Formula 1, GP Australia: grip e carico le chiavi del successo all’Albert Park
Ready to rumble? Dal 1996, con due sole eccezioni, la Formula 1 apre la nuova stagione sul tracciato semipermanente dell'Albert Park, a Melbourne. È un circuito dall'asfalto irregolare, che non viene usato molto durante l'anno e dunque soprattutto tra venerdì e sabato crea qualche problema di grip. Ma sulle 16 curve del tracciato, 10 a destra e 6 a sinistra, quasi tutte diverse, l'aderenza è elementi chiave. Le caratteristiche del circuito, che comprende rettilinei non molto lunghi e consente solo velocità medio-basse di percorrenza in curva, non sottopone piloti e vetture a carichi laterali particolarmente elevati. Lungo i 5303 metri, da percorrere per 58 giri in gara, i piloti affrontano nove frenate, per un tempo totale sul giro di utilizzo dei freni tra i più bassi del Mondiale, ma con una decelerazione media di 4g. Non a caso, sottolineano i dati Brembo, l’Albert Park è una delle piste del Mondiale in cui le monoposto dissipano la maggiore quantità di energia in frenata.
Il circuito
Il tracciato, semipermanente, si articola intorno al lago artificiale dell'Albert Park, a circa 3 chilometri dal centro di Melbourne, nel distretto di Port Philip. Questo circuito è l'unico che abbia ospitato il Gran Premio d'Australia anche nelle edizioni degli anni '50, organizzate su una versione più antica del tracciato, percorso in senso anti-orario. Qui si sono svolte le edizioni 1955 e 1956 del Moomba TT, una gara aperta a macchine sportive aperte e chiuse, una sorta di sinergia tra l'Argus Trophy e il più grande festival gratuito d'Australia. L'intervento di Ron Walker, un importante uomo d'affari australiano, porta nel 1993 all'accordo con l'allora capo del governo Jeff Kennett per modernizzare il tracciato e renderlo dal 1996 la nuova sede del GP d'Australia di Formula 1.
Come si guida
"L'Albert Park non è il circuito più semplice per sorpassare” ha spiegato Max Verstappen, “noi faremo del nostro meglio ma i rettilinei sono abbastanza brevi e le curve che portano ai tratti veloci sono spesso a 90 gradi. In più, gli alberi intorno al circuito rendono più difficile individuare i punti di riferimento in frenata”.
Prima curva impegnativa
Una delle staccate più delicate per i piloti arriva proprio alla prima curva dopo il rettilineo di arrivo, la Jones, a destra e posizionata dopo una zona di utilizzo del DRS. Si affronta qui una decelerazione di 4,8g nel corso di una frenata contenuta in 94 metri e 94 centesimi di secondo.
Da qui si procede verso la Brabham, a sinistra, da affrontare in piena accelerazione sfiorando il muro all'esterno. Si entra così nel rettilineo in leggera discesa (Aughtle Drive) che conduce alla Sport Centre, la temutissima curva 3, che richiede la più impegnativa delle frenate lungo il tracciato. Qui i piloti passano da 310 a 90 kmh in 110 metri, con una decelerazione di 4,8g. È la prima di una serie di curve chiuse, teatro di tre incidenti dalle dinamiche piuttosto simili.
Tre incidenti alla curva 3
Qui nel primo giro della prima edizione Martin Brundle decolla sulla McLaren di Coulthard e si schianta sulle barriere. Nel 2001 scena simile con Jacques Villeneuve che tampona Ralf Schumacher e vola verso il muro. I piloti restano illesi ma una ruota si stacca e finisce per uccidere uno dei commissari, Graham Beveridge. L'anno scorso un malfunzionamento del sistema di recupero dell'energia sulla Haas di Gutierrez è alla base dell'incidente con la McLaren di Alonso che lo tampona e decolla verso le barriere.
Qui è fondamentale sfruttare i cordoli in uscita per mantenere la massima velocità nel breve tratto di scorrimento fino alla Hellas e la debola frenata che immette alla Whiteford, intitolata a quel Doug che qui vinse nel 1953, che si affronta a quasi 200 kmh.
Il secondo settore
Dopo l'Albert Drive Road si arriva alla curva 6, la frenata lunga che apre il secondo settore. La frenata, che fa scendere i piloti da 294 a 141 kmh, è particolarmente delicata per via delle ombre proiettate dagli alberi e diventa ancora più difficile in caso di pioggia perché i piloti non vedono le pozzanghere e rischiano di andare in testacoda. Superate in accelerazione la 7, a sinistra, e la Lauda, i piloti arrivano in sesta alla staccata della Clark, una delle frenate più potenti del tracciato. Si passa dai 295 ai 122 kmh in 88 metri con una decelerazione da 4,8g, per di più con un punto di frenata su un tratto di asfalto sconnesso. Serve una buona trazione per affrontare la 10, la Fittipaldi, che di fatto compone una chicane con la Clark, per entrare nel tratto veloce che porta al Lakerside Drive, dove si raggiunge un'accelerazione laterale di 1.5G per sei secondi.
Grip decisivo nell'ultimo tratto
Nell'ultimo settore, come sottolinea Giorgio Ferro su Autosprint, “conta tantissimo quanto la vettura è bilanciata aerodinamicamente e quanto il set-up meccanico riesce a sfruttare il grip messo a disposizione degli pneumatici Pirelli”. In questo settore, Verstappen incassò nel 2017 cinque decimi da Vettel, ma le curve 11 e 12 restano le preferite dell'olandese, soprattutto quando può percorrerle in sesta o settima in qualifica. La chicane, davvero molto veloce con le nuove monoposto come ha confermato Kevin Magnussen, immette verso la Hill, una rapida curva a destra da affrontare 280 kmh.
Si continua in accelerazione fino alla frenata della Ascari, dove i piloti passano da 305 a 145 kmh con un carico massimo sul pedale di 166 kg, il più alto del tracciato. Si attraversa il Ross Gregory Drive e, sempre in accelerazione si prosegue verso la curva 14, la Stewart, e al tornante Senna, a sinistra. La frenata non è potente ma lunga, e la trazione avrà un ruolo determinante. Da qui, si esce a 87 kmh in prima e si affronta la Prost, a destra, che porta verso il rettilineo di arrivo.
Le gomme
“I test pre-stagione hanno mostrato una forte evoluzione delle prestazioni di monoposto e mescole 2018” ha dichiarato Mario Isola, direttore motorsport Pirelli. “Dai dati raccolti finora, le mescole più morbide dovrebbero dare la possibilità ai piloti di scegliere tra una o due soste, a differenza del 2017. Come sempre la prima gara dell’anno è piena di incognite, ma speriamo di vedere un Gran premio entusiasmante nel quale la strategia gioca un ruolo chiave”.
Nominalmente, Pirelli ha confermato la stessa allocazione dell'anno scorso, Soft, Supersoft e Ultrasoft, ma la gamma di mescole 2018 è un gradino più morbida. Mercedes più aggressiva con nove set della mescola più morbida per Hamilton e Bottas, con l'inglese che porta tre treni di Supersoft. Anche i due piloti Williams, Stroll e Sirotkin, e le due McLaren di Alonso e Vandoorne avranno a disposizione nove set delle gomme a banda viola. Otto di Supersoft, tre di Supersoft e due di Soft i set a disposizione di Ricciardo e Verstappen, con allocazioni speculari per Force India e Toro Rosso. Più conservativa la Ferrari con sette treni a banda viola.
Numeri e curiosità
Diciannove i piloti diversi che hanno vinto in Australia: di Schumacher il primato con quattro successi. Hakkinen nel 1998 si impose con un margine di soli 0.702 secondi su Coulthard, nel 1995 invece Hill diede due giri a tutti: è il distacco più ampio nella storia del gran premio.
Nel 60% dei casi, chi vince a Melbourne poi conquista anche il Mondiale. Ma solo quattro volte su 10, nonostante i pochi sorpassi (14 nel 2017) vince chi parte dalla pole. Se dovesse centrarla anche quest'anno, Hamilton staccherebbe Senna e resterebbe il recordman nella storia del gran premio.
Prima edizione: 1985, Adelaide
Vittorie dalla pole: 14 su 33
Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 11° (David Coulthard, McLaren 2003)
Le vittorie Ferrari
1987 (Adelaide) Berger
1999 Irvine
2000-2002, 2004 M.Schumacher
2007 Raikkonen
2017 Vettel
Albo d'oro piloti
Vittorie
4 – M.Schumacher
3 – Button
2 – Prost, berger, Senna, Hill, Coulthard, Raikkonen, Hamilton, Vettel, N.Rosberg
1 – K.Rosberg, Boutsen, Piquet, Mansell, Hakkinen, Irvine, Fisichella, Alonso
Podi
7 – Hamilton
6 – M.Schumacher, Vettel
5 – Barrichello, Raikkonen, Alonso
4 – Prost, Berger, Coulthard, N.Rosberg, Button
3 – Piquet, Senna, Mansell, Hill, R.Schumacher
2 – Boutsen, Brundle, Irvine, Hakkinen, Frentzen, Montoya
1 – Laffite, Streif, K.Rosberg, Johansson, Alboreto, Nannini, Patrese, Panis, Morbidelli, J.Villeneuve, Fisichella, Heidfeld, Trulli, Kubica, Massa, Petrov, Magnussen, Bottas
Pole position
6 – Senna, Hamilton
3 – Mansell, Hakkinen, M.Schumacher, Vettel
2 – Villeneuve, Button
1 – Berger, Hill, Barrichello, Fisichella, Raikkonen
Albo d'oro costruttori
Vittorie
11 – McLaren
8 – Ferrari
5 – Williams
3 – Mercedes
2 – Renault
1 – Benetton, Brawn GP, Red Bull, Lotus
Podi
26 – McLaren
23 – Ferrari
17 – Williams
7 – Mercedes
6 – Renault
5 – Benetton
3 – Ligier, Red Bull
2 – Lotus, Toyota, Brawn GP
1 – Footwork, Jordan, Sauber
Pole position
10 – McLaren
6 – Williams, Ferrari
4 – Mercedes
3 – Red Bull
1 – Lotus, Renault, Honda, Brawn GP