F1, GP Usa: doppio podio Ferrari col brivido ma è festa Mercedes
Nel regno della stella solitaria, brilla la stella di Lewis Hamilton. Il britannico è di casa negli Stati Uniti, vorrebbe venirci a vivere e intanto si prende la quarta vittoria a Austin e il 40mo bis pole-primo posto, come Michael Schumacher. Si prende il trofeo da Bill Clinton e Usain Bolt, difficile far di meglio. Tanto basta, col quinto posto di Bottas, per dare alla casa della stella il Mondiale costruttori. Vettel, invece, in America ha vinto 4 gare su 28 fra Canada, Usa, Brasile, Messico: l'America è il continente che gli porta meno bene, dove ha reso di meno. E oggi tira fuori il meglio all'inizio e alla fine. Gran spunto in partenza, poi alla fine con la gomma rossa, dopo aver sofferto con la soft per tutta la parte centrale, va a bruciare Bottas con un sorpasso d'orgoglio e passione Ferrari. E poi di ritmo infila anche Raikkonen, stampando il 32mo giro veloce in carriera. Ma il vero vincitore è Verstappen, partito sedicesimo, che a due curve dalla fine, si infila su Iceman dove lo spazio non c'è. Si illude del podio ma passa andando oltre la riga bianca, per cui viene penalizzato per 5 secondi. A Raikkonen restano a quel punto 9 decimi di vantaggio e il secondo podio in America a 14 anni di distanza dal primo.
L'olandese che con le soft e un motore nuovo viaggia a lungo un secondo a giro meglio delle Ferrari,e ora fa paura eccome nel contrasto col ritiro di Ricciardo a far da controcanto. Bottas, quinto senza acuti e senza errori, è il vero sconfitto della gara. Da applausi il sesto posto di Ocon, all'arrivo in tutte le prime 26 gare in F1, battuto il record all-time di Chilton, davanti a Sainz, settimo e capace di superare i 50 punti in stagione a tre gare dalla fine. Liberatorio il nono posto del figliol prodigo Kvyat nono e incastonato fra Perez e Massa, decimo.
Vettel, illusione in partenza
Hamilton si pianta in partenza. Scatta, come mi scrive l'amico e collega Vanni Gibertini, come la signora Cesira con la Panda al semaforo. Vettel, che sfrutta tutta la larghissima carreggiata stile Texas, si porta davanti alla prima curva nonostante il britannico che va ad accompagnare e stringere alla prima curva. Dietro il vero spettacolo lo danno Ricciardo e Bottas, con l'australiao che lungo le curve veloci del "Serpente" va a cercare una staccata estrema, partendo da lontanissimo e frenando 15 metri dopo il finlandese che pure gira un secondo più lento di Hamilton.
Il britannico fa la differenza al sesto giro, con quel mix letale fra scia e ala mobile, Vettel non si difende come forse ci si sarebbe aspettati, quasi che non si aspettasse l'attacco in quel punto, ma gira sul piede dell'1'41", un po' più lento rispetto al passo visto nelle prove libere. Quei giri in testa, però, gli bastano per superare Senna al terzo posto nella classifica all-time.
Verstappen, rimonta da applausi
Con temperature dell'asfalto più alte e una pista meno gommata per le piogge della notte, l'asfalto meno gommato fa scivolare di più le gomme e aumentare il degrado come lamenta Ricciardo via radio che ha bisogno di una decina di giri per vedere buoni tempi. Più dietro, Sainz e Kvyat, che nell'alternanza di piloti post accordo Renault-Toro Rosso, vista la beffa per Gasly, ritrova un volante dopo solo due gare, allungano e bene il primo stint con le ultrasoft e si dimostrano molto validi nella gestione delle mescole.
Il sesto ritiro stagionale di Hulkenberg, mai così tanti in una stagione per il tedesco, mettono più di qualche dubbio in casa Renault: Hulkenberg era uno dei tre a montare il motore di nuova specifica in chiave 2018. Chi va davvero forte è Verstappen, partito penalizzato sì ma con la gomma rossa. E vola, sesto da sedicesimo in dieci giri, capace di bruciare Ocon con una Red Bull dal motore nuovo, anche se del cambiamento Ricciardo ha confessato di non aver saputo nulla fino a cose fatte. E Marko che annuncia di aver blindato Verstappen per tre anni perché "vogliamo vincere il Mondiale con lui" non aiuta.
Alonso si ritira ancora
Gira lento Ricciardo, con blistering crescente all'anteriore sinistra, che si ritrova dietro un Raikkonen spinto dalla scia a un parziale record nel secondo settore, prima di convincersi a rientrare e montare proprio la Supersoft rossa, ma al giro 16 deve tristemente annunciare che "il motore è andato" e parcheggiare nell'erba. E' il quarto ritiro in stagione, solo nel 2013 ne aveva vissuti di più.
La Ferrari conserva una soft ma non una supersoft nuova. Vettel, unico insieme a Ricciardo a soffrire di blistering dovuto soprattutto alla tripla curva veloce a destra (dalla 16 alla 18), si gioca la carta della sola sosta con la gialla al pit stop al giro 17. Una mossa non calcolata nelle strategie più efficaci indicate da Pirelli, che Bottas segue al 19mo giro forse come cavia per decidere la migliore strategia per Hamilton. Decisione che vorrebbe conoscere anche Alonso. "Mi dite che abbiamo scelto, su che strategia siamo, abbiamo deciso per il piano B?" chiede via radio. Sì, gli rispondono, è quello il modo migliore per andare a prendere Ocon. Ma la strategia la decide il motore Honda che si zittisce al giro 25. "Non ci posso credere, altri 6-8 punti persi" si sfoga l'austuriano che ha rinnovato per un altro anno.
Vettel pesante con le morbide
Mercedes rischia, posticipa di tre giri rispetto a Vettel la sosta di Hamilton, e il britannico per un paio di decimi conferma la posizione davanti al tedesco. Hamilton lancia l'attacco a Verstappen, e lo passa con una gran mossa di trazione sulle curve veloci nel primo settore, ma proprio in quei frangenti Vettel dimostra di perdere contatto anche rispetto ai tempi dell'olandese, prima della sua sosta.
E' l'ultimo a fermarsi Verstappen, e vola. Raikkonen e Bottas girano sul piede dell'1.40 basso, Vettel e Hamilton in fotocopia sull'1.40 alto, l'olandese al 27mo passaggio stampa un notevole 1.38.523 e si porta a undici secondi dalla zona podio. Le scie e un rendimento migliore con le soft fanno viaggiare meglio Raikkonen di Vettel a parità di mescola, ma Iceman continua a perdere anche un secondo a giro rispetto a un Verstappen che continua a squadernare una delle sue migliori gare per costanza di ritmo.
Il gran finale di Vettel e Verstappen
Impressionante Verstappen che guadagna un secondo a giro su Iceman e cambia lo scenario della gara. Si ferma e monta le Supersoft. Una scelta che chiama Vettel a reazione, a seguirne le mosse per evitare che l'olandese possa guadagnare ancora di più con le rosse nuove e aumentare il gap con le gialle usate.
Secondo nel lontano 2003, unico podio in America in carriera prima di quest'anno, Raikkonen stampa un sorpassone su Bottas e si lancia verso Hamilton che gira sull'1.38 come Vettel. Il blistering impaurisce le Frecce d'Argento, che a tre giri dalla fine fermano il finlandese bruciato da tutti. Viaggia lento anche Hamilton, che però può amministrare nell'incertezza di conoscere il vero limite delle Soft, mai provate nel long run nelle libere.
E' di Verstappen l'ultimo colpo. Mira e fai la tua mossa, come canta Springsteen, perché tutti vogliono essere the man of the top. Verstappen non lo è, ma se continua così, di certo lo sarà. E non uscirà più, come stavolta, dall'anticamera pre-podio.