F1, Hamilton: “Non ho mai nascosto niente a Rosberg”
"Non ho mai nascosto nulla a Nico. Non ho mai chiesto ai miei ingegneri: Non fate vedere quei dati a Nico'. Se proprio deve battermi, preferisco che sia al massimo". In un'intervista concessa per il sito ufficiale della Formula 1, Lewis Hamilton torna sulla rivalità che sta tenendo vivo il Mondiale. "Ai tifosi certamente piace questo scenario, in cui due compagni di squadra sono così vicini. Tuttavia, Nico ha avuto un percorso più facile finora, io ho avuto qualche problema in più. Ma nonostante tutto sono molto vicino, e questo mi carica per le prossime gare". Una rivalità, però, condizionata, spiega il britannico, dal politically correct. "Un tempo le tensioni fra piloti erano una costante, ma alla fine della corsa si toglievano il casco e magari si fumavano una sigaretta. Era tutto più rilassato, potevi anche dare dell'idiota a un avversario in pista, ma non eri obbligato a chiederti scusa, la cosa finiva lì. Ora è tutto molto più severo, e non è facile rimanere sempre corretti quando la linea tra giusto e sbagliato è sottile".
Ordine di scuderia – Una linea diventata più sottile che mai a Budapest, prima della sosta, quando Hamilton si è sentito chiedere via radio di lasciar passare Rosberg, perché la squadra aveva optato per diversificare le strategie tra i due piloti. "Mi sono messo tutto alle spalle, ho imparato a dimenticare in fretta" spiega Hamilton, "è stato molto più difficile superare l'errore in prova a Silverstone. Ma quel che è fatto e fatto, come riesci a superare certe cose ha un'influenza decisiva su quel che farai in futuro. E come guardi avanti è l'unica cosa che conti davvero". Ha sfruttato la pausa estiva, dice, per chiarire le cose con Paddy Lowe e Toto Wolff, e chiarire a se stesso prima di tutto il suo posto in scuderia. "In quel momento non è stato facile, certo quelle istruzioni mi hanno fatto pensare", e vedere Lauda nello yacht di Rosberg non ha certo aiutato. Hamilton per qualche tempo può aver davvero pensato che la scuderia volesse favorire Rosberg, che ha rinnovato il contratto con un cospicuo aumento di ingaggio, anche con la prospettiva di creare in un futuro prossimo un team tutto tedesco. "Però non ho mai dubitato della mia posizione, ho tratto forza da quella situazione. So quanto valgo e qual è il mio peso nel team. A volte la squadra deve prendere una decisione, e se non può avere tutto deve fare la scelta che garantisce le maggiori opportunità di vittoria". Sull'argomento ieri Rosberg aveva preferito glissare: “Sui media si è fatta molta confusione dopo la gara, perciò non voglio aggiungere altro su quest’argomento. Ne abbiamo discusso dopo la corsa, perché è comunque importante fare il punto della situazione quando capita qualcosa del genere. Ho imparato molto dal Gp d’Ungheria, cercherò di adattarmi per il futuro. Ma non sarebbe utile dire nient’altro in questo momento, è meglio lasciar calmare le acque”, ha dichiarato nella conferenza stampa della vigilia.
Il migliore di sempre – Infine, Hamilton indica i suoi punti di riferimento, i suoi idoli. "Quando sei piccolo e guardi le corse in tv hai una certa prospettiva, ma quando poi cominci a entrare in questo mondo capisci quanto sia tecnico, ti accorgi di quanto lavoro c'è dietro e non si vede da fuori. Senna era sicuramente il mio preferito in termini di aggressività e talento puro. Ma forse il pilota più completo potrebbe essere Fangio: aveva un'abilità unica, e riusciva a fare con la macchina che nessun altro era in grado di fare.