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F1, Le prime parole di Briatore dopo la sentenza

È evidente la felicità di Flavio Briatore dopo l’annullamento della radiazione a vita dalla Formula Uno emessa a settembre dalla Fia. Il manager di Cuneo non pensa però ad un rientro immediato, al primo posto per ora mette la famiglia.
A cura di Roberto Ferrari
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Flavio Briatore

Giungono le prime parole di Flavio Briatore dopo la sentenza del Tribunale di Parigi, che ha deciso nella mattinata di ieri di annullare il provvedimento di radiazione emesso dalla Federazione Internazionale dell’Automobile a seguito dello scandalo Crashgate del gran premio di Singapore del 2008.

Briatore: “Sono molto felice, ma non ho spirito di rivalsa. Avrei voluto risolvere questa questione in ambito sportivo, ma non è stato possibile. Rivolgersi ad un tribunale è stata la logica conseguenza. Il male che mi hanno fatto la Fia e Mosley è stato grandissimo. Ognuno raccoglie quello che semina e Mosley raccoglie assolutamente quello che ha seminato”. Poi ha aggiunto: “La decisione di oggi dopo 18 anni di Formula Uno mi ridà la tranquillità di parlarne, la dignità e tutto quello che Mosley mi aveva tolto in modo violento e ignobile”.

Flavio ha voluto ringraziare anche tutti coloro che lo hanno sostenuto in questo periodo: “Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno supportato, specialmente gli italiani. Questo per me è un grande giorno, un giorno di felicità e ce lo godiamo un attimo. Un mio ritorno? Per ora penso solo al mio bimbo in arrivo”.

Intanto l’ex manager della Renault incassa anche il parere favorevole di Emanuele Pirro. Il pilota GT intervistato dall’emittente digitale Dahlia Tv si è dichiarato contento per la sentenza dicendo: “Briatore non è certo uno stinco di santo, ma aveva subito in questo caso una vendetta personale sproporzionata. E’ uno sport non certo fatto da angeli, ma la sua punizione era esagerata”.

Mentre sul futuro di Briatore Pirro preavverte: “La riabilitazione nell’ambiente non sarà un problema, nei confronti degli addetti ai lavori avrà la stessa credibilità di prima”.

Roberto Ferrari

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