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F1 Russia, Kvyat ha telefonato a Vettel per scusarsi dell’incidente

Il pilota della Red Bull ha telefonato al quattro volte campione del mondo per scusarsi del doppio contatto dopo la partenza di Sochi. Marko: “Inaccettabile tamponare due volte”.
A cura di Vito Lamorte
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Sicuramente l'episodio più eclatante del Gran Premio di Russia: quando Sebastian Vettel è finito sul muretto per mano del doppio contatto con Daniil Kvyat è tornato in mente il dialogo acceso dopo la gara di Shanghai. Se quella volta anche Maurizio Arrivabene aveva assolto il pilota russo, stavolta non ci sono attenuanti. Il pilota della Red Bull ha capito la gravità del suo comportamento dopo aver rivisto le immagini:

"Ho visto le immagini. Perez aveva forato e Vettel dopo essersene accorto ha rallentato, ma quel tratto si percorre praticamente full gas dunque non mi sembrava possibile trovare qualcuno così lento davanti".

Il giovane russo ha optato per una chiamata di scuse:

"Comunque penso di aver detto tutto il necessario ai colleghi che sono stati messi fuori gara dal mio errore e in particolare a Sebastian ho voluto fare una telefonata. So che in molti cercheranno di continuare a parlare dell’argomento. Liberi di farlo. Per quanto mi riguarda ho riconosciuto lo sbaglio e imparato la lezione. Purtroppo a causa mia la squadra non ha raccolto punti, ma ormai è passato. Errare è umano".

Marko: "Inaccettabile tamponare due volte"

Helmut Marko, consigliere della Red Bull, non ha preso bene il comportamento di Kvyat nella gara di Sochi ed è apparso piuttosto alterato al termine della gara:

"Forse giocando in casa era un po’ troppo motivato. Frenare una volta in ritardo e colpire chi è davanti può capitare, ma due è inaccettabile. E’ stato un vero peccato perché oltre ad aver rovinato la corsa di Sebastian e di Ricciardo si è complicato lui stesso la vita dovendo fare un extra stop. Insomma un vero disastro! Ora faremo passare qualche giorno per calmare gli animi ma durante la settimana lo convocheremo per discuterne. Al momento gli ho detto solo una parola. Il resto arriverà".

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