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GP Australia, dinastia Rosberg: Nico sulle orme di papà Keke

Nico Rosberg ha scelto per quest’anno di correre con il 6. Con quel numero, papà Keke è diventato il primo finlandese a vincere un Mondiale di F1, e l’ultimo prima dei motori turbo. Nico sarà il primo a trionfare nell’era dei propulsori ibridi?
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"Yo soy Keke Rosberg y llevo el número 6. Yo soy Keke Rosberg, soy el rayo finlandes". " Io sono Keke Rosberg e porto il numero 6. Sono Keke Rosberg, il raggio finlandese". Nei versi, non proprio indimenticabili, dei Siniestro Total, c'è la storia di una leggenda della Formula 1 e del legame speciale con quel numero 6 che diventa il suo segno di riconoscimento. In Australia, Nico Rosberg ha vinto la sua prima gara con il numero del padre. Keke, primo finlandese campione del mondo, è stato anche l'ultimo a trionfare con il motore Ford DFV, prima dell'avvento del turbo. Nel segno  e nel numero del padre, Nico potrebbe diventare il primo a trionfare nell'era dei motori ibridi.

ONORA IL PADRE – Keke Rosberg, che è finnico sì ma è nato in Svezia, a Stoccolma, dove i genitori studiavano, ha ottenuto la prima vittoria di un finlandese in F1 al BRCD Trophy di Silverstone (gara non compresa nel Mondiale). Ma non trova un volante in F1 fino al clamoroso addio alle corse di James Hunt a Montecarlo. Prende il posto di "the shunt" ma in due anni in Fittipaldi sono più le delusioni che i successi. Nel 1982 passa alla Williams, dopo l'addio polemico di Alan Jones, che oggi ha intervistato Nico sul podio di Melbourne, sempre più ai ferri corti con il compagno di squadra Reutemann. Rosberg, con il numero 6 ben in vista, non è il favorito per il Mondiale. Dopo l'incidente mortale di Gilles Villeneuve, il candidato principale per la vittoria finale è l'altro ferrarista, Didier Pironi. Ma durante le prove del Gran Premio di Germania, sul rettilineo prima del Motodrom,  Pironi è dietro la Williams di Derek Daly, che esce dalla traiettoria. Pironi pensa che voglia dargli strada e accelera. Ma Daly sta solo sorpassando la McLaren di Prost, che procede pianissimo nella pioggia. Nascosta nella nuvola d'acqua, Pironi non può evitare il connazionale e letteralmente decolla. Ha un osso della gamba che gli esce fuori dalla tuta, i commissari che arrivano a soccorrerlo, così come Prost e Piquet, hanno le mani nei capelli. Eviterà l'amputazione, ma non tornerà più a correre. Senza l'avversario numero 1, in testa al Mondiale in quel momento, a due gare dalla fine Rosberg vince il GP di Svizzera, che però si corre in Francia, a Digione, e va in testa al Mondiale. Conquisterà il suo unico titolo, con soli cinque punti su Pironi, grazie al quinto posto sul tortuoso circuito di Las Vegas. Re dei tracciati cittadini o semi-cittadini (vince a Montecarlo nel 1983, a Dallas nel 84 e nel 1985 a Detroit e Adelaide), a fine 1985 saluta la Williams e chiude un cerchio personale: va a sostituire Lauda, che era stato il grande rivale di Hunt, in McLaren. Pensavo di essere il pilota più veloce del mondo", diceva, "poi ho conosciuto Alain Prost”.

DI PADRE IN FIGLIO – Quest'anno, per la prima volta, i piloti hanno potuto scegliere il proprio numero, come già succede in Moto GP. Nico non ha avuto dubbi. "Figo! Ho il numero 6 per il resto della mia carriera in F1! E' il numero fortunato della mia futura moglie e di mio padre, perciò deve funzionare anche per me" ha twittato Nico. Due opposti fuori pista (faccia pulita e vita sana Nico, baffuto e fumatore papà Keke), quanto vicini in pista. Un passaggio generazionale di talento che già l'anno scorso si era chiuso, sul circuito cittadino più bello, affascinante e difficile del mondo, a Montecarlo. Nel 1983, Keke aveva vinto il suo secondo gran premio in carriera: aiutato dalla doppia squalifica nelle prove di Lauda e Watson (le gomme Michelin arrivano troppo tardi per essere montate nell'unica finestra con pista asciutta), Rosberg in gara monta gomme slick, su pista ancora umida, e vola. Sorpassa Prost alla fine del primo giro, e al quinto ha 12 secondi di vantaggio sul secondo. All'arrico solo Lafitte e Piquet contengono i distacchi sotto i 20 secondi. Esce dall'abitacolo sudatissimo, anche perché sta combattendo con un virus che non gli darà pace per tutta la stagione, ma felice. E' la sua seconda vittoria in Formula 1. Trent'anni dopo, su una monoposto più facile da guidare e senza cambio manuale, è Nico a salire sullo stesso podio per celebrare il suo secondo successo in F1. Ma farlo con il numero di papà Keke ha un gusto diverso. Ha il sapore di una nuova prima volta, di una festa di famiglia, di un messaggio forte e chiaro. C'è un altro Rosberg, un altro raggio finlandese, che sfreccia più veloce di tutti e porta il numero 6.

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