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F1, Newey ammette: “Io tentato dalla Ferrari, avrei voluto lavorare con Schumacher”

Il progettista britannico: “Con la Rossa siamo stati vicini in 3 occasioni, Todt mi offrì il ruolo di direttore tecnico ma rifiutai per rimanere nel Regno Unito; sarebbe stato fantastico lavorare con Schumacher”. Poi su Alonso: “Con lui siamo stati vicini a chiudere”.
A cura di Matteo Vana
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Adrian Newey - Getty images
Adrian Newey – Getty images

Nel mondo della Formula 1 il nome di Adrian Newey è uno dei più importanti: una carriera ricca di successi quella dell'ingegnere britannico, capace di creare auto da sogno ma soprattutto vincenti come la Red Bull che, anche grazie a Sebastian Vettel, riuscì a portare il tedesco a vincere quattro titoli mondiali. Approdato nel circus alla fine degli anni '80 fu prima licenziato dalla Leyton House, rifacendosi poi con la Williams dove riuscì a vincere il titolo con Nigel Mansell nel 1992 e con Alain Prost nel 1993.

Newey e quel rimpianto legato a Schumacher

Il suo nome fu a lungo legato alla tragedia di Ayrton Senna per la quale, nel suo libro "How to build a car" ha ammesso di sentirsi responsabile per avere progettato una macchina al limite della guidabilità, fin troppo complicata anche per un pilota della caratura del brasiliano. Newey, però, è riuscito a riacquistare credibilità proprio grazie al progetto Red Bull che ha portato la scuderia di Milton Keynes a vincere quattro titoli mondiali dal 2010 al 2013. Proprio il britannico, in una intervista a Sky Sports UK, ha svelato di essere stato vicino alla Ferrari in diverse occasioni e di avere il rimpianto di non essere riuscito a lavorare con Michael Schumacher.

Siamo stati vicini in 3 occasioni, all'inizio della mia carriera quando la Ferrari aveva deciso che voleva costruire una monoposto da Indy, ma rifiutai. Poi fu poi Jean Todt a offrirmi il ruolo di direttore tecnico e decisi che volevo restare nel Regno Unito per la famiglia. Di recente, nel 2014, al primo anno dell'era ibrida. Mi trovai in una posizione difficile, non volevo abbandonare Red Bull, la sentivo come casa ero coinvolto sin dall'inizio del progetto, allo stesso modo non volevo essere in una posizione nella quale operavamo con una mano legata dietro la schiena, col motore: la Ferrari arrivò con un'offerta incredibile, molto attraente, mi chiamarono più volte – ha raccontato -. Sarebbe stato affascinante lavorare con Schumacher. Era un grande combattente e per me ha rappresentato sempre il nemico da battere sia quando correva per la Benetton, sia quando è andato alla Ferrari. Qualche volta forse esagerava in pista, ma era il suo istinto competitivo che lo portava a tanto.

Un sogno chiamato Alonso

Newey, quindi, è stato più volte a un passo dalla Rossa, ma il matrimonio non si è mai concretizzato. Un'accoppiata, quella formata dal progettista britannico e il sette volte campione del mondo che avrebbe potuto essere esplosiva e che avrebbe potuto portare il tedesco e la Ferrari a vincere ancora di più. Quello legato al Cavallino e a Schumacher è uno dei più grandi rimpianti nella carriera di Newey che ha svelato anche un interessante retroscena di mercato che riguarda Fernando Alonso: "In almeno due occasioni siamo stati a un passo dal chiudere. Mi sarebbe piaciuto lavorare con lui. Fernando è un pilota estremamente competitivo ed è un peccato che abbia vinto solo due titoli mondiali. Chi se lo aspettava che dal 2007 a oggi non avrebbe più trionfato? Ma è ancora in pista ed è ancora al top" ha concluso. Un sogno, quello di lavorare con lo spagnolo, che potrebbe ancora avverarsi visto che l'ex ferrarista non sembra avere nessuna intenzione di appendere il casco al chiodo.

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