Ferrari: Mattiacci già via, pronto Arrivabene
Marco Mattiacci già via dalla Ferrari con Maurizio Arrivabene nuovo team principal. Un nome che, alla chiusura di quella che sarà con ogni probabilità la prima stagione senza vittorie dal 1993, sembra già un ossimoro fatto e finito: nomen non omen, nel suo caso. E' questa la tentazione di Sergio Marchionne, almeno secondo il magazine tedesco Sport Bild. Secondo non meglio specificate fonti ben informate, Marchionne non è soddisfatto della gestione di Mattiacci, arrivato ad aprile al posto di Stefano Domenicali, senza avere alcuna esperienza nell'ambito sportivo, ma con un curriculum di successi nell'espansione del brand Ferrari negli Usa. Una ulteriore conferma è arrivatadal giornalista Giorgio Terruzzi, che praticamente dà la sostituzione per sicura dopo il GP di Abu Dhabi. "Maurizio Arrivabene, vice presidente Philip Morris sostituirà Marco Mattiacci al vertice della Gestione Sportiva Ferrari" scrive sul suo profilo Facebook. "La decisione (di Sergio Marchionne) pare sia già stata presa e verrà ufficializzata all'inizio della prossima settimana. Arrivabene, ex pilota specializzato nei raid transafricani, accompagna e sostiene la Ferrari da molti anni. Riservato e appassionato, è stato il "capo" di Andrea Agnelli, sempre all'interno della multinazionale del tabacco. Tra loro i rapporti sono strettissimi, non a caso Arrivabene fa parte del consiglio di amministrazione della Juventus.
Ferrari. Maurizio Arrivabene (vice presidente Philip Morris) sostituirà Marco Mattiacci dopo Abu Dhabi
— Giorgio Terruzzi (@GiorgioTerruzzi) 22 Novembre 2014
Mattiacci e le persone giuste – "Ho imparato l'intensità e la complessità di questo sport, ma ho scoperto anche l'incredibile quantità di persone di talento che lavorano in Formula 1. E' una piattaforma globale straordinaria" ha spiegato, "e il livello della competizione è altissimo. Devo imparare ancora molto, ma al tempo stesso credo di aver portato la comprensione delle persone, di aver scelto le persone giuste per creare un'organizzazione vincente".
Il profilo di Arrivabene – Mattiacci, che all'epoca della querelle Marchionne-Montezemolo era considerato tra i papabili per la presidenza del Cavallino, potrebbe non avere il tempo di vedere i frutti di questa organizzazione che ha in mente. Per i corrispondenti Ralf Bach e Bianca Garloff, il nuovo presidente della Ferrari vorrebbe affidare la gestione sportiva a Maurizio Arrivabene, già vicepresidente di Phillips Morris International e numero 1 di Marlboro Italia. Già vicino alla scuderia di Maranello, per anni sponsorizzata proprio dal celebre marchio di sigarette, qualche anno fa avrebbe voluto farne l'unica squadra nell'intero panorama motoristico sponsorizzato dal gruppo, prima che entrasse il vigore il divieto di esporre marchi del tabacco nelle piste e sulle vetture da Formula 1. La scelta, se questa sarà davvero la strada per il futuro, è particolarmente indicativa del peso sempre minore che le corse, che i risultati sportivi, hanno nel bilanciamento complessivo del marchio del Cavallino rampante. Arrivabene, infatti, è uno dei più grandi esperti italiani di marketing, e ha espresso la sua visione in un'intervista di qualche anno fa proprio per il magazine Ferrari.
La visione: essere l'onda – “Se fai surf, anche se sei il più bravo, prima o poi cadi in acqua. Se, invece, sei tu stesso ad essere l’onda, questo rischio non lo corri. Questa è la differenza tra seguire un trend e crearlo” spiegava. La Ferrari, sosteneva, è un esempio perfetto di marchio capace di superare le generazioni, di durare nel tempo perché ha saputo "creare un mondo dietro ai propri prodotti". E concludeva analizzando come il legame con Marlboro avesse spinto anche la scuderia di Maranello a ragionare in maniera diversa dal passato sul tipo e il valore delle sponsorizzazioni. "Penso ai box, come appaiono in televisione ai Gran Premi, che da garage si sono trasformati in palcoscenico dove la Formula 1 e la squadra vengono presentati al mondo. Penso al colore metallizzato della monoposto, della stessa tonalità di rosso che Ferrari usa dal 1947, e a tanti dettagli sui quali la Ferrari ci ha interpellati e per i quali, sapendo di dover tenere il nostro posto, abbiamo comunque portato idee e suggerimenti”. Allora come oggi, nella sua visione, non è il pilota che conta. “I piloti passano, la Ferrari resta diceva. "La Ferrari è un mondo, il pilota è un uomo…”. Chissà se è questa sua visione ad aver colpito Marchionne, una visione che esalta i valori del Cavallino in una fase di profonda rivoluzione di uomini, di arrivi e partenze di piloti, meccanici e ingegneri. Se questa dovesse essere la strada intrapresa, il messaggio diventerebbe chiarissimo. La Ferrari ha sempre meno bisogno di vincere in Formula 1 per mantenere il successo economico e commerciale. Ancor di più considerato che, insieme a Mercedes e Red Bull si sono praticamente spartite la metà del miliardo di euro di prize money distribuito da Ecclestone. "Bisogna tornare presto a vincere" tuonava Marchionne nei giorni del gelo con Montezemolo. Ma tutto sembra portare verso un futuro diverso, in cui contano solo la forza del brand e il profumo dei soldi.