F1, si va verso un GP in Argentina?
Dopo il Motomondiale, l'Argentina vuole tornare a ospitare anche la Formula 1 sulla pista Termas de Rio Hondo. “Abbiamo ospitato per molti anni un evento come la Formula 1, ma a un certo punto, per ragioni economiche, non abbiamo potuto continuare”, ha dichiarato il ministro del Turismo Enrique Meyer all'agenzia France Press. “Il circuito di Rio Hondo ha le caratteristiche per essere omologato per ospitare la in F1”. L'Argentina, ha sottolineato il ministro, ha una lunga tradizione motoristica e ha ritrovato anche il WTCC e la Dakar da quando la tradizionale rotta da Parigi al Senegal è stata abbandonata per motivi di sicurezza. “Pensiamo che il nostro Paese, per amore degli sport motoristici, deve avere degli eventi di prestigio”, ha spiegato Meyer. “Saranno fatti degli investimenti supplementari per migliorare le strade, gli aeroporti e le strutture alberghiere della regione”.
GLI ANNI PRE F1 – La passione motoristica argentina risale a molto prima della Formula 1, quando si correva per rabbia o per amore. Il primo Gran Premio di Buenos Aires, infatti, è datato 1930. Si è corso sul circuito Costanera fino al 1940, per poi trasferirsi sulla pista di Retiro. Dopo un'interruzione di sei anni, la corsa è rinata nel 1947, sotto la presidenza di Juan Peron, come prima tappa della “Temporada”, la serie di gran premi in Sudamerica vinta nella prima edizione dall'italiano Luigi Villoresi. Nel 1948 il GP si sposta sul circuito cittadino nel quartiere di Palermo, che ospita sei delle dodici edizioni della “Peron Cup” fino alla fine del 1950. Tra il 1951 e il 1953, il circuito Costanera Norte ospita le ultime tre edizioni prima dello sbarco della Formula 1 sul nuovo tracciato dell'Autodromo 17 de Octubre, in seguito dedicato al pilota Oscar Alfredo Gálvez. È qui che si corre il primo GP d'Argentina nella storia del Mondiale di Formula 1: un traguardo reso possibile grazie all‘interesse di Peron per i motori e ai successi di Juan Manuel Fangio, “El Maestro”, che ha il record di aver vinto cinque mondiali con quattro macchine diverse (Alfa Romeo, Ferrari, Mercedes-Benz e Maserati), che ha vinto il 46.15% delle gare cui ha preso parte (24 su 52), partendo in prima fila nel 92% dei casi, con il 55.8% di pole position.
1953-1960 – Nella sua prima configurazione, il tracciato misura 3.912 metri: inizia con un primo settore molto veloce, con due rettilinei uniti dalla prima curva, e da una parte centrale più guidata che culmina nel tornante Tobogan. Nella prima edizione, Fangio deve ritirarsi dopo 36 giri per la rottura della trasmissione lasciando la vittoria alla Ferrari di Ascari. Il pubblico affolla le tribune, e non solo: ci sono spettatori anche lungo la pista, a pochi centimetri dalle monoposto: non a caso un incidente porta alla morte di nove persone tra i tifosi. Fangio vince le successive tre edizioni: nel 1955, con 40° di temperatura dell'aria e i 51° sull'asfalto, è l'unico a completare tutti i 96 giri senza chiedere di essere sostituito (allora era possibile cambiare il pilota sulla monoposto in F1). Nel 1958, in quella che rimane la penultima gara della carriera del “Maestro”, vince Stirling Moss: è il primo pilota privato a vincere un GP di Formula 1, e il primo a riuscirci con una macchina con il motore posteriore. Nel 1960 vince il neozelandese Bruce McLaren. Ma il ritiro di Fangio, la morte dell'altro pilota argentino José Froilán González e l'instabilità politica seguita all'esilio di Peron, nel 1955, fanno sparire per oltre un decennio il GP d'Argentina dal calendario. Nel 1961, però, sul circuito viene ospitata la prima gara del Motomondiale al di fuori dell'Europa.
IL RITORNO – Il Mondiale torna a Buenos Aires solo nel 1972, su un tracciato leggermente più corto, di 3.345 metri, per una modifica al Tobogan. Carlos Reutemann, il nuovo idolo del pubblico di casa, diventa il secondo pilota capace di conquistare la pole position al debutto in Formula 1, ma la vittoria finale va a Jackie Stewart. L'anno successivo, Emerson Fittipaldi supera nel finale il francese François Cevert e passa per primo sotto la bandiera a scacchi. Dal 1974 il circuito viene radicalmente modificato. Con l'aggiunta di due rettilinei paralleli, che corrono lungo le sponde di un laghetto vicino all'autodromo, uniti dalla curva Salotto, il circuito misura 5.968 metri: in questa configurazione, si correrà fino al 1981. Tanto memorabile quanto controversa l'edizione 1980. I piloti minacciano di boicottare la corsa per le pessime condizioni dell'asfalto, che in più punti è spaccato. Le crepe vengono chiuse con superficialità e le uscite di pista abbondano. Reutemann si ritira per problemi al motore, la Williams di Alan Jones è costretto ai box per togliere erba dal radiatore dopo un'escursione fuori pista, ma rientra, supera Villeneuve e Piquet e vince davanti al brasiliano e a Keke Rosberg, al primo podio in F1. Alain Prost riesce ad andare a punti al suo esordio in F1. L'anno dopo la Brabham, grazie alle sospensioni idro-pneumatiche che aggirano i nuovi regolamenti, firma la doppietta Piquet-Reutemann. Nel 1982, il GP è in calendario per marzo, ma gli sponsor si ritirano dopo le controversie politiche emerse durante il GP del Sudafrica. La gara viene posticipata di cinque settimane, e poi definitivamente annullata per l'instabilità in Argentina e lo scoppio della guerra nelle Falkland.
ULTIME EDIZIONI – La F1 torna a Buenos Aires nel 1995: non ci sono più i due rettilinei lungo il lago e al posto della prima curva c'è una serie di curve lente. Hill vince nel 1995 e nel 1996, l'anno in cui trionfa nel mondiale. Il GP porta fortuna anche a Jacques Villeneuve nel 1997. I piloti però non gradiscono la nuova configurazione della pista, e gli organizzatori si trovano ad affrontare notevoli difficoltà economiche. Michael Schumacher conquista l'ultima edizione, nel 1998. Il GP viene poi cancellato anche per l'assenza di lavori di adeguamento delle strutture di sostegno.
FUTURO – Già due anni fa, la presidentessa Cristina Fernandez de Kirchner aveva annunciato l'avvio di trattative per riportare un Gran Premio d'Argentina nel calendario del Mondiale di Formula 1 dal 2013 su un nuovo circuito da costruire a Zárate, 80 km a nord di Buenos Aires. Nessun contratto, però, è stato mai firmato. “Il GP d'Argentina si farà quando potrò trattare con persone serie” disse allora Bernie Ecclestone. Potrebbero così diventare cinque gli appuntamenti nel continente americano, dopo Canada, Stati Uniti, Brasile e Messico (che quasi certamente ospiterà un Gran Premio dal 2015), senza contare dell'affascinante e più volte ipotizzato sbarco a New York.