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F1, Mattiacci: “Lavorare in Ferrari è una missione”

Mattiacci risponde ai tifosi sui social network. Promette una Ferrari più competitiva e chiede il ritorno dei test fra un GP e l’altro. “Alonso e Raikkonen sembrano diversi, ma hanno molti punti in comune” racconta.
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"Lavorare per la Ferrari, come ho detto fin dal primo giorno, non è un mestiere qualunque: è una missione". Parola di Marco Mattiacci, il team principal della Ferrari che ha risposto alle domande che i tifosi gli hanno rivolto sulle pagine Facebook e Twitter della scuderia attraverso l'hashtag #askMarco. "Nel mondo del lavoro mi piacciono le persone disposte sempre a combattere per le proprie idee e pronte a sfidare lo status quo, nei luoghi appropriati e senza scendere ad alcun compromesso" ha aggiunto Mattiacci, che non si è ritratto dalle domande sulle parole di Marmorini e Aldo Costa, sulla confusione che regnerebbe in Ferrari e sulle difficoltà di questa stagione.

Problemi e futuro – "Prima di tutto la squadra per tornare a vincere deve pensare a migliorare se stessa, la performance del gruppo e lo sviluppo della vettura. Dobbiamo essere innovativi ed esserlo prima degli altri". ha spiegato. "Stiamo operando un cambiamento del metodo di lavoro, adottando un nuovo approccio e una strategia che possano portarci ad essere più competitivi. Abbiamo deciso di investire su nuove infrastrutture e persone per creare un’organizzazione che sia più moderna e snella, ma che allo stesso tempo tenda a porre l’accento sulla squadra rispetto alle individualità. È altrettanto importante dare la possibilità a ciascuno di esprimere al massimo il proprio talento". Ma, ed è questa l'accusa principale dell'ex capo motorista Marmorini, nella progettazione della F14T avrebbero pesato troppo le indicazioni di Tombazis e di Allison che hanno "costretto" la divisione motori a disegnare una power unit inferiore alla concorrenza senza però prevedere le necessarie contromisure per aumentare l'efficienza aerodinamica della vettura. "Ci sono state decisioni che dal punto di vista tecnico non hanno pagato quanto quelle prese dai nostri avversari" ha ammesso Mattiacci. "Penso però che questo tipo di discussione vada affrontato all’interno del team. Abbiamo ben chiare quali sono le aree in cui non siamo competitivi: si tratta di un percorso a medio-lungo termine che cercheremo di velocizzare, ma che in generale richiede un’impostazione strategica molto diversa rispetto al passato". Intanto, per cercare di favorire le relazioni e gli interscambi tra reparto motori e progettisti, ha spiegato, "oggi James Allison è a tutti gli effetti a capo del progetto con una responsabilità chiara: a lui spettano coordinamento e supervisione delle diverse divisioni". L'obiettivo, la promessa di Mattiacci, è chiara, ma senza proclami eccessivi: "Quello che posso promettere è che lavoreremo al massimo per tornare competitivi nel minor tempo possibile, per regalare agli appassionati weekend che diano più speranze di lottare fino all’ultimo chilometro e all’ultima curva per vincere".

La Ferrari e il futuro della F1 – L'altro grande tema che ha visto coinvolta la Ferrari è il futuro della Formula 1. Mattiacci rimane, prevedibilmente, sulla scia delle dichiarazioni recenti di Montezemolo, che ha chiesto e ottenuto l'incontro con la FIA e gli altri stakeholders coinvolti nel circus della Formula 1 per tentare di restituire appeal a uno sport sempre più artificioso e lontano dalla passione dei tifosi. "A prescindere da questo momento storico la Ferrari è stata, è e sarà sempre di più l’autorità massima nel motorsport. La Ferrari è una delle protagoniste della Formula 1, la cui voce è sempre ascoltata: è chiaro che bisogna creare una comunione di intenti per capire veramente quello che deve essere il prodotto Formula 1 in futuro. Crediamo che oggi siano in atto discussioni che evidenziano quelle che sono le potenzialità di miglioramento di uno sport già di per sé fenomenale". Due gli ingredienti che il team principal del Cavallino propone per riavvicinare il pubblico alla Formula 1. "Penso che sia importante allargare il bacino di utenza della Formula 1, fisicamente e mediaticamente, a più paesi possibili. Allo stesso tempo ritengo fondamentale riportare i test nel nostro sport: questo per dare la possibilità ai giovani talenti di crescere ed essere messi alla prova, per consentire ai team di sviluppare le proprie vetture e trovare nuove soluzioni. Prima di tutto, però, i test possono essere sfruttati per riavvicinare il pubblico alla Formula 1, magari con modalità rivolte piú all’intrattenimento e al coinvolgimento dei singoli tifosi".

L'Academy – Infine, stimolati dall'annuncio di Max Verstappen, il figlio d'arte che l'anno prossimo diventerà il più giovane pilota di sempre in Formula 1, i tifosi chiedono la sua sul valore della Ferrari Driver Academy, e sulla possibilità che magari i giovani italiani più promettenti della FDA come Raffaele Marciello o Antonio Fuoco possano essere spinti a fare in Marussia in un futuro prossimo. "E’ un dato di fatto che vanno create delle opportunità per i piloti della Ferrari Driver Academy che ha lo scopo di formare nuovi talenti. Occorre creare delle possibilità attraverso le quali mettere alla prova questi giovani, e farli crescere fino ad essere pronti per un top team. Stiamo esplorando metodi e soluzioni nuovi per continuare a lavorare in questo ambito e attualmente sono in discussione diverse possibilità" ha spiegato Mattiacci. "La FDA rappresenta una parte molto importante, strategica, dello sviluppo del team nel futuro. È chiaro che in Formula 1 l’età dei piloti si sta abbassando moltissimo. Detto questo, ci sono differenti sistemi per lo scouting e la formazione di giovani talenti. Per quella che è la nostra filosofia continueremo ad investire e a migliorare la FDA (e) per cercare di dare degli sbocchi ai nostri piloti".

Alonso e Kimi – E dei piloti attuali, cosa pensa Mattiacci? "Di Fernando apprezzo la passione e la voglia di vincere e lottare sempre. Di Kimi mi piace la freddezza e il suo amore puro per la guida. Tutto quello che non riguarda questo aspetto è probabilmente secondario nella sua vita. Apparentemente sono due personalità diverse, ma con molti lati in comune".

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