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F1: Vettel, la tigre della Malesia. Da ultimo a quarto!

Domenica nera per Raikkonen, che rompe il motore nel giro di ricognizione. Splendido Vettel che parte ultimo e sogna il podio fino agli ultimi giri. Vince Verstappen davanti a Hamilton: la Red Bull da Budapest è la seconda forza del Mondiale.
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Le condizioni straordinarie rendono le imprese memorabili. L'ultimo non sarà primo, ma quarto sì. E l'orgoglio del campione Vettel restituisce un senso a un weekend avviato a tingersi di un nero molto più cupo delle nuvole che aleggiano sulla domenica uggiosa di Sepang. Il passo d'addio alla Malesia regala un Vettel in versione tigre, che per la terza volta parte ultimo e finisce per sfiorare il podio. Una rimonta epica per il più vincente di sempre su questo circuito, in un weekend che conferma le difficoltà della Mercedes, mai troppo bilanciata per tutto il weekend, e una Red Bull che dopo Budapest si è completamente trasformata nella seconda forza del Mondiale.

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Certo, i rimpianti per quel che avrebbe potuto essere e non è stato fra Singapore e Sepang aumentano per la Ferrari. Con quello che si è visto in gara, senza i problemi tecnici e il forfait di Raikkonen per un problema idraulico al motore nel giro di installazione, la doppietta sarebbe diventata un sogno bello e straordinariamente possibile. A Sepang, la F1 saluta con un Verstappen che si regala un gran successo per il ventesimo compleanno, che si riprende anche uno status di vincente dopo le critiche per la troppa irruenza in partenza: non solo bad boy, insomma, come in molti hanno troppo presto dimenticato. Il terzo posto di Ricciardo quasi oscura il secondo di Hamilton (114 podi in carriera), che chiude quasi ogni speranza alla rimonta Mondiale di Vettel.

Cavallino mancante: Raikkonen non parte nemmeno

Il disastro della Malesia. Dopo l'ultimo posto in qualifica di Vettel, che parte là in fondo per la terza volta in carriera, Raikkonen vanifica la prima fila in griglia con un problema idraulico  al motore avvertito quando era già in griglia. Viene riportato ai box, e la gara finisce ancora prima di cominciare. Di più, per consegnare il Mondiale alla Mercedes, la Ferrari non avrebbe potuto fare. Gli ingegneri hanno montato una nuova ICE (motore termico), un nuovo turbo ed una nuova MGU-H sulla vettura di Vettel, considerato che le conseguenti venti posizioni di penalità (10 per la ICE, e 5 per TC e MGU-H) non avrebbero alcun effetto. Il problema, spiegano, nasce dalla rottura di un manicotto che porta l'aria dal compressore all'unità interna di combustione.

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"Abbiamo avuto un problema, non so di cosa si tratti ma penso che nessuno lo sappia con certezza. Dobbiamo analizzare la situazione e arriveremo a qualche conclusione ma è inutile adesso fare ipotesi" ha detto Raikkonen ai microfoni di Sky. Con l'asciutto, e il passo mostrato dalla Rossa per tutto il weekend, Iceman avrebbe avuto enormi possibilità di vincere e cambiare la storia anche della sua stagione.

Hamilton controlla, Vettel rimonta

Hamilton, senza avversario in prima fila, amministra la partenza mentre dietro Verstappen brucia alla terza curva Bottas, più lento di Hamilton a parità di gomma per tutto il weekend. Vettel, che ha mostrato un ottimo passo con le Supersoft in tutti i tre settori, recupera otto posizioni in un paio di giri. Le Ferrari hanno chiuso le qualifiche con le velocità più alte allo speed trap, Mercedes escluse: Vettel, che parte con le soft per allungare il primo stint, si mette entra in zona punti al giro 9, dopo un inseguimento su Alonso che ha provato a difendere la posizione anche in zona DRS e prova a complicargli la vita andando anche all'attacco di Magnussen.

Verstappen mette le ali

Ma in gara si completa la trasformazione della Red Bull. Il neo ventenne mette davvero le ali, brucia Hamilton che non riprende la posizione nemmeno dopo un attacco alla curva 1 in regime di DRS, condizionato però da un calo di potenza alla batteria che non gli consente un ottimale recupero di energia. Il duello Red Bull-Mercedes è ormai a tutta pista, a tutto campo. Che staccata tira Daniel Ricciardo a chiudere una sfida vintage, muscolare, vera, spettacolare, accesa con Bottas. L'australiano passa all'esterno alla curva 1 ma Bottas mantiene la traiettoria ideale alle 2. Riesce a stare davanti ma solo fino alla frenata della 4, la seconda più dura del tracciato. La Red Bull è insostenibile per tutti nel secondo settore: Verstappen nella parte centrale dà fino a mezzo secondo al giro a Hamilton, e fa crescere il vantaggio sopra i 5 secondi al giro 12, Ricciardo riesce a costruire un vantaggio vicino al secondo su Bottas.

La pioggia non arriva, il pit stop cambia le gerarchie

Dopo venti giri, Bottas ha solo sei secondi di vantaggio su Vettel, e i rimpianti non fanno che aumentare ad ogni giro che passa, ad ogni secondo che il tedesco recupera. L'undercut diventa possibile per il ferrarista, con una macchina che riesce a gestire le gomme morbide e portarle a temperatura ideale meglio delle Frecce d'Argento. Vettel, però, ha di fronte Perez che comunque non avverte degrado di gomme. Vanno tutti oltre la finestra di utilizzo prevista per le supersoft da Pirelli, ma aspettano di capire se arriva la pioggia prima di elaborare le nuove strategie per la seconda parte di gara.

L'undercut a Bottas

Hamilton è il primo a fermarsi, al giro 27. Risponde Verstappen, poi si copre Vettel al giro 28 che cancella l'eventuale progetto di attendere l'evoluzione delle condizioni meteo prima di rientrare con le mescole più morbide. Il tedesco aveva anche tentato un attacco, anche se solo appena accennato, su Bottas alla staccatona della Langkawi. Ma l'undercut lo completa dopo la sosta. E' l'unico cambio di posizioni dopo i pit stop. Vettel stampa giri e parziali record in successione, gira anche un secondo più veloce di Hamilton. Secondo Pirelli, il tedesco così può arrivare al traguardo senza problemi di gomme. La gara accesa dietro dall'incidente Ocon-Sainz, con il il francese che tenta l'attacco all'esterno alla prima curva e lo spagnolo che va a toccarlo.

Vedere Ricciardo davanti, nell'orizzonte ottico, carica Vettel e disegna un finale inatteso, luminoso, epico. "Te la stai giocando con Vettel per il podio" gli dicono via radio, come se non lo sapesse già. Anche la Ferrari si unisce, nel falò delle vanità, alla fiera della banalità. "Attaccalo adesso" dicono a Vettel, come se anche lui non lo sapesse già. Il Vettel nervoso che si lamenta perché Alonso non gli lascia spazio abbastanza presto per il doppiaggio, "Andiamo… pensavo fossi migliore di così", è il Vettel rassegnato che alla fine deve rinunciare all'ultimo attacco, all'ultimo tentativo prezioso di stupire.

Stando al team radio del Cavallino, probabilmente stare vicino a Ricciardo ha fatto salire la temperatura della power unit di Vettel, che quindi ha avuto bisogno di qualche giro per raffreddare. Resta un'impresa bella anche se forse fine a se stessa nell'ottica della corsa al Mondiale, di quelle che hanno fatto amare i grandi nella storia del Cavallino. Un'impresa che restituisce il grande cuore e lo spirito Ferrari del tedesco, che chiude su tre ruote dopo un tamponamento con Stroll e rientra ai box facendosi dare un passaggio da Wehrlein. Di più, oggi, non gli si poteva chiedere.

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