GP Belgio, libere: Ferrari tra vecchio e nuovo
Nessuna nuova, cattiva nuova. È un altro venerdì tutto Mercedes quello di Spa, con Rosberg, primo in entrambe le sessioni, che anticipa Hamilton di tre decimi. Il tedesco, bravo a controllare la macchina nella simulazione di gara quando gli è esplosa la gomma posteriore destra tra Stavelot e Blanchimont, gira oltre 1”2 più lento del miglior tempo fatto registrare dal britannico al venerdì l’anno scorso. Supera il secondo il distacco delle Ferrari, al 900mo gran premio della sua storia in Formula 1. Quinto Raikkonen, superato anche dalle due Red Bull di Ricciardo e Kvyat, con lo stesso tempo al millesimo di Hulkenberg (quarto qui nel 2012, il piazzamento migliore per i piloti mai arrivati sul podio a Spa), solo decimo Vettel. Fra il tedesco e Iceman perfino Grosjean, sulla Lotus che ha talmente tanti debiti che potrebbe far fatica a lasciare il Belgio dopo il weekend, e le due Sauber di Ericsson e Nasr, che hanno risposto in pista alle provocazioni di Van der Garde, appiedato a contratto firmato a inizio stagione, convinto che avrebbe potuto far meglio di loro.
Le Mercedes si nascondono? – Possibile, comunque, che le Mercedes abbiano fatto anche un po’ di pretattica, visto il confronto tra i tempi attuali e quelli del 2014, ottenuti con un propulsore meno potente. Il team si è comunque molto concentrato sul pacchetto aerodinamico, con una nuova ala posteriore a basso carico scandita da quattro feritoie sulla paratie verticali e la conferma del monkey seat già visto per la prima volta in Ungheria.
Red Bull in crescita – La novità è la consistenza delle Red Bull. Nella prima sessione, Ricciardo chiude a soli 49 millesimi da Hamilton. Il gap supera i 4 decimi in FP2, ma l’australiano rimane l’unico capace di mantenere un divario dalle Mercedes inferiore al secondo. Il suo terzo posto, e il quarto di Kvyat, confermano i segnali di crescita già visti a Budapest per la squadra di Milton Keynes. Funzionano, evidentemente, gli aggiornamenti aerodinamici. I tecnici hanno infatti presentato monoposto dalla configurazione molto scarica, con un alettone posteriore quasi più adatto più adatto a Monza che a Spa, che potrebbe dare qualche ulteriore vantaggio in gara in termini di risparmio sul carburante.
Ferrari tra vecchio e muovo – Più concentrate all’anteriore, invece, le novità più evidenti in casa Ferrari, con un’ala senza upper flap. Due le configurazioni testate al posteriore, una più classica, simile a quella vista a Budapest, e una seconda caratterizzata da un piano meno inclinato e l’abbassamento del piano del DRS. Qualche novità anche sotto al cofano: cambiata la MGU-K, fondamentale su questo circuito, su entrambe le monoposto. In più, Vettel ha sostituito anche la batteria dell’ERS. Ma a tenere banco rimane la decisione di confermare Raikkonen anche per il 2016. Iceman è il vero re delle Ardenne, tra i piloti iscritti al Mondiale, con le sue quattro vittorie (2004, 2005, 2007 e 2009), oltre al podio del 2012 e il quarto posto dell’anno scorso. Nelle prime dieci gare della stagione, il finlandese ha raccolto solo 76 punti contro i 160 di Vettel, è arrivato solo una volta sul podio, contro i 7 del compagno di squadra, è gli è stato davanti due volte in qualifica e altrettante in gara. Prestazioni che fanno pensare alla scelta di mantenere Raikkonen come a un matrimonio di convenienza in attesa del 2017. E le scelte di lungo periodo potrebbero ricadere su Carlos Sainz jr, una mossa che potrebbe convincere Santander a proseguire la sponsorizzazione in scadenza proprio nel 2017, o Max Verstappen, che sembra la prima scelta del Cavallino prossimo a quotare la holding proprio in Olanda. Scelte che farebbero nella sostanza naufragare il progetto della Ferrari Drivers Academy, con Fuoco e Marciello, attuale terza guida Sauber, ancora chiusi anche nei due team clienti: alla Haas si parla già di Gutierrez, forte dei 15 milioni di sponsorizzazione della Telmex. Difficile anche che la Williams possa decidere di privarsi di Bottas, oggi deludente 14° al termine della seconda sessione di libere, con Massa ancora più indietro (16°) nonostante l’ala posteriore con la V nella parte centrale del flap per ridurre la resistenza all’avanzamento.
McLaren, la quantità non è qualità – Restano nella penultima fila virtuale le McLaren, che tengono dietro solo le due Manor, nonostante i tre dei sette gettoni ancora disponibili spesi prima del weekend e la scelta di portare due motori nuovi per pilota. Una mossa che si spiega anche con le sanzioni un po’ più morbide per chi cambia l’intero propulsore nel fine settimana. “Non puoi iniziare così indietro sulla griglia più dell’ultimo posto, quindi perché non sostituire per due volte il motore?” ha spiegato Boullier al tedesco Auto Motor und Sport. Anche perché la pista è veloce e perdere qualche posizione in griglia incide meno rispetto a tracciati più lenti e stretti come in Ungheria e Singapore. È una decisione soprattutto di prospettiva, che permette di aggiungere due unità fresche al parco motori disponibili da qui a fine stagione.
Passo gara, incognita per tutti – Praticamente impossibile valutare la simulazione di gara, condizionata dalla due bandiere rosse per i due incidenti a Rosberg e Ericsson, finito contro il muro al Pouhon (va largo sul cordolo, tenta di controllare la vettura ma si scatena un pendolo che rende inevitabile l’impatto contro le barriere). Quasi nello stesso punto, a pochi istanti dalla bandiera a scacchi, si ferma anche Grosjean, a completare una giornata in chiaroscuro per la Lotus iniziata con lo schianto di Maldonado in uscitaa da Malmedy, lì dove Alonso andò a sbattere contro le barriere nel 2010 in condizioni di pista umida. Nel breve tempo tra le due bandiere rosse, comunque, incoraggiante l’1:54.793 di Vettel, non lontano dai tempi di Hamilton e Rosberg che con le morbide si mantengono sul piede dell’1:54 medio-alto.
GP BELGIO – PROVE LIBERE, I TEMPI