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F1, Villeneuve contro Halo: “Chi teme il rischio stia a casa”

L’ex pilota, campione del mondo nel 1997, si è scagliato contro il continuo cambiamento delle regole in F1 e la possibile introduzione del sistema di protezione dei piloti sperimentato dalla Ferrari durante i test pre-season di Barcellona.
A cura di Vito Lamorte
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Si tratta di uno dei tempi più scottanti di queste settimane in Formula 1. Dopo la prova fatta dalla Ferrari a Barcellona, il sistema di protezione Halo è sempre più al centro delle discussioni del paddock. Charlie Whiting da Melbourne aveva ipotizzato l'utilizzo del nuovo sistema di sicurezza dei piloti già dal 2017 con un'approvazione entro maggio ma i pareri degli addetti ai lavori sono molto discordanti. Al coro si è aggiunta anche l'autorevole voce di Jacques Villeneuve che ha rilasicato un'intervista a Le Figaro parlando di due argomenti molto importanti per il circus: il continuo tentativo di rivisitare la F1 favor di spettacolo e il sistema di protezione dell’abitacolo Halo. Il campione del mondo del 1997 e vincitore della 500 Miglia di Indianapolis e del Campionato CART nel 1995 ha affermato: "Già il solo insistere con il voler rendere la serie più attraente è sbagliato, soprattutto si vorrebbe piacere agli adolescenti che invece sono sempre su internet e ogni dieci minuti cercano qualcosa di nuovo. Il fatto è che la F1 non potrà mai essere così. Non ci saranno mai esplosioni, capottamenti, sorpassi e testacoda a raffica in stile Hollywood. Andare in quella direzione, poi, sarebbe come distruggere lo sport. Al contrario, a mio parere, bisognerebbe preservarne la nobiltà e la credibilità".

Sulla possibile introduzione dell’Halo a partire dal 2017 il figlio di Gilles Villeneuve ha dichiarato: "Se i piloti hanno paura stiano a casa. Benissimo la sicurezza, però ci sono dei limiti che non andrebbero oltrepassati. I rischi fanno parte del mestiere e della sua bellezza. Purtroppo ho l’impressione che i ragazzi di oggi, che tra l’altro guadagnano parecchi soldi, non abbiano più alcuna intenzione di correre pericoli ed è un vero peccato. I motociclisti non avrebbero mai fatto richiesta di un device del genere. Ecco forse spiegato il motivo per cui sono più amati dalla gente".

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