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GP Australia: lo show dei record incorona Hamilton ma la Ferrari tiene

Hamilton stampa un ultimo giro da urlo e firma la 72ma pole Mercedes nell’era dell’ibrido. Raikkonen, più a suo agio sulla nuova Ferrari, secondo davanti a Vettel. La SF71H bene soprattutto nel secondo settore. Si schianta Bottas, migliorano le Red Bull. Rivelazione Haas, delusione Force India.
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Che strappo, Hamilton. Sembrava uno scenario ideale, quello disegnato dal primo sabato della stagione, con i top driver in pochi decimi. Poi Hamilton firma il giro perfetto, che vale il record della pista e la settima pole a Melbourne. Rifila quasi sette decimi a Raikkonen, secondo, e Vettel, terzo per un centesimo. Il campione del mondo centra la 72ma pole in carriera, Mercedes, che fa la differenza nel primo e nel terzo settore, festeggia la 72ma su 80 gare nell'era dell'ibrido. Ma Bottas si schianta all'inizio della Q3 e per la prima volta una Mercedes scatterà più indietro della terza posizione a Melbourne. Verstappen completa la seconda fila, molto vicino alle Ferrari. In terza partiranno le Haas di Magnussen e Grosjean, su una vettura che Alonso ha definito una replica della Ferrari. Ricciardo, quinto e penalizzato, partirà ottavo dietro Hulkenberg, recordman per gare disputate senza aver centrato il primo podio. Sainz completa la top 10 con Bottas, che potrebbe scivolare molto indietro se dovesse sostituire la scatola del cambio.

Red Bull con le SuperSoft

Interessante la strategia in vista della gara. I top 10 partiranno con le gomme più morbide, le UltraSoft, tranne le due Red Bull, che scatteranno con le SuperSoft e potranno anche optare per la sosta unica. Magari soffriranno all'inizio per mandare gli pneumatici in temperatura ma potranno allungare il primo stint anche perché è una gomma che tiene, a giudicare dalle simulazioni di ieri.

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Il dilemma Ferrari

Raikkonen, a parità di mescole, vince il primo illusorio ma incoraggiante duello con Hamilton dopo i primi giri lanciati. Iceman, molto a suo agio, anche più di Vettel, sulla nuova Ferrari. Il tedesco fa la differenza nel secondo settore e stampa un record nel secondo settore nel Q2 e diventa il primo a scendere sotto l'1'21"  e si piazza davanti al britannico, anche se il risultato parziale vale quel che vale.

La Ferrari lascia una strada vecchia per una nuova senza saper quel che trova. Sa quel che lascia, una vettura che non portava a degrado le gomme, agile nelle curve lente col passo corto. Si è ripresentata col passo lungo, identico alle Mercedes, e un assetto sostanzialmente ad alto rake, che avvicina nelle prestazioni sul giro secco e rispetto alle libere sembra anche più stabile al posteriore. E’ comunque una vettura che tecnici e piloti devono ancora capire del tutto, per poter sfruttare al meglio i flussi d’aria verso il diffusore per ricavare il massimo dell’aderenza.

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Hamilton vola, Bottas si schianta

Problemi che Hamilton non sembra avere. Il campione del mondo è già in perfetta armonia con la W09, che in effetti è solo un’evoluzione della vettura dell’anno scorso. Il britannico è molto più pulito nell'ingresso della penultima curva, dopo i cambi di direzione tra la 12 e la 13 e il tratto più guidato della pista. Su una pista ripulita dalla pioggia delle libere del mattino, Hamilton non soffre dello stesso sottosterzo che condiziona le Ferrari nell'ultima frenata prima di lanciarsi sul rettilineo del traguardo.

Hamilton già dalla Q1 vola nel primo settore e diventa il primo a scendere sotto il muro dell'1'23". Bottas, invece, gira più lento anche di Grosjean nel primo stint. Ha problemi di bilanciamento, e induce il primo pugno della stagione di Toto Wolff perché nel primo giro della Q3 tocca l'erba, sbanda sul cordolo interno scalinato alla curva 2 e si schianta contro le barriere. Un errore di valutazione su una pista umida che distrugge la vettura e convince inevitabilmente a esporre la bandiera rossa. Se dovesse sostituire anche il cambio, Bottas finirà quindicesimo in griglia e questo cambierebbe tutto nella gestione della gara.

Ricciardo penalizzato

La penalizzazione severissima in griglia di Ricciardo, che pur rallentando non ha rispettato i minimi imposti per una bandiera rossa esposta per un cavo metallico del sistema di cronometraggio rimasto sulla griglia di partenza, conferma le difficoltà degli australiani, mai a podio nel GP di casa. Arretrato di sole tre posizioni, perché comunque ha alzato il piede dall’acceleratore nel giro in cui stava simulando la qualifica venerdì, Ricciardo partirà… Ha ragione Chris Horner, comunque, a chiedere una maggiore flessibilità nell'interpretare le varie situazioni di gara e un po' più di buonsenso, considerato che Ricciardo ha effettivamente rallentato e che comunque nei mini-settori in cui dimostrare di rallentare sotto una soglia indicata non ha comunque preso alcun tipo di vantaggio illegittimo.

Verstappen inizia la Q2 con la SuperSoft, con cui comincerà la gara, magari pensando a una sola sosta considerato che la UltraSoft paga molto dopo pochi giri in termini di prestazione. L'olandese stampa subito un notevole 1'22″830 con gomma rossa e dimostra di essere vicino alle Ferrari anche a parità di mescola in Q3.

Delusione Force India

Rispetto ai test, la Force India si è presentata con un significativo pacchetto di modifiche aerodinamiche che coinvolgono praticamente tutta la vettura, ala anteriore esclusa. Perez e Ocon, comunque soddisfatti della resa, hanno avvertito la differenza. Possono aggredire le curve con più decisione, ma devono trovare un diverso bilanciamento nello stile di guida e nel mantenimento delle gomme, tutte di un gradino più morbide rispetto alla passata stagione. Non è un caso, dunque, che Ocon sia il pilota con più giri all'attivo in Q1. Anche lui ha bisogno di conoscere meglio la monoposto e ogni passaggio in più è un passo in meno.

Ma restano le difficoltà per Ocon e Perez, tagliati entrambi in Q2. non si cancellano le ombre. L'incasso dilazionato nei premi, non aiuta le scuderie medio-piccole e certo peggiora ulteriormente le prospettive della Force India, che convive con i problemi extra sportivi del team principal Vijay Mallya. Così le VJM11 rimangono sul filo, meno brillanti e performanti di quanto visto l'anno scorso.

Alonso rigenerato

La sfida nella sfida, dietro i top team, si accende fra Toro Rosso e McLaren. Il team di Woking, che non avrebbe potuto permettersi di scivolare dietro la scuderia di Faenza che ha ereditato le power unit Honda, riporta Alonso primo degli altri, dietro i top team, in una Q1 che conferma i progressi a livello di telaio della MCL33. La nuova monoposto presenta tratti evidenti di continuità rispetto alla scorsa stagione, con pance più vistose e un disegno insolito delle sospensioni posteriori.

Alonso, che commette un decisivo errore nel primo settore nel giro lanciato in Q2, manca come il compagno di squadra l'aggancio in Q3 ma stavolta non c'è rabbia nel suo team radio. "Bene così" dice al resto del team.

Fuori i rookie in Q1

La Q1 rappresenta la fine del sabato dei rookie, sia dei debuttanti assoluti Leclerc e Sirotkin, sia di Hartley e Gasly, che hanno corso qualche gara l'anno scorso ma iniziano la prima stagione completa in Formula 1. Delude la Toro Rosso, dopo i segnali incoraggianti nelle prove libere, anche a causa dell'asfalto meno gommato. Fuori anche Ericsson, che però a un certo punto si era ritrovato dodicesimo, davanti per soli 80 millesimi al compagno di squadra Leclerc, gioiellino della Ferrari Drivers Academy, condizionato da un errore in curva 4 senza il quale avrebbe potuto centrare anche l'ingresso in Q2.

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Esulta alla fine della Q1 Stroll, che passa il taglio, per un risultato che in termini di gerarchie interne in una Williams decisamente modesta conta più di quanto sembra. Perché Stroll deve dimostrare di essere il primo pilota, perché un conto è finire dietro Massa e un altro dietro un rookie assoluto che arriva con la fama di "pilota pagante".

Terzo DRS

La possibilità di sorpassi, solo 14 nel 2017, potrebbe aumentare con l’aggiunta di una terza zona per l’attivazione dell’ala mobile, subito dopo la combinazione veloce delle curve 11 e 12. Un’aggiunta destinata, almeno nelle intenzioni, a produrre due effetti. A rendere da un lato la curva 13, con tanto di staccata pesante, un punto buono per l’attacco, come non accadeva in passato vista l’impossibilità di prendere la scia all’uscita della 12 senza penalizzare il flusso d’aria e la resistenza aerodinamica. E dall’altro a compattare le vetture nell’ultimo tratto, così da aumentare il peso delle prime due zone di attivazione del DRS. Lo spettacolo è assicurato.

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