuito in cui ha ottenuto la prima vittoria in F1 nel 2003, l'asturiano sale tra i primi tre per la 97a volta in carriera, a sole 9 lunghezze dal secondo posto all time di Prost. Il terzo posto di Hamilton, partito dai box, suona come un ko per Rosberg, solo quarto dopo una gara a lungo incolore, in parte condizionata in avvio da una fumata al posteriore per cui deve cambiare il bilanciamento della frenata, riscattata dagli ultimi dieci giri a ritmo da qualifica. L'altro grande sconfitto è Vettel, incapace di sfruttare la partenza in prima fila e ancora una volta totalmente oscurato da Ricciardo, qui mai oltre il 13° posto nelle tre precedenti partecipazioni. A lungo in testa, e autore di una rimonta-show negli ultimi giri, dopo l'ultimo pit-stop inizia a stampare giri record, sorpassa Hamilton e Alonso in poco più di mezzo giro, e va a conquistare il secondo successo in carriera dopo Montreal, il 37° per un australiano dopo i 14 di Brabham, i 12 di Jones, i 9 di Webber.

Finalmente Ferrari – Buonissima la gara di Kimi Raikkonen, partito sedicesimo. Il finlandese, sempre sul podio nelle ultime cinque partecipazioni all'Hungaroring, ha chiuso sesto il suo 224° GP in carriera (raggiunto Piquet al dodicesimo posto nella classifica di tutti i tempi). E' senza dubbio la miglior gara stagionale di Iceman, dopo Hamilton il pilota che ha recuperato più posizioni oggi. Raikkonen ha interpretato tutta la corsa con la determinazione e l'audacia che i tifosi avrebbero voluto vedere in ogni GP, sintetizzate nel bel sorpasso, con le gomme soft come Alonso, su Maldonado all’esterno della curva 13.

Spettacolo Hamilton – Hamilton come Jenson Button, dunque, come Nigel Mansell. I piloti britannici non si accontentano di vincere in Ungheria, regalano discese ardite e risalite, rimonte in condizioni eccezionali. E quella di Hamilton, in una gara scandita dalla pista umida, dagli incidenti e dai due ingressi della safety car, entra nella storia di questo tracciato e di questo sport. L'incontro tra inglesi e magiari ha una lunga tradizione di pathos, che risale almeno al 6-3 rifilato dalla nazionale ungherese di calcio agli inventori del football a Wembley il 25 novembre 1953. E all'Hungaroring, dopo Mansell trionfatore nel 1989 dal 12° posto, dopo Button che ha fatto ancora meglio, ha conquistato la vittoria dal 14mo posto in griglia al 200mo GP in carriera, Hamilton partito dai box, ha migliorato il suo stesso record di posizioni recuperate che ha stabilito sette giorni fa in Germania (da 20° a terzo). Il primato tra i piloti in attività, tuttavia, resta quello di Vettel, 21 ad AbuDhabi nel 2012 (da 24° a terzo). Hamilton, che si è trovato in vetta per almeno un passaggio in tutte le edizioni del GP di Ungheria cui ha preso parte ad eccezione del 2010, quando si è dovuto ritirare per un problema alla trasmissione,  ha toccato i 1600 giri al comando e raggiunto Piquet al 9° posto all-time. E si è preso anche la soddisfazione di disubbidire al team che gli chiedeva di lasciar passare Rosberg in quanto il tedesco doveva ancora effettuare una sosta ai box, nonostante Wolff avesse spiegato alla vigilia del Mondiale che non ci sarebbero stati ordini di scuderia. "E’ scioccante che la squadra mi chieda una cosa del genere. Non vedo perché avrei dovuto agevolarlo" ha detto Hamilton, che vuole giocarsela liberamente e sotto sotto a pensare che qualcuno in Mercedes preferisca che il Mondiale lo vinca il tedesco.

Rosberg, giornata no – . Due i grandi sconfitti della corsa, Rosberg e Vettel. Al di là dei problemi al bilanciamento della frenata, il tedesco della Mercedes dopo due soste e due safety car si ritrova dietro Hamilton. Non premia affatto la scelta del box Mercedes di differenziare le strategie e tenere più a lungo con le medie il tedesco, che resta 20 giri dietro Vergne, mentre il britannico l'ha superato alla prima occasione. Vettel, invece, perde sei posizioni rispetto alla partenza, gira troppo piano nell'ultima parte di gara e arriva staccatissimo dal compagno di squadra Ricciardo, che vola con le soft continuando a girare sugli stessi tempi di Alonso e Hamilton nel terzo finale di gara. Alonso si convince, dopo i 21 giri di fila con le morbide, chiude gli ultimi 28 con lo stesso treno di soft su una pista asciugata e "fredda", solo 32 gradi rispetto ai 70 registrati venerdì e sabato in Q1.

Quante sorprese – Hamilton subito testacoda al primo giro, problemi all'ala anteriore e comunica difficoltà anche al differenziale. Problemi prevedibili visto che dopo l'incendio di ieri i meccanici hanno dovuto cambiare diversi pezzi e il britannico non ha avuto nessuna possibilità di testare elementi e settaggi. Hamilton, nonostante l'ala anteriore sinistra che appare muoversi con qualche potenziale rischio per la sicurezza, nello spazio di sei giri recupera 8 posizioni e attacca con successo Raikkonen, leader insieme a Schumacher riguardo ai podi colti in Ungheria, ci è salito ben 7 volte. Entra la safety car dopo lo schianto della Caterham di Ericsson alla curva 3 (al quinto ritiro in stagione dopo Australia, Bahrain, Canada e Gran Bretagna) e in tanti si affollano ai box per cambiare gomme: Ricciardo, Massa, Vergne, Hulkenberg, Perez, Gutierrez, Hamilton, Raikkonen, Grosjean, Sutil, Kvyat, Maldonado, Kobayashi e Chilton scelgono gomme Soft, seguiti un giro dopo da Rosberg, Bottas, Vettel e Alonso (già transitati dalla linea d'arrivo all'ingresso della safety car) che perdono così diverse posizioni. E Ricciardo si trova in testa a una gara per la seconda volta nel Mondiale dopo gli ultimi tre giri a Montreal. Ci tornerà, in vetta, dopo le seconde soste ma è costretto a fermarsi al 55° giro, con le soft posteriori troppo degradate per continuare dopo oltre 30 giri con lo stesso treno. Riparte terzo, apparentemente fuori dai giochi, ma inizia a piazzare giri veloci in successione e spariglia il destino.

Incidenti e rimonte – I colpi di scena però non finiscono. Prima si schianta e si intraversa Grosjean, poi si vede del pericoloso fumo dalla parte sinistra del cofano motore della Mercedes di Rosberg, come gli era capitato in Canada. Ancora una volta l'affidabilità resta un'incognita per la Mercedes in questa seconda parte di stagione, soprattutto al brake-by-wire che potrebbe essere anche la causa dei problemi ieri di Hamilton. Gli ingegneri ai box, infatti, gli suggeriscono via radio di spostare il bilanciamento della frenata tutto all'anteriore, per ridurre i rischi di ulteriore surriscaldamento ma aumentando allo stesso tempo le possibilità di bloccaggio delle ruote.  Alla ripartenza Hamilton è il migliore di tutti e si porta addirittura negli specchietti del compagno di squadra. Si ritira anche Hulkenberg, sempre a punti finora in stagione, dopo un tamponamento con Perez, mentre Vettel si lamenta via radio con i box di problemi alla batteria. Problemi che non si vedono, però, nel duello con Hamilton che accende il 21° giro di una corsa che si rivela inaspettatamente tra le più emozionanti della stagione. Nella battaglia fra campioni del mondo, in una lotta a quattro per il quarto posto che vede allineati Vergne, Rosberg, Vettel e Hamilton, il tedesco della Red Bull riesce a difendere la posizione anche grazie al DRS mentre Hamilton cerca invano traiettorie alternative. Non paga invece l'azzardo di Jenson Button, al 258° GP in carriera (terzo all time dopo i 323 di Barrichello e i 307 di Schumacher), di mantenere le gomme intermedie dopo la sosta all'ingresso della safety car: va troppo piano con la pista che si asciuga e viene nuovamente richiamato ai box.

Ancora safety car – La safety car deve rientrare al giro 23 quando Perez tocca l'erba sintetica umida e si va a schiantare sul rettilineo di arrivo (terzo incidente per lui quest'anno dopo i ritiri a Monaco e Montreal, prima gara senza Force India all'arrivo nel 2014). Un incidente che richiede parecchi giri per liberare la pista dai detriti e togliere la monoposto del messicano da una zona della pista senza vie di fuga vista la presenza della pit lane. Dalla nuova girandola di pit stop emerge in testa per l'84ma volta in carriera Fernando Alonso, il pilota con la più lunga serie attiva di gare consecutive a punti. Rischia, l'asturiano, con un lunghissimo stint senza cambiare gomme, ma con i pneumatici usurati non può difendersi dall'attacco di Ricciardo con le gomme nuove. Ma Andrea Stella sintetizza via radio il pensiero di tutti, ferraristi e non: "Fernando, sei stato super! Non ci sono altri commenti per questa gara: Super!".

IL MONDIALE PILOTI

1. Nico Rosberg 202
2. Lewis Hamilton 191
3. Daniel Ricciardo 131
4. Fernando Alonso 115
5. Valtteri Bottas 95
6. Sebastian Vettel 88
7. Nico Hulkenberg 69
8. Jenson Button 60
9. Felipe Massa 40
10. Kevin Magnussen 37
11. Sergio Perez 29
12. Kimi Raikkonen 27
13. Jean-Eric Vergne 11
14. Romain Grosjean 8
15. Daniil Kvyat 6
16. Jules Bianchi 2
17. Adrian Sutil 0
18. Marcus Ericsson 0
19. Pastor Maldonado 0
20. Esteban Gutierrez 0
21. Max Chilton 0
22. Kamui Kobayashi 0

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