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GP Australia: format diverso, stessa vecchia F1

La pole numero 50 di Hamilton si decide a 5′ della fine della Q3. Né le Ferrari né le Mercedes scendono in pista negli ultimi minuti che avrebbero dovuto essere decisivi. Il nuovo format regala qualifiche emozionanti in Q1 e Q2 ma un finale desolante.
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Cambia tutto, ma tutto in fondo rimane com'era. Dopo aver dominato tutte le sessioni di libere, Hamilton inizia il Mondiale 2016 come aveva iniziato l'anno scorso. Prima gara e prima pole stagionale, la cinquantesima in carriera, la prima da Monza 2015, con un sensazionale 1.23.837, due secondi e mezzo più veloce della pole dell'anno scorso.  Prima fila tutta Mercedes e seconda tutta Ferrari. Vettel e Raikkonen risparmiano un treno di gomme, rinunciano all'ultimo duello e si rassegnano all'eliminazione in Q3. Il tedesco è il primo dietro le Frecce d'Argento e l'unico a scendere sotto il secondo di distacco da Hamilton. In terza fila Verstappen, quinto, che centra la miglior qualifica da quando è in F1, e Massa, In quarta fila Sainz, che partirà settimo esattamente come un anno fa (è comunque il suo secondo miglior piazzamento in qualifica in carriera, al 20mo GP in F1) e Ricciardo, il primo degli eliminati in Q3. Difficile, dunque, che gli australiani possano vedere finalmente la prima vittoria di un pilota di casa a Melbourne: il miglior piazzamento rimane il quarto posto di Webber nel 2012.

Q3, nessun duello finale – Peccato che, proprio nel momento che avrebbe dovuto essere nelle intenzioni il più caldo, il nuovo format combinato con la necessità di gestire i treni di gomme, riveli il suo lato più debole, la sua pecca principale. La qualifica, di fatto, finisce con 5 minuti di anticipo. Oltre alle due Ferrari, restano nei box anche Hamilton e Rosberg. Così gli ultimi 90 secondi, quelli che dovrebbero vedere in pista i primi due a giocarsi la pole all'ultimo centesimo, vedono invece i piloti nel paddock e una bandiera a scacchi sventolata in un circuito deserto. Rimane la sensazione di una qualifica di grande pathos, di grande appeal, all'inizio, in Q1 e Q2, con tutti in pista a girare da subito e con costanza, e di una Q3 invece desolante. Una contraddizione che dovrà essere risolta.

Ferrari, buoni segnali dalla Q3 – Sarà anche provvisorio, sarà solo il primo giro lanciato della Q3, ma vedere Vettel mezzo secondo davanti a Rosberg lascia intuire una stagione ancor più tinta di rosso del 2015. Il tedesco, che ha costruito buona parte del suo vantaggio in questo primo duello della Q3 nel secondo settore, conferma le indicazioni, i segnali premonitori di questa stagione. Quello che i test di Barcellona avevano solo lasciato presagire, quello che la pioggia nelle libere aveva nascosto, si rivela in tutta la sua chiarezza. Le Mercedes hanno ancora diverse marce in più. Ma la Ferrari, ancor più dell'anno scorso, si candida a principale rivale delle Frecce d'Argento.

Mini GP dalla Q1 – Tutte le vetture scendono subito in pista in Q1. I primi giri sembrano un mini Gran Premio. Le Mercedes subito scatenate, con Lewis Hamilton che ha siglato il miglior tempo in 1.25.351. Distanti tutti oltre un secondo: Raikkonen migliore degli altri. Wehrlein è il primo degli eliminati con il nuovo format, prevedibilmente subito prima di Haryanto, che sarà comunque penalizzato per la collisione con Grosjean in pit-lane in Q3 e perderà anche 2 punti della patente: non proprio il debutto migliore possibile per il primo pilota indonesiano nella storia della Formula 1.

Delusione Kvyat e Grosjean – Curiosa, per non dire assurda, la decisione della Red Bull di non mandare in pista Kvyat, 18mo, nei minuti che hanno preceduto la sua eliminazione. "Non ho avuto alcun problema tecnico" ammette il russo, "ma non ho sfruttato al meglio le gomme e ho avuto molto traffico davanti. Peccato, ma può capitare". L'importante è che non succeda di nuovo". E' in pista, invece, Grosjean, che però inizia il suo ultimo giro troppo tardi e non evita l'eliminazione: chiude col 19mo tempo, appena davanti al compagno di squadra Gutierrez. Consolazione davvero magra in questa prima sessione di qualifiche per la debuttante Haas.

Progressi McLaren – Decisamente incoraggianti, soprattutto se paragonati alla situazione di un anno fa, i tempi delle McLaren di Alonso e Button, che chiudono la Q1 secondo e settimo, con distacchi tra 1.2 e 1.4 secondi. Distacchi che salgono di poco, appena sopra il secondo e mezzo, in Q2. Alonso non si accontenta, a giudicare dall'espressione furibonda sul suo volto al rientro ai box, del 12mo tempo e di partire davanti al compagno di squadra Button il più esperto di tutti alla sedicesima presenza consecutiva in Australia. "Alla fine, i migliori son tutti davanti e risparmiano le gomme: non mi sembra che sia cambiato molto, nonostante il nuovo formato" ha detto a caldo. "Per noi, partire 12mo e 13mo non è così male". Rispetto ai 3.5 secondi di divario al debutto della power unit Honda nella scorsa stagione, la differenza si vede, si sente, si tocca. "La macchina sembra avere una buona guidabilità ma ancora qualcosa in termini di velocità di punta" ha spiegato Eric Boullier. "Per capire il potenziale delle McLaren" spiega Brundle a Sky Sports UK, "sarà interessante confrontarle con le Red Bull, che come l'anno scorso ha un ottimo telaio ma non il motore più potente". Soddisfazione anche per il debuttante Jolyeon Palmer, figlio d'arte, che nell'ultimo tentativo firma i suoi migliori parziali nei primi due settori, si migliora di quattro decimi e riesce a tagliar fuori dalla Q2 Ericsson. La Sauber, dunque, non porta nessun pilota oltre la Q1. Una situazione che sembra destinata a ripetersi, con l'addio del direttore tecnico Smith, ufficialmente motivato da motivi familiari, che sarebbe invece dovuto, stando alle indiscrezioni sempre più insistenti a Melbourne, alla mancanza di fondi per sviluppare la C35.

Ferrari più vicina – Anche in Q2 escono tutti fuori subito. Rosberg esce dai box davanti a tutti, seguito dalle due Ferrari. Vettel e Raikkonen scelgono le soft. Il tedesco riesce a chiudere il secondo stint da "migliore degli altri", a soli 652 millesimi dal campione del mondo. Bene anche Raikkonen, quinto, a poco più di un secondo (1″010). Tra le due Ferrari, si inseriscono Sainz e Ricciardo. Il buon lavoro di progettazione in casa Red Bull e Toro Rosso in questa prima giornata, evidentemente paga.

Bottas out in Q2 – Quando iniziano le eliminazioni ogni 90 secondi, tra Vettel, allora quinto, e Hulkenberg, nono, ci sono meno di tre decimi: la "sedia" alla fine della Q2 è più rovente che mai. Il primo a lasciare la Q2 è  Magnussen, cui non basta firmare il suo miglior tempo, comunque più lento di oltre 3 secondi rispetto alle Mercedes. E' Bottas la prima vittima di lusso della sedia rovente. Il finlandese manca l'aggancio alla Q3, come gli era capitato solo due volte la scorsa stagione, a Montecarlo e Austin.

GP AUSTRALIA 2016 – TEMPI

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