Formula 1, Gp Barcellona: Montmelò, il nuovo asfalto cambia tutto
Secondo uno dei più duraturi cliché della Formula 1, se una monoposto va bene al Montmelò va bene ovunque. Il Circuit de Barcelona-Catalunya, lungo 4.655 metri con 16 curve totali, che ospita il circus ininterrottamente dal 1991, è il tracciato che i piloti conoscono meglio. Le migliaia di chilometri percorse nei test invernali aumentano la familiarità con una pista completa, con una sua precisa identità. “È un tracciato che ha tutto” ha detto Dani Ricciardo, “le prime tre curve sono veloci, filanti e l'ultimo settore è molto tecnico”.
Incognita: il nuovo asfalto
Spesso i team faticano a trovare il set-up ottimale. Il consumo delle gomme è particolarmente elevato, e il vento diventa spesso un fattore anche perché cambia di intensità e direzione nei vari settori del tracciato, come dimostra l'incidente di Alonso nei test del 2015.
Quest'anno, poi, sarà un po' come la prima volta per tutti. I riferimenti della scorsa stagione saltano, per alcune modifiche tecniche e soprattutto per il nuovo asfalto steso sull'intero tracciato che, scrive Maurizio Voltini su Autosprint, “offre un buon grip ma con un'abrasività parecchio inferiore rispetto al passato, che riduce il consumo delle gomme ma anche la velocità con cui vanno in temperatura”.
Pirelli porta gomme più sottili
Per questo Pirelli cambia la dotazione di mescole rispetto alla scorsa stagione. Nonostante le elevate sollecitazioni laterali che pesano soprattutto sull'anteriore sinistra, infatti, nel 2017 la Hard è rimasta inutilizzata perché fin troppo conservativa.
Farà il suo debutto dunque la supersoft, nominata insieme a soft e medium. “Su questo circuito i Team hanno già provato durante i test pre-stagione, ma ora le condizioni si presentano diverse:
temperature più elevate, monoposto più veloci, oltre all’evoluzione dell’asfalto” spiega Mario Isola. “Per la prima volta in Spagna portiamo i P Zero Red supersoft, due step più morbidi della mescola più tenera nominata nel 2017, la soft, in quanto tutte le mescole 2018 sono di uno step più morbide rispetto allo scorso anno”.
Tutte, sottolinea Pirelli, avranno il battistrada ridotto di 0,4 millimetri. Una scelta, spiega il fornitore, che non avrà alcuna conseguenza sulle prestazioni, ma aiuterà a minimizzare il rischio di surriscaldamento. Si prevede, infatti, un abbassamento intorno ai 10 gradi della temperature in superficie.
Le scelte dei piloti: Ferrari più aggressiva
La Ferrari, la più completa finora e la più vincente al Montmelò dove ha ottenuto 8 vittorie, 25 podi e 7 pole, sceglie una dotazione più aggressiva. Vettel, mai in pole qui, e Raikkonen, ultimo ferrarista a scattare davanti a tutti nel 2008, avranno due set di medie, quattro di soft e sette di supersoft.
Mercedes, la regina nell'era dell'ibrido (3 vittorie negli ultimi quattro anni e qualifiche chiuse sempre in top 3 dal 2013), mantiene uguali le dotazioni fra i due piloti. Hamilton, terzo nella classifica per podi qui, e Bottas partono con tre treni di medie, cinque di soft e cinque di supersoft.
Verstappen, che qui due ani fa ha centrato una prima vittoria da record in carriera, e Ricciardo possono utilizzare tre set di medie, quattro di soft e sei di supersoft. Ben quattro i treni di medie per Ocon e Perez.
Un giro di pista
Dalla linea di partenza al punto di corda della prima curva passano 762,279 metri, la distanza più lunga del Mondiale. I piloti si trovano subito ad affrontare una delle tre staccate principali del tracciato che Brembo classifica come mediamente impegnativo per i freni. I piloti passano in frenata il 16% del tempo sul giro, con una decelerazione media di 4,5 g, più elevata rispetto all'anno scorso a conferma della maggiore coppia frenante di cui dispongono le monoposto attuali.
Il primo settore
La prima curva è uno dei pochi punti per tentare il sorpasso. Le monoposto escono dal rettilineo di arrivo e si presentano alla staccata a 317 kmh percorrendo in frenata 43 metri in soli 1,51 secondi. I piloti possono anche ritardare la frenata e rimanere all'esterno, ma dovranno stare più attenti perché dieci metri della parte asfaltata oltre il cordolo alla prima curva sono stati sostituiti con ghiaia. Non si può sbagliare niente alla prima e alla seconda curva, che si percorre in accelerazione. Qui, come alla curva 5, alla 7 e alla 16 sono state rimosse le zone di erba artificiale in uscita.
La trazione in uscita è essenziale per affrontare al meglio la curva Renault. Si tratta di una delle sfide principali per i piloti su questo tracciato, una curva a destra dove il motore tradì Hakkinen all’ultimo giro nel 2001 favorendo il successo di Michael Schumacher. È una curva a raggio variabile che si affronta in leggera salita, e richiede un'accurata erogazione progressiva del gas per contrastare il rischio di sovrasterzo in uscita. Un breve rettilineo conduce alla curva 4, la Repsol, che apre il secondo settore.
Il secondo settore
La Repsol costituisce la seconda staccata impegnativa del circuito. Si può considerare simile alla Parabolica di Monza e coincide con il punto più alto del tracciato. Qui, in appena 37 metri, i piloti passano da 291 a 153 kmh e proseguono poi in discesa verso la lenta curva 5 (Seat), a sinistra, e la 6, che invece si percorre in piena accelerazione. Un rapido cambio di direzione sinistra-destra aperto da un tornante in leggera salita porta alla Campsa (curva 9) dove Heikki Kovalainen andò a schiantarsi sulle barriere nel 2008. Il secondo rettilineo più lungo del tracciato, su cui si può usare l'ala mobile anche se non è facile restare in scia senza disturbi aerodinamici, conduce al terzo settore, il più tecnico.
Il terzo settore
La frenata della Caixa, curva 10, che apre l'ultimo tratto del circuito, è la più impegnativa. Le monoposto scendono da 308 a 86 kmh con una frenata di 2,32 secondi durante i quali percorrono 58 metri. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 148 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 5,2 g. Segue una chicane sinistra-destra di media velocità che prelude alla parte finale, ridisegnata da Tilke per aumentare la sicurezza. Dopo la curva 13, una veloce a destra, i piloti affrontano una lenta chicane sinistra-destra che determina la velocità all'ingresso del rettilineo dei box. La facile curva New Holland, verso destra, dove sono stati installati nuovi doppi cordoli in uscita, guida al rettilineo di arrivo.
Numeri e curiosità
Sono 46 le edizioni del GP di Spagna nel Mondiale di F1 dalla prima edizione del 1951 a Pedralbes. Dal 1991 si corre sul Circuit de Barcelona-Catalunya dove solo in sei hanno vinto più di una volta. Il leader rimane Michael Schumacher con sei successi. Ha vinto anche nel 1995 con il più ampio margine nella storia del GP al Montmelò, 51,988 secondi sul compagno di squadra Johnny Herbert.
Determinante qui partire in pole: essere primi in griglia ha garantito il successo nel 74% dei casi (20 volte) e nessuno ha mai conquistato il successo partendo più indietro della quinta posizione.
Statistiche piloti
Vittorie
6 – M.Schumacher
3 – Hakkinen
2 – Mansell, Raikkonen, Alonso, Hamilton
1 – Prost, Hill, Villeneuve, Massa, Button, Webber, Vettel, Maldonado, Rosberg, Verstappen
Pole
7 – M.Schumacher
3 – Hamilton
2 – Hakkinen, Raikkonen, Webber, Rosberg
1 – Berger, Mansell, Prost, Hill, Villeneuve, Alonso, Massa, Button, Maldonado
Podi
12 – Schumacher
7 – Alonso
6 – Hamilton
5 – Raikkonen, Vettel
4 – Coulthard, Barrichello
3 – Alesi, Hakkinen, Villeneuve, Massa
2 – Mansell, Prost, Montoya, Trulli, Webber, Button, Rosberg, Ricciardo
1 – Patrese, Senna, Blundell, Hill, Herbert, Berger, Panis, Fisichella, Maldonado, Verstappen
Statistiche costruttori
Vittorie
8 – Ferrari
6 – Williams
4 – McLaren
3 – Red Bull, Mercedes
1 – Benetton, Renault, Brawn GP
Pole
7 – Ferrari
5 – Williams, Mercedes
4 – Mclaren
2 – Benetton, Red Bull
1 – Renault, Brawn GP
Podi
25 – Ferrari
14 – McLaren
10 – Williams
7 – Benetton, Red Bull
5 – Renault, Mercedes
2 – Brawn GP, Lotus
1 – Tyrrell, Prost, BAR, Toyota