F1, Hamilton, Vettel e gli altri: i quattro assi che si giocano il Mondiale 2017
Chi succederà a Nico Rosberg; L'uomo da battere non può che essere il rivale che fino all'ultima curva, con manovre ai limiti del regolamento, ha cercato di confermare il titolo del 2015. L'osservato speciale non può che essere Lewis Hamilton, che però avverte: le Ferrari vanno fortissimo. Cresce così l'attesa per un possibile duello con Vettel, i due simboli delle nazioni che hanno dato alla Formula 1 ventotto campioni del mondo.
Hamilton a caccia del riscatto
Aumentano le incognite legate al nuovo regolamento, alle gomme che si consumano sempre meno e al comportamento delle monoposto in scia e in curva, ma la costante rimane lui, il vice-campione del mondo. Nella prima sessione di test, ha spiegato, la Mercedes non ha spinto al massimo ma ha preferito lavorare “in ottica affidabilità. Certo, le nuove vetture sono molto più veloci, divertenti da guidare e impegnative sotto l’aspetto fisico. Ma questo non vuol dire necessariamente che le gare saranno più spettacolari. Abbiamo più aderenza e più grip meccanico. Speriamo che lo spettacolo sia migliore ma nell’attesa non trattenete il respiro” ha avvisato il britannico, come riportava Autosprint, sottolineando come i tecnici Mercedes avessero a suo tempo manifestato perplessità sull'impatto del nuovo regolamento tecnico. Le Frecce d'Argento hanno stravolto il metodo di gestione dei test, proprio per ricavare tutte le possibili informazioni sul comportamento della vettura con l'intera gamma di mescole.
Hamilton, da sempre animale da gara, ha girato meno rispetto al 2016, ha provato Soft e Supersoft nella prima quattro giorni per poi provare un paio di giri veloci nella seconda sessione con le Ultrasoft sulla W08, che lascia Barcellona con la sola incognita sull'effettivo utilizzo della pinna sul cofano motore.
La Mercedes, monoposto con il passo più lungo del Mondiale, ha fatto registrare le punte più alte di velocità allo speed trap e un progetto che, al netto della sostituzione di Paddy Lowe con James Allison, insiste nel segno della continuità. La W08 pare già velocissima, affidabile (i due piloti hanno percorso l'equivalente di sedici gran premi) e con soluzioni aerodinamiche decisamente particolari soprattutto al posteriore. Basterà per tenere Hamilton davanti a tutti? È questa la vera sfida della stagione, la vera prova del campione chiamato a rialzarsi dopo lo smacco dell'anno scorso, e a rimanere l'uomo da battere dopo il cambio radicale dei regolamenti. Perché è da questo che si vedono i campioni, da come si rialzano dopo le sconfitte. “Il 6-1 del Barcellona al PSG” ha detto, “mi ha molto ispirato. Non hanno mollato, hanno continuato a lottare e penso che dovrò mantenere la loro stessa mentalità nella mia stagione”.
Vettel, obiettivo dimenticare il 2016
Meno proclami pomposi, e un lavoro in pista che giustifica sorrisi e ottimismo. Il basso profilo che accomuna tutti in casa Ferrari dopo i test a Barcellona, giustificato tanto dalle delusioni delle ultime due stagioni quanto dall'effettiva impossibilità di capire i reali valori delle monoposto a dieci giorni dal Mondiale, non può nascondere del tutto un cambio di passo in pista e fuori. La SF70H, la vettura del settantesimo anniversario del Cavallino, sembra una monoposto nata sotto una buona stella in una Formula 1 in cui il motore è di nuovo al centro della scena.
La concorrenza, l'hanno ripetuto spesso anche in Mercedes, fa bene a tutta la Formula 1. E Vettel, di tre decimi più veloce di Hamilton e Bottas con le Ultrasoft nel penultimo giorno di test, si accredita come il rivale numero 1 del britannico. Il tedesco, si sa, è in grado di estrarre il meglio dalla vettura soprattutto quando le prestazioni complessive della macchina si mantengono all'altezza delle aspettative. Ma se cominciano ad andare male, il mood vira verso il nervosismo, l'impotenza, la rabbia repressa, con il calo di rendimento visto anche nella seconda parte della scorsa stagione in cui ha finito per soffrire, anche in qualifica, il compagno di squadra Raikkonen. “Lo scorso anno abbiamo imparato molto” ha detto, “è stato un passo indietro in termini di risultati ma un grande passo in avanti in termini di organizzazione. Siamo qui per vincere”.
“Penso che le Ferrari abbiano bluffato e che siano più veloci di quanto visto finora” ha commentato Hamilton. “Sono vicine, se non superiori a noi”. Ma in pochi ci credono, anche perché le Mercedes d'abitudine girano con pesanti carichi di carburante durante i test. E le dichiarazioni del britannico, lette fra le righe, lasciano l'impressione che nemmeno le Mercedes abbiano scoperto tutte le carte. Non a caso Vettel, che l'anno scorso ha superato i 2000 punti in carriera in Formula 1 (con una media di un podio ogni due gare, 86 su 178 GP disputati), indicato con timore come l'uomo da battere anche in casa Red Bull, continua a vedere le Frecce d'Argento come i favoriti numero 1 a Melbourne e per il titolo finale. Le schermaglie, però, lasceranno presto il posto al rombo dei motori. Ancora troppo silenziosi, in tutti i sensi.
Bottas/Raikkonen, non chiamateli seconde guide
Per motivi diversi, Bottas e Raikkonen avranno addosso gli occhi di tutti. Il duello finlandese rischia di determinare molto, e non solo in ottica titolo costruttori. Iceman, col secondo figlio in arrivo e una prospettiva di ritiro sempre più lontana, ha piazzato il secondo miglior tempo nei test al Montmelò dal 2007. è l'unico ad essere sceso sotto l'1'18, ha firmato i migliori parziali in tutti i settori e, annuncia, “avremmo potuto anche spingere di più”. Con questa macchina si trova evidentemente bene l'ultimo campione del mondo nella storia del Cavallino. A dieci anni da quel trionfo, è ancora pronto a calarsi nell'abitacolo della Rossa numero 7 per aumentare un bottino che recita 20 vittorie, 84 podi e 1360 punti in carriera.
Ancor più osservato sarà Bottas, sponsorizzato ormai da anni da Toto Wolff, che l'ha voluto al posto di Rosberg dopo l'addio del campione del mondo. Deve imparare come tutti, prima di tutti e non è una sfida facile. “Devo ricordarmi il nome di tutte le persone, che a Brackley sono oltre 800” ha scherzato. “Certo, la lunga permanenza di Hamilton in questa squadra per lui sarà un vantaggio, almeno inizialmente. Conosce perfettamente la metodologia di lavoro. Hamilton sarà certamente il pilota che osserverò più da vicino. Sarei uno stupido se non lo facessi”.
Ma, come da prima regola della Formula 1, il compagno di squadra è anche il primo rivale. “Se non pensassi di poter battere Hamilton” diceva alla vigilia dei test, “me ne starei direttamente a casa”. Ha lavorato bene negli otto giorni a Barcellona, ha percorso 628 giri, ha testato tutte le mescole e si è preso l'effimera ma confortante soddisfazione del miglior tempo nella prima quattro giorni. Arrivare in una nuova squadra in concomitanza di una rivoluzione tecnica, ha aggiunto, può essere un vantaggio. E comunque le sensazioni con le gomme larghe, soprattutto con le soft, le supersoft e le ultrasoft ha concluso, non sono poi così lontane da quelle dell'anno scorso.
Ricciardo, l'outsider di lusso
Il patron della Haas è stato chiaro: fra il gruppetto composto da Mercedes, Ferrari e Red Bull e le altre c'è un secondo e mezzo di differenza. E allora, alla vigilia di un Mondiale fatto di incognite ancora da scoprire, resta la possibilità di un outsider di lusso. Quanto vale davvero, insomma, la Red Bull? Il dilemma del motore Renault, seppur griffato Tag Heuer, rimane anche i francesi fanno sapere che nei test le aspettative sono state perfino superate. Pinna o non pinna, con poche appendici aerodinamiche, la Red Bull comunque in certa misura figlia di Newey, si è mostrata subito affidabile, e abbastanza veloce sul long run da far pensare che davvero l'apparenza può anche ingannare. Ricciardo, capace già di adattarsi meglio di Vettel all'avvento delle power unit ibride, saprà ripetersi ora con un compagno di squadra più giovane e altrettanto ambizioso? La sfida è aperta. Lo spettacolo è assicurato.